Polveri sottili, i nuovi limiti e la salute

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Cosa succede a seguito delle nuove determinazioni legislative. La situazione ambientale degli ultimi dieci anni in Italia. Gli effetti biologici delle polveri. I link delle varie relazioni

Dopo la nube del vulcano islandese che ha turbato l’aviazione mondiale e pare anche il clima con un ritorno d’inverno, l’interesse per le particelle sottili (le nano polveri) è aumentato esponenzialmente riempiendo l’Aula Bovet dell’Istituto superiore di sanità (Iss) gremita in ogni ordine di posto sul tema «Nuovi Limiti per il Materiale Particellare Sospeso: Problematiche e Prospettive». L’evento, organizzato congiuntamente dall’Istituto superiore per la sicurezza e la prevenzione del lavoro (Ispesl) e dall’Iss, ha visto la partecipazione di studiosi del settore confrontarsi sulla tematica del materiale particolato e i suoi effetti sulla salute esacerbati da Ash che pone nuovi problemi e non solo per la sicurezza dei motori aerei. La giornata, partendo dalla prossima uscita del recepimento della Direttiva europea 2008/50/CE sul particolato PM2,5, ha ripercorso sia dal punto normativo sia tecnico-scientifico quelle che sono le attuali conoscenze nel settore.

Dopo i saluti di benvenuto degli organizzatori e dei direttori di dipartimento dei due enti organizzatori, Giorgio Cattani (Ispra) ha aperto la giornata illustrando la situazione ambientale degli ultimi 10 anni in Italia riguardo il PM10 e PM2,5 prima dell’entrata in vigore della nuova Direttiva: il ricercatore ha illustrato la situazione che verrebbe a crearsi a seguito delle nuove determinazioni legislative. Questa relazione ha permesso ai successivi relatori di inquadrare il problema nella sua ottica scientifica analizzando il rapporto del materiale particolato con altre sostanze presenti in atmosfera (Giuseppe Viviano, Iss) o in relazione alle dimensioni granulometriche (Maurizio Manigrasso, Ispesl), alla composizione chimica (Cinzia Perrino, Cnr), all’esposizione in microambienti diversi (Giorgio Buonanno, Università di Cassino) e all’importanza dello strato di rimescolamento sulla relativa concentrazione dei PM (Ezio Bolzacchini, Università di Milano Bicocca).

Due relazioni sugli effetti biologici delle polveri (Pierpaolo Mudu, Organizzazione mondiale della Sanità, e Francesco Forastiere, Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio) hanno illustrato quelli che sono gli effetti sanitari e le relative evidenze riscontrate negli studi su questo complesso inquinante.

La giornata si è conclusa con una tavola rotonda dove da varie angolazioni è stato affrontato il problema PM, che ha visto la partecipazione di esponenti di autorità governative nazionali (Marina Penna, ministero dell’Ambiente, e Liliana La Sala, ministero della Salute), di società scientifiche nazionali (Ezio Bolzacchini, Società italiana di aerosol, e Domenico Cavallo, Associazione italiana degli igienisti industriali) e di organizzazione sociali (Giorgio Zampetti, Legambiente) attive in questo settore.

La discussione che ne è seguita ha evidenziato gli importanti contributi della ricerca scientifica italiana in questo campo e la grande attenzione del legislatore impegnato a recepire le sollecitazioni che gli vengono dalla Comunità scientifica, segno di una collaborazione che punta a informare scientificamente le decisioni dell’Autorità di Governo su tematiche da cui dipende la salute delle popolazioni e le politiche di sviluppo sostenibile.