L’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) ha condotto una ricerca sulle virtù degli alimenti appartenenti alla famiglia delle crucifere in relazione alla possibile attività preventiva contro l’insorgenza di neoplasie. Confermando quanto già noto ha ribadito il ruolo determinante dei glucosinalati per la prevenzione delle neoplasie, conclude raccomandando di «privilegiare cavoli e broccoli se ci si vuole proteggere dai tumori attraverso i cibi»
Alla continua ricerca di qualcosa di miracoloso che ci faccia star bene, che ci nutra equilibratamente, che non ci dia troppe calorie o che ci preservi da patologie croniche siamo affascinati con eccessiva facilità da alimenti costosi, difficili da reperire, complessi da preparare, a volte poco gradevoli da assumere. Dimentichiamo così ciò che ci sta sotto gli occhi e che ha da sempre fatto parte della migliore tradizione alimentare mediterranea, magari a costo basso e di facile reperimento.
È il caso del cavolo (e di tutta la famiglia di questi vegetali) ancora una volta riportato in primo piano da una recente ed ulteriore ricerca condotta per svelarne le caratteristiche ed i vantaggi. Proprio partendo dalla necessità di verificare l’impatto positivo di alcuni alimenti di facile acquisto ed altrettanto semplice preparazione sull’alimentazione quotidiana, l’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) ha condotto una ricerca sulle virtù degli alimenti appartenenti alla famiglia delle crucifere in relazione alla possibile attività preventiva contro l’insorgenza di neoplasie.
Le crucifere sono così chiamate per via del caratteristico aspetto a croce delle quattro foglie ed a questa famiglia (varietà Brassica) appartengono il cavolo cappuccio, la verza, i cavolini di Bruxelles (la cui componente commestibile è rappresentata dalle foglie) ed i broccoli, i broccoletti, il cavolfiore (la cui parte commestibile è rappresentata dalle infiorescenze ancora immature). Anche se sono alimenti più presenti nella stagione invernale sono ormai disponibili per tutto l’anno sui mercati e sono estremamente ricchi di caratteristiche positive nel quadro di una corretta alimentazione anche grazie alla grande versatilità cui si prestano ed alla indubbia gradevolezza al gusto.
I cavoli sono una piccola miniera di virtù, ricchi come sono di vitamine (provitamina e vitamina A, vitamine B1, B2, B9, PP, C, K, U), di sali minerali (fosforo, calcio, ferro, zolfo, potassio, rame, magnesio, iodio), di antiossidanti, indoli e clorofilla. Che questo cocktail benefico fosse dotato di attività fortemente positive nella riduzione delle patologie cardiovascolari era già noto: i consumatori abituali di cavoli (e di tutte le altre piante appartenenti alla stessa famiglia) erano e sono esposti a minore probabilità di malattie cardiovascolari, di cataratta, di ictus e di tumori del colon innanzitutto ma anche dei polmoni e dell’albero respiratorio in genere.
Tutto questo grazie all’azione di alcune sostanze, presenti nelle crucifere, chiamate isotiocianati che avrebbero la prerogativa di svolgere un compito barriera nei confronti delle prime fasi di attivazione neoplastica a livello cellulare. Proprio per quest’azione preventiva antitumorale numerose Società scientifiche e Fondazioni per la lotta contro il cancro hanno da sempre invogliato i consumatori ad un impiego maggiore di cavoli e broccoli: i dati relativi ad una riduzione di rischi di contrarre cancro del colon, dei polmoni, dell’utero, del pancreas, dell’esofago, dello stomaco sono estremamente chiari e confermati ricerca dopo ricerca.
In particolare quest’ultimo studio dell’Aiom, ribadendo il ruolo determinante dei glucosinalati (che si trasformano in isotiocianati) per la prevenzione delle neoplasie, conclude raccomandando di «privilegiare cavoli e broccoli se ci si vuole proteggere dai tumori attraverso i cibi». Non solo cavoli e broccoli, aggiungiamo noi, bensì anche cavolfiori, rape, rucola e ravanelli: tutti ricchissimi in principi molto attivi nella protezione neoplastica multi organo.
Qualche consiglio di cottura, infine: cuocere e lessare questi vegetali ne riduce un po’ le caratteristiche vantaggiose. In particolare la lessatura fa perdere una buona parte dei principi nutrizionali più utili. Meglio la cottura al vapore o quella effettuata con il microonde che conserva quasi intatti tutti i livelli dei principi nutrizionali, vitaminici e minerali. Ottimi anche crudi o consumati dopo averli ridotti a succo (magari mischiandoli con del limone e della carota); da evitare invece, per quanto possibile, la loro surgelazione, causa della riduzione del 30% circa del contenuto di glucosinato.