«La strada da percorrere è quella dell’estensione del porta a porta, della costruzione degli impianti di riciclaggio (a partire dall’organico), della diffusione delle politiche di prevenzione e della realizzazione, per i rifiuti residuali non altrimenti riciclabili, degli impianti di smaltimento finale»
Sono stati premiati a Roma i «Comuni Ricicloni 2011» e, anche quest’anno, è il nord Italia ad aggiudicarsi il podio per la gestione dei rifiuti; è, infatti, Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, per la seconda volta al primo posto della classifica di Legambiente. Ben 1.290 comuni vincono l’appellativo di ricicloni 2011 per aver superato il 60% di raccolta differenziata, mentre ben 731 comuni si confermano lo «zoccolo duro» del concorso.
Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, in riferimento alla gestione dei rifiuti, tema controverso affrontato ovunque ma con maggiore regolarità in alcune aree nazionali, ribadisce: «Come dimostra il caso di Napoli, quello della gestione dei rifiuti è un settore da non sottovalutare. Nonostante i passi avanti compiuti e gli exploit di Salerno e dei capoluoghi sardi, rimangono ancora ampie zone problematiche, soprattutto a carico delle metropoli, sulle quali è urgente investire. La strada da percorrere è evidentemente quella dell’estensione del porta a porta, della costruzione degli impianti di riciclaggio (a partire dall’organico), della diffusione delle politiche di prevenzione e della realizzazione, per i rifiuti residuali non altrimenti riciclabili, degli impianti di smaltimento finale».
Comuni ricicloni 2011 di Legambiente ha voluto premiare i comuni che avessero raggiunto già nel 2010 la quota che, per legge, è richiesta solo dal 2011 di almeno il 60% di raccolta differenziata, quota che nel 2010 era fissata al 50%. La valutazione dei comuni è avvenuta attraverso un Indice di buona gestione che ha considerato l’azione a tutto campo nel governo complessivo del settore rifiuti: produzione, riduzione, riciclo. Il risultato è stato positivo considerando anche se, ai 1.289 comuni virtuosi, aggiungessimo i 448 che hanno, comunque, superato il 50% di raccolta differenziata richiesto dalla normativa per il 2010, arriveremmo alla quota di almeno 1.738 comuni in regola con la legge dello Stato.
Importante è notare che ad eccezione di Ponte nelle Alpi, nelle prime 100 posizioni, molti sono i comuni che fanno parte di un consorzio ed è questa la prova che fare sistema nel proprio territorio ha ricadute importanti sull’economia locale e nazionale, alimentando il commercio e il mercato dei materiali di cui si avvalgono migliaia di imprese che riutilizzano la materia prima. E riutilizzando questa materia si contribuisce a realizzare un duplice scopo, ossia, sia sottrarre alla discarica quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti con un contenimento notevole, circa 3 milioni di tonnellate, nei rilasci di CO2 in atmosfera; sia evitare l’approvvigionamento di nuove sostanze vergini da immettere nel ciclo produttivo e tutto a difesa di quel modello teorico di sviluppo economico tanto difficilmente introdotto nei nuovi sistemi economici globali che va sotto il nome di Green economy.
Ma guardiamo più da vicino i dati rinvenienti dallo studio; bene, risultano assenti dalla classifica le grandi metropoli italiane. A livello regionale risultano tre le regioni più virtuose ossia il Veneto, che svetta ancora in cima alla classifica con una percentuale del 65,6% di amministrazioni virtuose sul totale dei comuni, seguito dal Friuli Venezia Giulia con il 34,2% e dal Trentino Alto Adige col 28, 3%. A seguire la Lombardia e la Liguria che sta cominciando a muovere piccoli passi verso l’obiettivo di un maggior recupero di rifiuto in ambito comunale. Scendendo lungo lo stivale troviamo le Marche, regione capofila dell’area centro, tre comuni dell’Umbria (Tuoro Sul Trasimeno, Piegaro, Giano Dell’Umbria) e alcuni comuni del Lazio. Note dolenti si rilevano in Toscana, dove a parte qualche rara e lodevole eccezione, si stenta ad affrontare col piede giusto la gestione dei rifiuti comunali mentre nel Sud non si registra nessuna grossa novità rispetto alla situazione degli anni passati con una riconferma della Campania che colloca nelle differenti graduatorie demografiche 48 comuni, tra cui i capoluoghi di provincia Salerno e Avellino seguita dalla Sardegna con 34 comuni, tra cui i 3 capoluoghi Carbonia, Oristano e Nuoro e dall’Abruzzo con 11 comuni.
In definitiva, quello che vien fuori da questo studio è un’Italia appassionata alla differenziata e che, se anche quest’anno vede il nord collocato nelle prime posizione per la gestione dei rifiuti, incoraggia realtà, come la Sardegna e la Campania, che stanno dimostrando di riuscire a mettere in atto buone performance, un risultato questo che, soprattutto per la regione Campania che vede il suo capoluogo di regione sempre alle prese con l’emergenza rifiuti, delinea un senso di riscatto e di stimolo per tutti quei centri che stentano a entrare nell’ottica che una gestione dei rifiuti, volta a sfruttare un minor quantitativo di materiali vergini all’inizio del ciclo produttivo e a realizzare una elevata percentuale di raccolta differenziata, è possibile.