Clima – Aumentano i rischi di tumori alla pelle e di patologie oculari

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I fenomeni meteorologici estremi, come i forti temporali, distruggono l’ozono stratosferico. Anche molte piante, come i cereali, sono sensibili alla radiazione ultravioletta che causa problemi alla fotosintesi clorofilliana e provoca mutazioni genetiche tali da renderle inadatte per l’alimentazione umana

I cambiamenti del clima possono portare ad effetti anche devastanti sull’intero pianeta, soprattutto se la velocità dei cambiamenti climatici diventerà molto elevata, secondo le valutazioni condotte, già da qualche decennio, dal Panel delle Nazioni Unite: Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change).

Ora i ricercatori dell’Università di Harvard hanno documentato con le loro ricerche, che tra gli effetti potenzialmente devastanti ci sono anche i danni alla salute pubblica. È stata, infatti, trovata una correlazione tra cambiamenti del clima e diminuzione dell’ozono stratosferico, con conseguente aumento della radiazione ultravioletta al suolo. E l’aumento di radiazione ultravioletta al suolo significa maggiori rischi di patologie oculari e cutanee compresi i melanomi (tumori della pelle).

Le ricerche condotte sulla stratosfera al di sopra degli Stati Uniti ed i cui risultati sono stati pubblicati sul numero di «Sciencexpress» on line del 26 luglio hanno messo in evidenza che i potenti temporali ed altri fenomeni convettivi che ormai si manifestano con intensità sempre maggiori, sono capaci di «bucare» la tropopausa ed iniettare vapor d’acqua nella stratosfera che nelle normali condizioni è assolutamente secca.

Il vapor d’acqua nella stratosfera permette la trasformazione di molecole stabili alogenate (cioè a base principalmente di cloro e di bromo) in radicali liberi capaci di distruggere le molecole di ozono stratosferico e di trasformarle in molecole di ossigeno. Poiché è in aumento l’intensità di fenomeni termo-convettivi estremi (generati da eccessivo riscaldamento del suolo), come sono appunto i temporali di notevole potenza che avvengono nei mesi estivi alle medie latitudini, questo significa che le perdite di ozono stratosferico saranno sempre più consistenti soprattutto nella stagione estiva, e di conseguenza sempre maggiori saranno i livelli di allarme per i crescenti flussi della pericolosa radiazione ultravioletta al suolo.

Finora questo problema si poneva solo sulle aree polari, ma le aree polari sono praticamente disabitate. Questa ricerca ora ha messo in evidenza che, se sugli Stati Uniti lo strato di ozono si è assottigliato a causa di fenomeni convettivi estremi, analoghi assottigliamenti possono avvenire in altre zone temperate continentali fortemente surriscaldate, come l’Europa continentale e l’Asia. E siccome gli Stati Uniti non sono disabitati così come non sono disabitate le aree continentali dell’Europa e dell’Asia, il rischio sanitario diventa molto elevato, rispetto alle aree polari. Un rischio questo finora inaspettato. Quantunque non sia possibile stabilire quanti nuovi casi di cancro alla pelle derivi dall’aumento della radiazione ultravioletta al suolo, non c’è dubbio che il problema esiste realmente ed era stato finora sottovalutato.

Ma non è solo un problema di salute umana. Anche molte piante, come i cereali, sono sensibili alla radiazione ultravioletta che causa problemi alla fotosintesi clorofilliana e provoca mutazioni genetiche tali da renderle inadatte per l’alimentazione umana.

Da osservare, per maggior completezza, che il ruolo del vapor d’acqua, mescolato ad acido nitrico, come catalizzatore (cioè come promotore e acceleratore) di una serie di reazioni chimiche che portano alla distruzione dell’ozono, era stato già osservato nelle particolari condizioni stratosferiche delle aree polari (alte latitudini). Alle medie e basse latitudini (aree temperate ed aree tropicali) il vapor d’acqua è normalmente assente e processi analoghi non potevano teoricamente succedere. Ma questa ricerca dimostra che non è vero, almeno quando ci sono fenomeni termo-convettivi estremi e tali da sconfinare nella stratosfera, fenomeni che sono più probabili nella stagione estiva. (V. F.)