Un documento che vede nella prima parte tracciare l’inquadramento normativo e il processo temporale che hanno portato allo sviluppo di procedure e di approcci di elaborazione statistica adatti a questa componente biologica e poi a seguire l’analisi di due distinte procedure tecniche, sviluppate dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) Emilia-Romagna e il Centro italiano studi di biologia (Cisba), in collaborazione con Ispra ed Arpa Lombardia
È stato pubblicato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) il manuale: «Qualità del dato nel monitoraggio biologico: macroinvertebrati delle acque superficiali interne».
La qualità dei dati ecologici, così come richiesto dalla recente politica di gestione ambientale, è direttamente correlata al livello di fiducia riposto nei dati analitici forniti da laboratori che operano sul territorio; la partecipazione a confronti interlaboratorio rappresenta quindi un utile strumento per garantire la validazione del dato e permette agli operatori di documentare prestazioni di buona qualità.
Le linee guida pubblicate da Ispra riguardano un percorso volto a disegnare ed organizzare confronti interlaboratorio per la componente macrobentonica delle acque superficiali interne e rappresentano un documento, unico nel suo genere e in forma di guida per l’operatore, evidenziando con chiarezza le procedure per operare nell’ambito dei confronti interlaboratorio e questo conformemente alle norme vigenti.
In Italia, con l’emanazione del D.lgs. 152 del 2006 e dei successivi decreti attuativi che recepiscono la Direttiva 2000/60/CE, o Direttiva Quadro Acque, si applica l’approccio ecologico, orientato ad uno sviluppo sostenibile e ad una gestione integrata delle risorse idriche.
Gli elementi biologici richiesti per il monitoraggio rappresentano i differenti livelli trofici dell’ecosistema: i produttori primari (fitobenthos e macrofite) e i diversi livelli di consumatori (macroinvertebrati e pesci).
La Direttiva Quadro Acque richiede agli Stati membri la classificazione dei corpi idrici attraverso l’applicazione del monitoraggio biologico, che viene effettuato mediante l’utilizzo di elementi di qualità biologica per i quali vengono stabiliti rapporti di qualità biologica (Rqe). Tali rapporti rappresentano la distanza tra i valori dei parametri biologici osservati nel corpo idrico monitorato e i valori degli stessi parametri per un corpo idrico di riferimento dello stesso tipo fluviale. La classificazione espressa mediante rapporti di qualità biologica ha uno scarso valore se non è accompagnata da una stima quantitativa delle incertezze dovute al campionamento o ad altre fasi di analisi e dalla conoscenza del livello di fiducia con cui si assegna un corpo idrico ad una determinata classe di qualità. La consapevolezza dell’importanza degli aspetti legati alla qualità del dato ha portato la Commissione europea a inserire nella Direttiva 2000/60/CE la richiesta che il «livello di attendibilità e precisione conseguito dal sistema di monitoraggio» sia «definito nel piano di gestione del bacino idrografico» (paragrafo 1.3.4 dell’Allegato V della Direttiva 2000/60/CE).
I metodi biologici prevedono, oltre alla fase di campionamento, la valutazione biologica e la fase di classificazione, generalmente basata sull’identificazione tassonomica e il conteggio dei taxa presenti nel campione prelevato. Per i macroinvertebrati, così come per gli altri elementi biologici, l’abilità degli operatori nell’identificazione tassonomica e nel conteggio può avere una influenza rilevante sull’attendibilità e la precisione della classificazione.
Per garantire la comparabilità dei dati finali nell’applicazione dei metodi biologici è necessario un percorso che permetta di minimizzare la soggettività degli operatori ed evidenziare la capacità del metodo a rispondere solo alle variabili reali.
Ed è in questo quadro che viene intrapreso un percorso, un’esperienza maturata in cinque anni di confronti interlaboratorio e caratterizzata da un progressivo impegno nel migliorare il modello di esercizio individuando passaggi critici da correggere per affinarlo e questo allo scopo di assicurare sempre maggiore omogeneità nella fase di determinazione e conta degli organismi da parte di operatori esperti che operano nell’ambito del monitoraggio biologico.
Un documento che vede nella prima parte tracciare l’inquadramento normativo e il processo temporale che hanno portato allo sviluppo di procedure e di approcci di elaborazione statistica adatti a questa componente biologica e poi a seguire l’analisi di due distinte procedure tecniche, sviluppate dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) Emilia-Romagna e il Centro italiano studi di biologia ambientale (Cisba), in collaborazione con Ispra ed Arpa Lombardia, così riportate:
– Confronto interlaboratorio analisi dei macroinvertebrati bentonici negli ecosistemi fluviali.
– Confronto per l’abilitazione di Expert Panel nella conduzione di prove valutative sui macroinvertebrati bentonici.
In definitiva, una guida per procedere alla corretta organizzazione ed esecuzione sia di confronti interlaboratorio indirizzati alla valutazione della «performance» degli operatori sia all’organizzazione di specifici confronti che garantiscano il mantenimento delle competenze per gli Expert Panel.