Per António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, «stiamo iniziando a vedere il passaggio da un’economia grigia a un’economia verde di cui abbiamo urgentemente bisogno»
C’è dibattito attorno alla scelta del ministro Lorenzo Fioramonti di emanare una circolare con la quale si chiede ai docenti di giustificare l’assenza degli studenti in vista dello sciopero del 27 settembre sul clima. Global Strike For Future, questo il nome dell’evento che coinvolgerà molti ragazzi in tutto il mondo e anche tanti studenti italiani giustificati da una circolare emanata dal ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca della Repubblica italiana.
Dalla sua pagina social il Ministro dichiara: «In accordo con quanto richiesto da molte parti sociali e realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali, ho dato mandato di redigere una circolare che invitasse le scuole, pur nella loro autonomia, a considerare giustificabili le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico. In questa settimana dal 20 al 27 settembre, infatti, ragazzi e ragazze di ogni Paese stanno scendendo in piazza per rivendicare un’attenzione imprescindibile al loro futuro, che è minacciato dalla devastazione ambientale e da una concezione economica dello sviluppo ormai insostenibile. L’importanza di questa mobilitazione è quindi fondamentale per numerosi aspetti, a partire dalla necessità improrogabile di un cambiamento rapido dei modelli socio-economici imperanti. È in gioco il bene più essenziale, cioè imparare a prenderci cura del nostro mondo».
La mobilitazione mondiale arriva immediatamente dopo la chiusura del Summit mondiale sulle azioni per il clima delle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro. Settantasette Paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni nette di carbonio entro il 2050 con settanta paesi che hanno annunciato che aumenteranno i loro contributi nazionali determinati entro il 2020 e oltre 100 leader del settore privato che si sono impegnati ad accelerare il loro passaggio alla green economy.
Per António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, «stiamo iniziando a vedere il passaggio da un’economia grigia a un’economia verde di cui abbiamo urgentemente bisogno». Una verità questa che però cela difficoltà importanti come viene evidenziato dal Rapporto United in Science dove scienziati di spicco ci dicono che il divario tra ciò che dovremmo fare per affrontare la crisi climatica e ciò che stiamo effettivamente facendo, continua ad allargarsi.
Il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm), Sergio Costa, impegnato anch’egli al Summit per il clima, ha evidenziato come l’Italia abbia con forza sostenuto, davanti a tutti i Paesi del mondo e con il massimo del pragmatismo, che ora è il momento di osare.
«Dobbiamo osare, e con il Decreto Clima stiamo andando in questa direzione». In Italia il ministro Costa sta infatti avviando un percorso per inserire la tutela ambientale nella Costituzione incentivando la riduzione degli imballaggi anche per i consumatori e promuovendo una mobilità differente, più sostenibile.
E allora ben vengano le manifestazioni dei ragazzi che in tutto il mondo rivendicano il loro futuro. E se anche la strada avviata è molto lunga e piena di contraddizioni mai come in questo momento si sta parlando di clima e mai come oggi si comincia ad avere percezione reale di quello che può causare il cambiamento climatico. I giovani hanno svegliato gran parte del mondo con i loro scioperi scolastici e ora, milioni di adulti si stanno unendo in un’enorme ondata che sta dando il via a nuove azioni in tutto il mondo. L’urgenza della crisi climatica deve entrare in tutte le case, in tutte le aule e in ogni luogo sociale costringendo i potenti della Terra a fornire risposte che siano eque e incentrate sui diritti umani, equità e giustizia.
Elsa Sciancalepore