Il paracadute che scende dolcemente verso il terreno marrone – rossastro, e poi l’impatto (un po’ meno dolce) con il suolo, e la solita nuvola sollevata dal terreno della steppa. Un’altra Sojuz è rientrata dallo spazio, con puntualità cronometrica. Poi, arrivano le squadre di soccorso, un team di tecnici, medici, esperti, e un po’ alla volta i tre cosmonauti escono dalla parte superiore della navicella russa a forma di grande campana: prima il comandante russo della Expedition 26/27, Dmitry «Dima» Kondratyev, poi l’«ingegnere di bordo» americana, Cady Coleman, e poi, dulcis in fundo, il nostro «ingegnere di bordo», Paolo Nespoli.
Bello vederlo uscire dalla Sojuz, con tanto di bandierina italiana cucita sulla bianca tuta spaziale russa. È un po’ sofferente (come i suoi colleghi, d’altra parte), ma è logico: il primissimo impatto con la Terra dopo una missione di quasi sei mesi lassù non è roba da poco, senza contare la lunga maratona di attività scientifiche svolte lassù, e una lunga serie di collegamenti con la Terra, con istituzioni, scuole, centri di ricerca di mezza Europa, ecc.
E fa sempre un po’ effetto rivedere queste scene (che abbiamo vissuto due volte negli anni scorsi dopo il ritorno a Terra di Roberto Vittori), che ci riportano sempre con la mente a quelle immagini in bianco e nero di ben 35 anni fa, e a quella storica diretta dal Kazakhistan, quando una Sojuz riportò a terra Leonov e Kubasov, dopo lo storico attracco in orbita con l’Apollo americana. Ma questa volta, che soddisfazione vedere un nostro astronauta assieme a due amici e colleghi, proprio con bandiera americana e russa!
La missione di Paolo, Cady e Dima, si è conclusa questa mattina, dopo 159 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale: denominata MagISStra, la terza missione di lunga durata sulla Stazione cui partecipa un astronauta europeo, si è conclusa alla 4 e 26 nella steppa del Kazakistan. In questi giorni Paolo Nespoli, con i suoi due colleghi di missione, si sottoporrà a test medici e alle fasi di recupero della forma fisica, previste dopo una missione di lunga durata in orbita.
Paolo, assieme a Kondratyev e Catherine Coleman, erano saliti a bordo della Sojuz ieri sera per staccarsi dal punto più basso della Stazione, il modulo Rassvet, alle 21 e 35, ora italiana.
Il comandante Kondratyev ha guidato la Sojuz ad una distanza di sicurezza per permettere a Paolo di scattare delle foto uniche della stazione spaziale. La stazione è stata inclinata a 130 gradi per permettere la migliore vista possibile del complesso con lo Space Shuttle Endeavour, l’ATV Johannes Kepler, la Soyuz TMA-21 ed il Progress, tutti agganciati alla Stazione.
Paolo Nespoli ha ripreso immagini per 30 minuti da questo vantaggioso punto di osservazione in cui si trovava, per poi tornare al suo posto per l’atterraggio.
Durante i cinque mesi passati a bordo, Paolo ha portato avanti un lungo e articolato programma di ricerca, lavorando su test nutrizionali ed esperimenti medici, dal monitoraggio delle radiazioni allo studio dei fluidi confinati in una sfera, e si è anche dedicato alla coltivazione di campioni da riportare a terra. Ha inoltre fotografato più volte la Terra, scaricando oltre 667 immagini sul suo account dedicato con una media di quattro nuove immagini al giorno.
Ha inoltre partecipato all’attracco di due veicoli di rifornimento: il secondo Veicolo di Trasferimento Automatico europeo (ATV) Johannes Kepler, a febbraio, ed il secondo Veicolo di Trasferimento giapponese in gennaio.
Nel frattempo, in febbraio era anche arrivato lo Shuttle Discovery sulla Stazione, per consegnare il Modulo PMM Leonardo, frutto della cooperazione ASI-NASA, che è tutt’ora agganciato alla Stazione; da Discovery inoltre vennero «scaricati» parti di ricambio ed il robot umanoide Robonaut.
Lo Shuttle Endeavour è invece arrivato solo la scorsa settimana portando sulla Stazione un altro astronauta dell’Esa di nazionalità italiana, Roberto Vittori.
Il rientro a Terra di Paolo segna un altro primato: è la prima volta che una navicella Sojuz si stacca dalla Stazione mentre lo Shuttle è ancora attraccato.
Nespoli, è stato molto attivo anche su Twitter, dove ha inviato quasi 1300 tweet ad oltre 46,000 iscritti di tutto il mondo. Il nostro astronauta è stato anche selezionato per gli Shorty Award ed è attualmente l’astronauta europeo più conosciuto sui canali mediatici.(A. Lo C.)