L’Associazione denuncia una analisi incompleta dei rischi e una preoccupante approssimazione sull’analisi dei dati, voluta in Europa dopo il disastro di Fukushima in Giappone
Oggi Greenpeace presenta una mappa che permette a tutti i cittadini europei di leggere, in maniera semplice, i risultati degli stress test effettuati sulle centrali nucleari. Analizzando i risultati dei test giunti fino ad ora, Greenpeace denuncia una analisi incompleta dei rischi e una preoccupante approssimazione sull’analisi dei dati.
A seguito del disastro di Fukushima in Giappone, l’Unione europea aveva chiesto di effettuare una serie di test, da pubblicare entro il 31 ottobre, sulla capacità degli impianti nucleari di resistere ad eventi estremi, quali terremoti, inondazioni, mancanza di elettricità e malfunzionamento dell’impianto di raffreddamento.
A pochi giorni dalla scadenza molti enti nazionali per la sicurezza nucleare non hanno ancora reso pubblici i risultati, nonostante la specifica richiesta dell’European Nuclear Safety Regulators Group che ha progettato i test [1].
Un’analisi preliminare di Greenpeace delle diecimila pagine pubblicate fino ad ora rivela numerose mancanze. Ad esempio, non sono state analizzate, come era invece previsto, situazioni quali l’occorrenza di danni contemporanei in più reattori, come è accaduto a Fukushima, o l’impatto di un aereo contro una centrale nucleare.
«Fukushima ci ha insegnato a pensare l’impensabile e questi test dovevano obbligare chi gestisce le centrali nucleari a fare esattamente questo – commenta Salvatore Barbera, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace -. Invece di un’analisi esaustiva ci troviamo pieni di incognite: perché non ci sono piani di evacuazione per le città e i villaggi intorno alle centrali? Perché le autorità hanno disatteso le promesse di prendere in considerazione i rischi in caso di incidente a una centrale con più reattori? Perché è stato ignorato il rischio della caduta di un aereo su una centrale?».
Greenpeace denuncia inoltre differenze sostanziali nella qualità dei dati pubblicati dai diversi Paesi. In alcuni Stati, come la Francia, nei quali il controllore nazionale è indipendente da chi possiede le centrali, i test sono risultati più completi e rigorosi. Altri paesi, quali Repubblica Ceca, Svezia e Regno Unito, hanno pubblicato dati di gran lunga più superficiali e parziali. Clamoroso è il caso della Repubblica Ceca, che con sei reattori sul proprio territorio ha presentato un rapporto di sole sette pagine. Una presa in giro, se si pensa che la Slovenia, con un solo reattore, ha presentato un rapporto di 177 pagine.
[1] Le specifiche per i test, richieste dall’European Nuclear Safety Regulators Group, erano state adottate all’unanimità da tutti i controllori nazionali nel Maggio 2011. Fonte: http://www.ensreg.eu/node/286
(Fonte Greenpeace)