Benveniste e i farmaci: ancora una miniera per ricercatori

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Appare un nuovo scenario costituito da circuiti elettrici corporei misurabili sulla cute, all’interno dei quali le variazioni di conduttanza indotta da segnali fisici, appaiono giocare un ruolo nella diagnostica delle intolleranze

«Le basi biofisiche degli esperimenti di Benveniste e le sue implicazioni farmacoelettrodinamiche» è il titolo della conferenza che Vincenzo Valenzi, Direttore Dip. Scienze Biologiche, Telesio-Galileo Academy of Science, University of Pecs (Ungheria), terrà il 10 aprile al convegno «Medicina integrata: evidenze scientifiche», nell’Aula Magna A.O.U. Policlinico – V.E. «G. Rodolico» a Catania (Via S. Sofia n. 78).

Uno dei principali immunologi della seconda metà del Novecento, che nel 1971 aveva scoperto il Paf (fattore di aggregazione piastrinica), nel corso di alcuni enigmatici esperimenti ebbe a osservare che ad alte diluizioni, e perfino in assenza di molecole, i principi attivi sono ancora in grado di stimolare i sistemi biologici. Alcuni di questi esperimenti furono riprodotti in altri laboratori da ricercatori che avevano firmato l’articolo con Jacques Benveniste su «Nature» 333, 816 (1988). Ulteriori lavori, «Medical Hypotheses» 54, 33 (2000), «Rivista di Biologia / Biology Forum» 97, 169-172(2004), mostrano come i segnali fisici delle molecole registrati su computer o in acqua, fossero capaci di mimare l’attività delle molecole stesse. Questi dati sperimentali, furono contestati da larga parte della comunità scientifica, che li considerava fuori dalle leggi della scienza, negli ultimi anni sembrano trovare più solide fondamenta teoriche (Allan Widom, Yogi Srivastava, Vincenzo Valenzi: The Biophysical Basis of Water Memory. International Journal of Quantum Chemistry (Wiley and Sons), Published on line May 19, 2009[DOI: 22140]).

Non solo teorie, con grande parte del mondo ex sovietico impegnato a lavorare sui modelli di Benveniste e a contendersi gli Award in suo onore ma anche sviluppi tecnologici, anche questi sub iudice da parte della comunità scientifica. In queste tecnologie (Methatron, QxScio ecc.) viene realizzata la registrazione su disco del computer delle informazioni chimiche e biochimiche che possono essere utilizzate nei test come se fossero i campioni di alimenti, farmaci ecc. come avviene per macchine bioelettroniche di prima e seconda generazione (Eav, Elettro Agopuntuira di Voll, Mora, Bicom ecc.).

Un Eav era stato usato in uno studio biennale su oltre 400 volontari della GdF, in cui al posto dei farmaci ad alta diluizione si erano usati i farmaci tradizionali (Fans, antibiotici, antistaminici antipertensivi inibitori della pompa protonica ecc.). Se le osservazioni di Benveniste sull’efficacia di alte diluizioni avevano turbato prima Benveniste e poi gli altri, nel corso di questo esperimento clinico si era osservato come gli stessi farmaci «allopatici» sembrassero avere un meccanismo di azione fisico quantistico, che andava ad associare ai ben noti meccanismi biochimici. Nell’abstract dell’articolo (Vincenzo I. Valenzi, Maria Luisa Roseghini: From Drug intolerance to a SEP (Skin electric Parameters) driven therapy. Some preliminar observation ci si domandava: «L’interazione farmaco recettore è esclusivamente di natura chimica? La “pallottola magica” è una particella o un’onda? Le prime osservazioni mettono in luce un nuovo scenario costituito da circuiti elettrici corporei misurabili sulla cute, all’interno dei quali le variazioni di conduttanza indotta da segnali fisici, appaiono giocare un ruolo nella diagnostica delle intolleranze e nella guida alla scelta dei farmaci, che sembrano avere oltre ad un’azione chimica ben nota, un’azione fisica di tipo quantistico che per essere compresa necessita di ulteriori studi teorici e sperimentali».

Mentre ancora non è risolta la questione dell’efficacia dei segnali quantistici dei farmaci per la terapia delle varie patologie che spesso richiede la dose piena («è la dose che fa il farmaco»), non di meno ci si trova di fronte alla possibilità di guidare la terapia tramite variazioni bioelettriche misurabili, migliorando il rapporto Rischi/Benefici, che ha raggiunto livelli di guardia come documentato dai numerosi studi di farmacovigilanza. Grazie al supporto di Giuliano Preparata, insieme alla Roseghini inaugurammo una linea di ricerca in farmacoelettrodinamica che assieme alla farmacogenomica potrebbe svelarci molti dei segreti dei farmaci, dei loro meravigliosi effetti e di come poterli usare meglio e in sicurezza. A tal fine è richiesta una maggiore interdisciplinarietà nella ricerca biomedica e un’integrazione delle più avanzate teorie quantistiche (Effetto Aharonov-Bohm, Effetto Josephson, ecc.) anche alla materia vivente, cosa che avevano cominciato a fare John Eccles che fu mandato in pensione dall’Università negli Stati Uniti, Jacques Benveniste che ebbe una sorte simile ed oggi anche Luc Montagnier noto per la scoperta dell’Hiv, e Mario Tiengo Maestro della terapia del dolore. La gravità delle reazioni avverse ai farmaci di ogni genere, richiede uno sforzo comune per decifrare i meccanismi chimico quantistici che governano le interazioni farmacologiche e guidare la «pallottola magica» di Ehrlich sempre di più al bersaglio, per evitare il «fuoco amico» che miete ancora troppe vittime.