In corso il processo partecipato che porterà alla definizione della progettazione territoriale di questa fondamentale infrastruttura verde per l’area metropolitana centrale della Toscana
Nella Piana della Toscana centrale, che da Firenze si estende ai territori di Prato e Pistoia, vivono circa 800.000 abitanti, ai quali si aggiungono tutti coloro che nella Piana lavorano o sviluppano attività produttive o semplicemente «transitano» tra le molte polarità economiche sociali e ambientali che la connotano.
Nella Piana si produce tra il 30 ed il 40% della ricchezza toscana. Il suo territorio ospita ogni genere di imprese e di manifatture, molti e popolosi aggregati urbani e un intreccio di infrastrutture di grande rilevanza.
Ma la Piana è anche un’area con un’attività agricola dal forte potenziale ed è ricca di risorse e di luoghi di particolare pregio sia dal punto di vista ambientale e naturalistico sia sul piano storico, archeologico e artistico.
Secondo un disegno comune e unitario tra la Regione, i Comuni e le Province che governano questa area vasta, nel cuore di questo territorio, è stata progettata la realizzazione del «Parco della Piana», con l’intento di realizzare una vitale e pervasiva «infrastruttura verde». Il Parco, insomma, come nuovo tessuto connettivo di una pluralità di realtà urbane (a cominciare da Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Prato, includendo Carmignano, Poggio a Caiano, Signa, Calenzano, per poi estendersi verso la piana pistoiese e coniugarsi agli altri territori, pianeggianti e collinari, che con la Piana hanno legami antichi e moderni).
Il «parco della Piana» è dunque un progetto di governo del territorio che, mediante uno specifico accordo di pianificazione, definito in un apposito master plan (approvato dalla Giunta regionale l’1 febbraio 2010), consentirà di riqualificare e rendere pienamente fruibile un’area (di quasi quattromila ettari) che contiene una pluralità di luoghi verdi e inedificati, con importanti zone umide, naturalistiche e aree boscate, ville medicee, aree archeologiche e parchi storici di immenso valore culturale, che annovera importanti vocazioni e attività agricole, una gamma di ambiti e ambienti neo-naturalistici di assoluta rilevanza ecologica ed estetica e ad un tempo le funzioni presenti o in fase di realizzazione: dall’aeroporto, al termovalorizzatore, allo snodo autostradale.
Il 22 e 23 luglio 2010 si è svolto un laboratorio progettuale tra i tecnici di tutte le amministrazioni interessate per elaborare gli elementi essenziali per il disegno del Parco, i cui risultati sottoposti all’attenzione degli amministratori e del pubblico e al conseguente dibattito con tutti i cittadini, organizzati e non, che siano interessati.
Il 24 luglio scorso, presso Villa Montalvo a Campi Bisenzio, si è svolta una prima discussione pubblica con la partecipazione di cittadini, associazioni e comitati che vivono nel territorio della Piana fiorentina.
Infatti la Regione Toscana, d’intesa con le Province ed i Comuni interessati, ha ritenuto di sviluppare ulteriormente il lavoro di informazione, sensibilizzazione e ascolto delle domande, aspettative, preoccupazioni dei cittadini già svolto a cura del Garante regionale della comunicazione nel governo del territorio, per attivare quindi la fase di progettazione territoriale, sulla base del master plan.
Uno degli elementi più delicati da mettere a punto in relazione alla realizzazione del Parco della Piana, è costituito dall’adeguamento dell’aeroporto di Firenze «Amerigo Vespucci», oggetto da anni di discussioni e proposte.
Nei giorni scorsi il Garante regionale della comunicazione, Massimo Morisi, ha annunciato che formulerà uno specifico programma di incontri pubblici e attività informative che sarà sottoposto all’approvazione della Giunta e reso pubblico nelle forme più adeguate entro il 10 settembre 2010.
Tale percorso di informazione, comunicazione e partecipazione partirà dunque nel mese di settembre 2010 e si concluderà entro novembre.
I soggetti interessati che la Giunta regionale intende coinvolgere nel processo di informazione, comunicazione e partecipazione sono, oltre ai cittadini e alle loro associazioni e comitati, gli Enti locali e le loro associazioni (Anci e Upi), le organizzazioni di rappresentanza dell’economia e del lavoro, le associazioni ambientali e culturali, i ministeri delle infrastrutture e dell’ambiente, l’Enac (Ente nazionale aviazione civile) e l’Enav (Ente nazionale assistenza volo), le società aeroportuali toscane, l’Unione piloti, la direzione regionale del ministero per i Beni e le attività culturali, le Soprintendenze, l’Università di Firenze, l’Ato per i rifiuti, l’Arpat, l’Asl, i gestori delle aree naturali protette e altre realtà associative similari o interessate.
Una volta concluse le attività di informazione, comunicazione e partecipazione il Garante formulerà un rapporto di sintesi sulle discussioni, analisi e proposte emerse durante il percorso di partecipazione e lo sottoporrà all’esame della Giunta Regionale. Gli esiti di tale processo saranno assunti come «rilevanti» per i contenuti dell’integrazione del Piano di Indirizzo Territoriale (Pit).
Il Presidente della Giunta Regionale, Enrico Rossi, ha infatti sottolineato come «L’integrazione del Pit, strumento principe delle scelte urbanistiche della Regione Toscana, dovrà tener conto di alcuni aspetti specifici, a partire dall’assunzione del Parco quale principio ordinatore delle politiche territoriali dell’area. In tema di qualificazione dello scalo aeroportuale, l’obiettivo strategico, dal punto di vista degli aspetti ambientali, è la mitigazione degli effetti di inquinamento atmosferico e acustico, con particolare riferimento agli insediamenti interessati dai sorvoli e alla compatibilità con il reticolo idraulico della Piana. Le modifiche al Pit dovranno contenere anche le prescrizioni per la qualificazione individuando i caratteri generali tra cui la lunghezza massima compatibile della pista, i criteri di esercizio, di razionalizzazioni delle funzioni, di dotazione dei servizi e garantendo adeguata accessibilità e parcheggi, e contribuiranno a eventuali modifiche alla bozza di integrazione e allo schema di rapporto ambientale, per pervenire alla proposta di adozione».
(Fonte Arpat)