I dati di quasi tre anni di attività antibracconaggio. Puglia, Lombardia e Campania, maglia nera della caccia illegale. La Forestale: il bracconiere non è solo quello senza licenza di caccia. I consigli della Forestale per una caccia sicura
«Il bracconaggio, soprattutto in alcune regione italiane, come la Puglia, la Lombardia e la Campania, sta aumentando anche a causa della crisi economica». Lo afferma Claudio Marrucci, responsabile del Nucleo operativo antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato, impegnato in questi giorni su tutto il territorio nazionale insieme agli altri reparti territoriali della Forestale in un’intensa attività di prevenzione e repressione del bracconaggio, soprattutto quello perpetrato ai danni delle specie protette.
Secondo il responsabile del Noa, il bracconaggio è ancora un fenomeno diffuso. Tra le varie cause ci sarebbe, però, anche la crisi economica che porta talvolta al mancato pagamento delle tasse o concessioni previste dalla legge. Ci sono casi di persone che cacciano per necessità, per integrare il proprio sostentamento alimentare. «Un ritorno alle origini di questa pratica illecita svolta in passato per “fame” – aggiunge Claudio Marrucci -. Certo non bisogna generalizzare».
Secondo il responsabile del Nucleo operativo antibracconaggio bisogna anche confutare l’assunto che il bracconiere sia una persona sprovvista di permesso di caccia. «Comunemente – ha aggiunto Marrucci – si sostiene che il bracconiere sia colui che non ha licenza di caccia, ma questo è vero solo in parte. Si pensi anche a colui che, all’interno di un’area naturale protetta, munito di regolare licenza di caccia finisce per uccidere specie che sono oggetto di protezione perché in via di estinzione. La complessa normativa in materia venatoria, deve dunque essere conosciuta anche da chi non è cacciatore, ma vive ed opera in campagna ed ha lo scopo di garantire non solo la compatibilità fra la caccia e l’ambiente naturale, ma anche quello di tutelare l’incolumità degli uomini».
Una costante e capillare attività, quella svolta dal Corpo forestale dello Stato che ha portato da gennaio 2011 a settembre 2013 ad accertare 2.076 reati, concentrati soprattutto in Puglia, Lombardia e Campania, dove rispettivamente sono stati 326, 290 e 317 i reati contestati. Le persone denunciate sono state 1.431, gli arresti sono stati 12, le perquisizioni effettuate 538. Sono stati accertati, inoltre oltre 5.000 illeciti amministrativi per un importo totale delle sanzioni notificate pari a circa 900mila euro.
I consigli della Forestale per una caccia sicura
1) Non cacciare, per un periodo non inferiore a 10 anni, sulle superfici boschive percorse da incendi; le informazioni relative a tali aree sono reperibili presso i catasti comunali;
2) Controllare meticolosamente lo stato delle armi, del munizionamento e dell’equipaggiamento personale e rispettare sempre le disposizioni sull’uso e/o sul trasporto dei mezzi di caccia;
3) Verificare la regolarità dei documenti necessari per l’esercizio venatorio (porto d’armi, licenza di caccia, assicurazione, tesserino venatorio regionale, etc);
4) Provvedere al pagamento delle tasse governative e regionali nonché a tutti gli adempimenti richiesti dagli ambiti territoriali di caccia (Atc) e dai comprensori alpini (Ca), previsti dalle rispettive normative regionali;
5) Accertarsi correttamente di quali siano i confini di eventuali Parchi, o altre aree protette, all’interno dei quali è assolutamente vietata la caccia, e se siano presenti ulteriori zone di protezione «a cuscinetto» sul perimetro;
6) Documentarsi correttamente su quali siano i limiti dei propri ambiti territoriali di caccia e prestare la massima attenzione alle aree denominate Zona a Protezione Speciale (Zps), all’interno delle quali l’attività venatoria è disciplinata in modo particolare, così come specificato nei vari calendari venatori provinciali, e alle zone umide, dove si ha l’obbligo di utilizzare munizioni con pallini d’acciaio;
7) Conoscere bene le disposizioni del calendario venatorio provinciale ed eventualmente dei regolamenti relativi alla raccolta funghi o di altri prodotti delle zone boscate;
8) Essere sempre certi delle specie selvatiche per le quali è consentito il prelievo venatorio; la selvaggina che non si riconosca, o che non si veda distintamente, non deve essere abbattuta;
9) Rispettare rigorosamente le distanze di sicurezza previste dalla legge per edifici, qualunque via di comunicazione, mezzi agricoli al lavoro nonché appostamenti di caccia fissi o temporanei; anche in caso di un minimo dubbio evitare ogni esplosione potenzialmente pericolosa;
10) Rispettare sempre l’ambiente circostante ed evitare di abbandonare rifiuti di ogni genere, ma soprattutto i bossoli delle cartucce, ormai tutti di materiale plastico;
11) Ricordarsi di detenere, trasportare e gestire i cani, da sempre i migliori «ausiliari» della stagione di caccia, in maniera rispettosa delle norme e delle loro esigenze comportamentali;
12) Si raccomanda, infine, il massimo rispetto delle colture agricole in atto.
Per informazioni più dettagliate i cacciatori potranno rivolgersi ai Comandi Provinciali e ai Comandi Stazione della Forestale dislocati su tutto il territorio nazionale o chiamare il numero gratuito di Emergenza Ambientale 1515 a disposizione di tutti i cittadini 24 ore su 24.