Sei italiani su 10 disponibili a cambiare stile di vita

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I cittadini maturi per adottare comportamenti socialmente responsabili. La storia e l’esperienza di Altromercato confermano che il modello di un’economia alternativa e sostenibile si può realizzare. La storia di un’impresa economicamente sostenibile e di un modello di business basato sul rispetto dei diritti e della dignità delle persone e dell’ambiente

Cresce in Italia il senso di responsabilità sociale: il 60% dei cittadini (tra 18 e 64 anni) è disponibile a cambiare il proprio stile di vita adottando comportamenti socialmente responsabili; il 45% è disponibile a sostenere sia economicamente sia politicamente aziende, istituzioni, associazioni che promuovano i comportamenti socialmente responsabili.

È questa la realtà fotografata dalla prima edizione dell’Osservatorio Altromercato del Vivere Responsabile, presentata oggi a Milano in occasione dei 25 anni di attività di Altromercato, la maggiore organizzazione di commercio equo e solidale in Italia.

Salute (20%), difesa dell’Ambiente (18%) alimentazione sana (13%), vita priva di eccessi (13%), rispetto degli altri (10%), sono gli elementi che per i cittadini definiscono maggiormente il Vivere Responsabile. Nella pratica gli italiani preferiscono i comportamenti che uniscono benefici per sé e per la propria famiglia (63%) a benefici di carattere collettivo: la raccolta differenziata (praticata regolarmente dall’84% del campione), la limitazione degli sprechi (78%), la riduzione di consumi di energia, acqua, detersivi (72%).

A fronte di una grande consapevolezza dei problemi sociali che coinvolgono la produzione, la distribuzione e il consumo, dalla ricerca condotta da CFI Group emerge che sono due i fattori che possono portare la popolazione a modificare le proprie regole di comportamento personale: una maggior condivisione/diffusione dei valori (che pesa per il 31%), ma soprattutto l’affermarsi di «pratiche collettive» per effetto dell’azione di Istituzioni, Enti pubblici, Aziende, Marche (44%).

Tra le buone pratiche gli stili di vita responsabili, il Commercio Equo e Solidale si conferma una delle soluzioni possibili: 9 italiani su 10 lo conoscono e ne riconoscono missione e valori e la storia di Altromercato conferma la validità e il successo di questo modello di economia alternativa e sostenibile, fondato su valori di giustizia sociale e tutela dei diritti della persona, costruzione di filiere trasparenti e tracciabili, prezzo equo ai produttori, sviluppo sostenibile per la vita e per l’ambiente, per rispondere ai diritti e alle esigenze di tutti, dai produttori marginalizzati ai consumatori.

Alla Tavola Rotonda, condotta dal giornalista Gad Lerner, sono intervenuti questa mattina Roberta Paltrinieri, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e Sociologia dei consumi all’Università di Bologna, Claudia Sorlini, docente di Microbiologia agraria all’Università degli Studi di Milano e responsabile del Comitato scientifico per Expo 2015, Leonardo Becchetti, docente di Economia politica presso l’Università di Roma «Tor Vergata» ed esperto dell’economia della felicità; Carlo Delmenico, direttore Responsabilità sociale d’impresa Simply Italia, Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, oltre a Guido Vittorio Leoni, presidente di Altromercato.

Nel pomeriggio, testimonianze interventi e testimonianze su 25 anni di Commercio Equo e Solidale in Italia e la storia di Altromercato: la storia di un’impresa economicamente sostenibile e di un modello di business basato sul rispetto dei diritti e della dignità delle persone e dell’ambiente.

«Vivere Responsabile è una scelta, la ricerca ci conferma che son in aumento le persone che agiscono nella vita quotidiana e negli acquisti solo dopo essersi informati, consapevoli del valore sociale dei propri gesti quotidiani – ha commentato Guido Vittorio Leoni, presidente di Altromercato –. Altromercato con i propri soci, volontari e botteghe distribuite in tutto il territorio, rende praticabili questi gesti, costruendo così valore per chi consuma e per chi produce prodotti di alta qualità, ma spesso in condizioni svantaggiate in Italia e nel mondo».

Il Consorzio Altromercato è composto da 118 Cooperative e organizzazioni non-profit che promuovono e diffondono il Commercio Equo e Solidale attraverso la gestione di circa 300 Botteghe Altromercato su tutto il territorio italiano e la distribuzione dei prodotti in altri canali di vendita.

Altromercato ha rapporti diretti con 170 organizzazioni di produttori, formate da decine di migliaia di artigiani e contadini, in Italia ed in altri 50 paesi del mondo. Li affianca nella produzione e ne distribuisce i prodotti pagandoli ed offrendoli in vendita a prezzi equi. Permette condizioni dignitose per chi produce e lavora nella filiera; assicura continuità nei rapporti di cooperazione e commerciali; applica sistemi a basso impatto ambientale, la produzione biologica e sollecita lo sviluppo cooperativo dell’imprenditorialità.

Attivo nei settori agro-alimentare, tessile/moda, casa, regalo e cosmesi, Altromercato sviluppa, realizza e commercializza un’ampia gamma di prodotti: oltre 400 prodotti alimentari anche freschi con vendite per il 60% provenienti da prodotti biologici; 80 prodotti di bio cosmesi naturale, con il marchio Natyr; circa 3.000 tra articoli di casa, regalo, bomboniere e ricorrenze; moda e accessori a marchio Auteurs du Monde. Dal 2011 l’offerta si è arricchita di una selezione di prodotti tipici italiani sviluppati con alcune realtà di economia sociale con il marchio Solidale italiano Altromercato. I principali prodotti di largo consumo sono presenti anche in punti vendita della grande distribuzione, negozi di alimentazione naturale e biologica, ristoranti, mense scolastiche, bar ed erboristerie. Nell’anno 2011/2012 il gruppo Altromercato ha registrato un fatturato all’ingrosso pari ad oltre 50 milioni di euro.