֎È l’ultimo residuo di un bosco mediterraneo che si trova all’interno di una proprietà della Porsche engineering e che si vuol tagliare per allargare la pista di collaudo auto. La petizione dei Comitato Custodi del Bosco d’Arneo e di tutti i cittadini e associazioni per la tutela della natura tedesche֎
Nel Salento, nel territorio di Nardò, in una zona caratterizzata fino all’inizio del secolo scorso da un bosco mediterraneo oggi quasi completamente scomparso, all’interno dell’area occupata dai circuiti per il collaudo di auto di lusso, il Nardò technical center, sopravvive uno dei pochi lembi di questo antico ecosistema di proprietà di Porsche engineering.
Si avvia così la petizione «Salviamo il Bosco d’Arneo minacciato dagli interessi della Porsche» avviata dal Comitato Custodi del Bosco d’Arneo, comitato nato dall’esigenza di salvare l’ultimo lembo del Bosco d’Arneo minacciato dalla Porsche.
Nella petizione si evidenzia come il sito di interesse sia un Sito di interesse comunitario (Sic) «Palude del Conte, dune di Punta Prosciutto», gestito dal Comune di Porto Cesareo, un’area protetta che contribuisce a mantenere viva la rete di biodiversità europea per le sue caratteristiche ambientali e che quindi, secondo quanto dispone la Direttiva Habitat del 1992, deve essere difesa e tutelata.
All’interno di quest’area c’è una lecceta di circa 200 ettari e alcuni habitat prioritari, i cosiddetti «percorsi substeppici di graminacee e piante annue», che dovrebbero essere conservati con la massima attenzione.
L’area è quindi interessata da vincoli ambientali molto stretti che sembravano sufficienti a preservarlo da ulteriori scellerati interventi antropici invece ciò non è bastato poiché la regione Puglia ha approvato la distruzione di quest’area naturale per l’ampliamento delle aree artificiali su cui insistono e si svilupperanno ulteriormente le piste automobilistiche della Porsche.
Una petizione con la quale si chiede alla regione Puglia di sospendere l’efficacia della delibera di Giunta del 29 agosto 2023 con cui è stato approvato l’Accordo di Programma tra la Regione stessa, il comune di Nardò, il comune di Porto Cesareo, il consorzio Asi Lecce e Porsche engineering Group GmbH per l’ampliamento della superficie del Nardò Technical Center.
Intanto a Stoccarda
Una situazione che ha visto il coinvolgimento anche oltre il confine italiano dove a Stoccarda, città tedesca sede di Porsche, sta crescendo in questi giorni la mobilitazione internazionale contro, per l’appunto, il piano di ampliamento del Nardò technical center. Il 12 marzo, infatti, le tre maggiori associazioni per la tutela della natura Nabu, Bund e Lnv hanno scritto una lettera aperta a Porsche per avere spiegazioni riguardo il progetto di sviluppo e chiedere l’immediata sospensione dei piani di disboscamento.
E allora vediamo nel dettaglio quanto sta avvenendo a Stoccarda.
Dopo la mozione presentata lo scorso 5 marzo alla Commissione clima e ambiente dell’assemblea comunale di Stoccarda da 7 consiglieri della coalizione di sinistra Sos Linke Puls Fraction di Zuffenhausen, le manifestazioni davanti alla sede Porsche e il sit-in organizzato dall’associazione Arge Nord Ost, continuano le richieste al management di Porsche contro la «distruzione forestale made in Germany», come si legge in apertura della lettera.
Le tre associazioni Nabu, Bund e Lnv, con un totale di 700mila membri, hanno costituito, infatti, l’«Alleanza d’Azione contro la distruzione dell’ambiente e della natura da parte di Porsche, a casa e all’estero» e si rivolgono direttamente a Oliver Blume, Ceo del Gruppo Volkswagen, e Markus-Christian Eberl, Ceo di Porsche engineering, proprietaria del Nardò Technical Center, scrivendo come il piano sia in netto contrasto con gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e comporti conseguenze drastiche e irreversibili per il Salento.
Il Comitato Custodi del Bosco d’Arneo sottolinea quindi come sia importante il supporto da parte della società civile tedesca, una risposta immediata che ha visto dopo il programma d’inchiesta di Ard1 su Das Erste, prima rete televisiva pubblica tedesca, una manifestazione di solidarietà fondamentale che ha creato una sorta di cooperazione tra ambientalisti salentini e tedeschi. E in poche settimane la petizione in lingua tedesca ha raggiunto 83mila firme, che si aggiungono alle 45mila già raccolte dal comitato.
Una cooperazione attiva e concreta, sottolinea il Comitato, che contrasta con quella degli ambientalisti nostrani che, con le dovute eccezioni, sono rimasti in larga parte in silenzio. E con l’approssimarsi della sentenza del Tar al ricorso depositato il 22 gennaio dal Comitato Custodi del Bosco d’Arneo, Italia Nostra e il Gruppo di Intervento Giuridico e in vista delle iniziative che il Comitato organizzerà in Germania, si sente l’esigenza di manifestare anche in Italia.
Presto il Comitato pubblicherà una lettera aperta per chiedere l’adesione a tutte le «persone di buona volontà» ad aderire alla manifestazione in difesa della «Palude del Conte, dune di Punta Prosciutto»; la data sarà annunciata per tempo.
Elsa Sciancalepore