Ci stiamo suicidando perché l’attenzione non è sulla salute ma su energia, cambiamenti climatici, pace, violenze… tutte questioni sacre e importanti ma la cui soluzione passa da accordi politici nazionali, internazionali, economici e che giocano sulla sensibilità dei cittadini attraverso la stampa, le religioni, l’etica… e le cui soluzioni si avviano con il contagocce perché la molla è quella elettorale
Con questo articolo avviamo una serie di interventi scritti da collaboratori e simpatizzanti. Sono nel solco della tradizione di «Villaggio Globale» ma vogliono avere una marcia in più. Vogliono contribuire a creare una consapevolezza ed una coscienza maggiore nel Lettore perché è arrivato il momento che dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino nostro e del Pianeta. Non possiamo più delegare il futuro a nessuno. Per questo i Lettori devono essere più informati e, soprattutto, passare all’azione personale. Se la plastica fa male dobbiamo rendere le nostre case libere da plastica, se alcuni alimenti fanno male non dobbiamo comprarli più… Seguiteci, collaborate, partecipate.
Immettiamo nell’ambiente più di 100.000 sostanze chimiche e le possibili conseguenze su ambiente e salute sono poco o affatto note. Il particolato atmosferico, causato da processi di combustione, provoca circa nove milioni di morti premature l’anno, circa tre volte più delle morti da Aids, tubercolosi e malaria messe insieme e 15 volte più delle morti causate dalle guerre in corso e da ogni forma di violenza. Ma la grancassa della comunicazione dove fa più rumore? Sull’energia, sui cambiamenti climatici, sulla pace, sulle violenze… tutte questioni sacre e importanti ma la cui soluzione passa da accordi politici nazionali, internazionali, economici e che giocano sulla sensibilità dei cittadini attraverso la stampa, le religioni, l’etica… e le cui soluzioni si avviano con il contagocce perché la molla è quella elettorale.
Siamo quindi prigionieri di un gioco che non comandiamo ma che subiamo illudendoci di essere attori.
E, purtroppo, il ventaglio delle attenzioni e sensibilità ambientaliste è di conseguenza sbilanciato nel vano tentativo di seguire le problematiche.
Ora, volendo alzare il tiro, dopo la valanga di problemi che ci sta cadendo addosso, giustamente si dà l’allarme sulla futura esistenza del genere umano. Ma credo che l’estinzione, se estinzione ci sarà, avverrà per un lento suicidio a causa dell’aumento delle varie sostanze tossiche.
Infatti, non si è mai sentito parlare di come si costruisce una merce, di cosa causano i vari componenti. E sul mercato arriva il prodotto bell’e pronto, sponsorizzato e propagandato verde, bio, salutare ecc. ecc. Così, indirettamente e silenziosamente altri elaborano piani e introducono prodotti, servendosi della pubblicità ambientale e salutista che ci accompagna quotidianamente acquietando la nostra coscienza.
Il risultato è che nuove professionalità, nuovi laboratori crescono con lo scopo di registrare e controllare questo cocktail di veleni che ci sta uccidendo: malattie respiratorie, allergie, intolleranze, malattie rare che crescono, relazioni che si scoprono fra inquinanti e disfunzioni erettili, anticrittogamici e malattie nuove…
Fortunatamente la sensibilità popolare sta crescendo ma l’attenzione si sta orientando verso problemi (traffico, decarbonizzazione, plastica…) la cui soluzione verrà dall’ingegnerizzazione della società che acquieterà gli animi e riconquisterà la fiducia perduta.
Mentre le multinazionali continueranno sottotraccia con nuove sostanze e inquinanti a minare la nostra vita.
Le denunce settoriali servono ma ormai non bastano più per la gravità dei problemi che ci stanno devastando.
Si deve fare lo sforzo di globalizzare le problematiche ed agire con multidisciplinarietà (5G, grafene ed altri nuovi nano-materiali, relativi trattamenti dei campi per favorire Ogm, ecc.).
È questo il focus attorno al quale nacque 21 anni fa «Villaggio Globale»: mostrare la complessità della vita che viviamo e non farsi distrarre da problemi particolari perché la vita è globale, bisogna agire su tutti i fronti, informarsi, comunicare, denunciare perché non vogliamo rinunciare a nulla di quello che la cultura e l’ingegno dell’uomo hanno prodotto per il benessere di tutti e non per l’egoismo di pochi. Per questo rafforzeremo i mezzi con cui vogliamo selezionare i nostri obiettivi.
No a scorciatoie no a «commissioni», non c’è più tempo. Una volta scovata la causa di un male, questa va bloccata e basta. Ci si deve attrezzare a rinunciare senza se e senza ma, siamo in emergenza, siamo in guerra contro l’egoismo e la mancanza di consapevolezza.
Ogni singola scelta individuale, ogni singolo acquisto che facciamo può essere fatto senza indossare l’abito dell’egoismo, deve essere fatto nella piena consapevolezza di come funziona il meccanismo nel quale siamo inseriti: solo così potrà avvenire un cambiamento rivoluzionario.
Ignazio Lippolis