L’adattamento ai cambiamenti climatici. Clima e rapida urbanizzazione rendono i residenti delle aree urbane più vulnerabili a una serie di problemi ambientali, tra cui gli elevati livelli di inquinamento atmosferico, la difficile gestione del consumo energetico ed i rischi per la salute legati all’esposizione ad onde di calore
Negli ultimi anni l’espansione urbana ha assunto proporzioni enormi. Nel 2007 quasi la metà della popolazione mondiale viveva in aree urbane, entro il 2030 la percentuale globale della popolazione urbana dovrebbe raggiungere il 60%.
L’effetto combinato dei cambiamenti climatici globali e della rapida urbanizzazione rende i residenti delle aree urbane più vulnerabili a una serie di problemi ambientali, tra cui gli elevati livelli di inquinamento atmosferico, la difficile gestione del consumo energetico ed i rischi per la salute legati all’esposizione ad onde di calore.
Questi problemi sono strettamente collegati alla cosiddetta isola di calore urbana (in inglese Urban Heat Island, Uhi). Questo fenomeno è considerato una delle manifestazioni più rappresentative e ben documentate delle modificazioni climatiche dovute all’urbanizzazione.
Più specificamente, l’urbanizzazione induce significative alterazioni delle caratteristiche superficiali ed atmosferiche, portando generalmente ad un aumento delle temperature rispetto alle aree circostanti non urbanizzate.
Per quanto riguarda la salute umana, la letteratura epidemiologica ha ben documentato i maggiori effetti del calore all’interno delle aree urbane, specialmente in quelle più densamente abitate, e dove vivono soggetti vulnerabili (ad es. anziani, bambini e soggetti con malattie croniche).
In questo contesto, le misure effettuate in ambiente urbano e i modelli atmosferici sono strumenti preziosi per acquisire accurate informazioni spaziali e temporali con un elevato livello di dettaglio per valutare le caratteristiche dell’Uhi.
Molte città hanno iniziato ad affrontare le conseguenze dovute all’isola di calore urbana nelle loro giurisdizioni locali ed iniziato a sviluppare strumenti e risorse per identificarne le cause e gli impatti (es. Stoccarda, Parigi).
Il rafforzamento della capacità di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici richiede quindi di studiare in maniera approfondita gli aspetti relativi all’isola di calore urbana.
Nonostante i significativi avanzamenti nella ricerca raggiunti nell’ultimo decennio, rimane aperta la sfida per l’implementazione di un sistema di previsione operativo della Uhi, anche rivolto ad una più accurata diffusione di informazioni destinate a cittadini e politici.
Questi temi sono al centro del progetto Asti, cui partecipa l’Ifac (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) del Cnr, che ha lo scopo di progettare, implementare, validare e pilotare una serie di sistemi di previsione per la predizione a breve termine dell’effetto isola di calore urbano (Uhi) durante le ondate di calore e il loro impatto sulla salute nelle due città mediterranee di Salonicco e Roma.
Gli strumenti sviluppati saranno utilizzati anche per valutare l’impatto degli scenari futuri sui cambiamenti climatici nelle due città e per quantificare l’esito della promozione di piani di mitigazione per combattere l’effetto Uhi nelle due città selezionate. Ciò porterà allo sviluppo di strategie per un migliore adattamento e mitigazione degli impatti Uhi durante le ondate di caldo estive, una riduzione del rischio in presenza delle onde di calore nelle aree metropolitane e una migliore attuazione delle politiche di efficienza energetica nelle città europee.
Il sistema di previsione sarà collegato ad un sistema di allarme sanitario per la prevenzione degli effetti sulla salute. Gli strumenti sviluppati saranno utilizzati anche per valutare l’impatto dell’Uhi sui cambiamenti climatici e quantificare l’esito dei benefici che potrebbero derivare dalla messa in atto di piani di mitigazione dell’Uhi.
Lo studio sarà condotto su due specifiche aree del Mediterraneo ma prevede, fra i suoi obiettivi principali, un piano concreto di replicabilità e trasferibilità finalizzato a supportare l’utilizzo dei risultati del progetto da autorità e stakeholder di altre regioni della Grecia e dell’Italia, così come di altri paesi dell’Ue che si trovano a fronteggiare gli impatti negativi legati agli effetti dell’isola di calore urbana.
(Fonte Arpat)