Invaso di Bilancino

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Arpat svolge da anni studi sulla condizione del lago e dell’ambiente circostante: una prima pubblicazione prese in considerazione il periodo tra il 2002 e il 2003, mentre è recente l’uscita della seconda pubblicazione, relativa al periodo 2004-2006

Il lago di Bilancino, seppure di origine artificiale, ha acquisito negli anni un’importanza notevole dal punto di vista economico, sociale ed ambientale per la zona del Mugello. La diga, che permette l’esistenza del lago, argina il flusso del fiume Sieve e di altri corsi d’acqua e ne regimenta la portata,
soddisfacendo quindi l’obiettivo che si perseguiva al momento della costruzione, attraverso la laminazione delle piene in tempo di morbida ed il mantenimento del deflusso minimo vitale dei fiumi Arno e Sieve nei periodi di magra. Ma non si limita a questo, gli impieghi della risorsa idrica sono costituiti
anche dall’utilizzo idropotabile e dalla produzione di energia idroelettrica. Ad ormai quasi 10 anni dalla inaugurazione ufficiale della diga, avvenuta nel 1999, il lago di Bilancino
ha assunto ulteriori significati per il territorio del Mugello: è frequentato dalla popolazione della zona e delle città circostanti come zona ricreativa e aggregativa, dove è possibile praticare vela, canoa e windsurf, oltre alla più classica balneazione.
Dal punto di vista ecologico, il lago ha consentito la creazione dell’Oasi di Gabbianello nel 2004, fondamentale area naturale per la protezione della biodiversità, considerando che in tutto il Mugello stiamo assistendo ad una progressiva scomparsa di ambienti umidi. L’equilibrio dell’ecosistema Bilancino
è però minacciato dalla diffusione di Dreissena polymorpha, conosciuta comunemente come «cozza zebrata», specie alloctona originaria del Mar Caspio, che è stata definita dall’Icun (International Union for Conservation of Nature) «una delle 100 peggiori specie aliene invasive al
mondo», a causa degli effetti negativi che la sua crescita provoca negli ecosistemi lacustri e per il danno economico che è in grado di produrre. Inoltre la zona circostante all’invaso è interessata dai lavori per la realizzazione della
Variante di Valico, che potrebbero costituire un elemento di rischio, a causa del dilavamento delle aree interessate dalle lavorazioni in atto. E’ quindi per tutta una serie di motivi che la salvaguardia dell’invaso richiede una grande attenzione e un continuo monitoraggio dei fattori di rischio. Arpat svolge da anni studi sulla condizione del lago e dell’ambiente circostante:
una prima pubblicazione prese in considerazione il periodo tra il 2002 e il 2003, mentre è recente l’uscita della seconda pubblicazione, relativa al periodo 2004-2006.
Le indagini Arpat hanno riguardato quanto previsto dalla
normativa allora vigente (D. Lgs. 152/99): classificazione dello stato ecologico ed ambientale, potabilizzazione, balneazione e vita dei pesci . Inoltre dal 2003 è stato avviato un progetto speciale di analisi aggiuntive:
sono state scelte e monitorate 5 stazioni di campionamento
all’interno dell’invaso e, allo scopo di verificare gli eventuali
apporti inquinanti provenienti dal bacino idrografico, 5 immissari (torrenti Lora, Stura, Sorcella, Tavaiano e fiume Sieve).
Nel periodo 2003-2005 è stata attiva una stazione automatica
(boa profilatrice), che permetteva la determinazione giornaliera dei parametri di base ossigeno, temperatura, pH, potenziale redox e conducibilità.
Dall’inizio dello studio è stato analizzato anche il fitoplancton
lacustre, i dati del quale possono costituire una base conoscitiva utile sui primi anni di esistenza dell’invaso, per future indagini su scala pluriennale e a lungo termine.
I risultati delle analisi hanno permesso di classificare lo stato
ecologico dell’invaso nella classe 3 Seca (Stato Ecologico) –
sufficiente, quasi per tutto il periodo. Soltanto nel 2006 la
maggiore presenza di clorofilla a ha portato all’attribuzione
della classe 4 Seca – scadente. In ogni modo, è grazie all’invaso di Bilancino se la qualità delle acque dell’Arno nel tratto a monte di Firenze è passata proprio da classe 4 a classe 3 a partire dal 2003.
Riguardo allo stato trofico dell’invaso, si rileva una condizione
complessiva di mesotrofia (vedi glossario), già evidenziata nel
corso del precedente studio.
L’invaso di Bilancino viene utilizzato nei mesi estivi ai fini della
balneazione. Le indagini hanno confermato la conformità
delle acque alla normativa dettata dal DPR 470/82, che si
riferisce ai parametri di colorazione, trasparenza, ossigeno
disciolto, pH, oli minerali, fenoli, sostanze tensioattive, Coliformi totali, Coliformi fecali e Streptococchi fecali.
E’ stato invece rivelato un peggioramento della qualità delle
acque destinate alla potabilizzazione, legato al parametro
temperatura. Nel caso della temperatura, sono comunque possibili deroghe in conformità all’art. 81 del D. Lgs 152/06.
Queste acque devono essere classificate dalla Regione nelle
categorie A1, A2 ed A3 sulla base dei risultati ottenuti da
specifiche analisi fisiche, chimiche e microbiologiche (Tab 1/
A dell’allegato 2 alla parte terza del D.Lgs 152/06) eseguite
con periodicità stabilita. La classificazione conduce al tipo di
trattamento di potabilizzazione da utilizzare, come di seguito
riportato.
– Categoria A1: trattamento fisico semplice e disinfezione;
– Categoria A2: trattamento fisco e chimico normale e disinfezione;
– Categoria A3: trattamento fisico e chimico spinto e disinfezione.
Senza considerare il parametro temperatura, la classificazione
ricadrebbe categoria A2 e i parametri che la determinerebbero sono quelli batteriologici (Coliformi totali, Coliformi fecali, Salmonelle).
Riguardo lo studio sulla vita dei pesci, è confermata la
classificazione a ciprinidi. Per quanto riguarda i fitofarmaci, le sostanze attive ricercate dal laboratorio sono oltre un
centinaio, distribuite fra varie classi di attività fitoiatrica
(erbicidi, fungicidi, insetticidi) e classi chimiche (organoclorurati, organofosforati, triazinici, cloroacetanilidici
ecc.). Su un totale di 10 prelievi si registrano 3 casi con quantità misurabili di terbutilazina (erbicida triazinico
di diffuso impiego) in concentrazione pari a 0,02 μg/L. I valori
riscontrati sono tuttavia inferiori ai valori limite per le acque
destinate al consumo umano (0,1 μg/L). I risultati confermano
quanto già rilevato nella precedente indagine e sembrano indicare una situazione non critica, almeno per le sostanze indagate, sotto l’aspetto dell’apporto inquinante di residui di prodotti fitosanitari utilizzati nelle pratiche agricole.
In generale si può apprezzare come la qualità biologica degli
immissari in esame sia generalmente buona, caratterizzata da
variazioni a volte significative, comprese tra valori ottimi e
sufficienti. I valori ottimali sono generalmente raggiunti nei
mesi primaverili, nei quali si riscontrano valori elevati di indice
I.B.E. (Indice Biotico Esteso), con comunità macrobentoniche
diversificate e caratterizzate dai generi più esigenti in termini ambientali (Plecotteri). La stagione estiva, caratterizzata
da scarsa portata, minore capacità autodepurativa e in alcuni torrenti da asciutta, è caratterizzata da valori di I.B.E. più bassi. Rispetto a quanto veniva rilevato nel 2003, oggetto della pubblicazione precedente, si rileva una tendenza
a maggiori valori di indice I.B.E. in tutti i torrenti analizzati,
tranne che per il fiume Sieve. I valori di Escherichia coli nel torrente Sorcella e nel fiume Sieve risultano inferiori a quelli previsti per il livello 2 del L.I.M. (Livello di inquinamento da macrodescrittori). Valori più elevati, ma quasi sempre inferiori al livello 3 L.I.M., vengono registrati nei torrenti Lora e Tavaiano. I valori maggiori di E. coli vengono rilevati nel torrente Stura con un massimo nel maggio 2005. Questo dato, assieme alla concentrazione di azoto ammoniacale, che in questo mese risulta superiore a tutti gli altri campionamenti, suggeriscono un fenomeno di contaminazione in atto da liquami biologici.