Il camoscio d’Abruzzo è fuori pericolo

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Oggi, alla fine del primo decennio dall’anno 2000, a quasi un secolo dal momento in cui questo straordinario animale stava per precipitare nel baratro dell’estinzione, almeno 2000 esemplari vivono intorno a quota 2000 nell’Appennino Centrale

Quest’estate il Gruppo Camoscio festeggia una ricorrenza speciale: finalmente la «Missione 2000x2000x2000» può dirsi compiuta, e il Camoscio d’Abruzzo è ormai fuori pericolo. Lo dimostrano le cifre: oggi, alla fine del primo decennio dall’anno 2000, a quasi un secolo dal momento in cui questo straordinario animale stava per precipitare nel baratro dell’estinzione (nel 1913 ne sopravvivevano appena 30-40 individui), almeno 2000 esemplari vivono intorno a quota 2000 nell’Appennino Centrale. Non solo distribuiti tra i Parchi Nazionali classici (Abruzzo 700, Maiella 600, Gran Sasso 600), ma anche recentemente reintrodotti nel Parco Nazionale dei Sibillini e in quello Regionale del Sirente-Velino, e allevati nelle Aree Faunistiche allestite e curate presso i Parchi stessi.

L’espansione costante dei nuovi nuclei, il crescente ritmo delle nascite e l’accresciuta tutela dei loro territori consentono di tirare un sospiro di sollievo, e di affermare che «il Camoscio più bello del mondo è finalmente salvo». E si va rafforzando anche la convinzione che questo endemismo appenninico merita di essere considerato una buona, anzi un’ottima specie, che pur essendo «giovane» appare chiaramente distinta da tutti gli altri Camosci d’Europa.

La celebrazione del Gruppo Camoscio non contempla pomposi eventi, né diluvi di parole: ma una serie di iniziative tese a fare il punto sulla situazione, delineare scenari futuri e rinverdire la memoria storica. Verranno illustrati episodi e rivelati particolari inediti: ricordando il primo provvedimento del Regno d’Italia in difesa di un animale minacciato (1913), la prima Riserva Naturale alla Camosciara (1921), la prima unità di ricerca di un Parco, il Centro Studi Ecologici Appenninici (1972), la costituzione del Gruppo Camoscio (1978) e le tappe del ritorno del Camoscio sulle altre montagne d’Abruzzo (dal 1990 agli anni successivi). Una panoramica di questo successo conservazionistico viene offerta, con dovizia di immagini e informazioni, in un ampio servizio pubblicato sull’ultimo numero di «Oasis».

(Gruppo camoscio Italia)