La visione dell’artista vuole essere una risposta che unisca macro e microcosmo sotto il segno della Volontà. Non è possibile che l’arte e la scienza non si assumano responsabilità, non vadano oltre la normale «soluzione di problemi». Può un’arte astratta arrivare a tutto questo? La risposta è positiva a leggere in profondità la qualità pittorica di Bergamo
Renzo Bergamo ha sempre manifestato, cioè letteralmente «reso manifesta», la relazione visiva tra il Caos come propulsore di idee e novità e la creatività dell’artista consapevole. La sua «EstEtica del Caos» sviluppata soprattutto nell’ultimo decennio del secolo appena passato, è un paradigma del rapporto tra arte e scienza, la sintesi di un lavoro incessante di riflessione tra le forze cosmiche e quelle dell’individualità artistica. Bergamo ha saputo sviluppare una poetica «naturale» che non è mai descrittiva, ma cerca nell’interiorità del proprio essere artista un riflesso delle forze che agitano l’universo.
Ha saputo costituire non solo un ciclo di opere coeso e coerente, ma ha voluto permeare l’intensità del Caos come corrente vitale, scontro di forme e di sostanze,infinito ritorno del differente. La sua pittura costituisce di per sé un nuovo linguaggio non appaiabile ad esperienze precedenti se non per similitudini di superficie.
La visione dell’artista vuole essere una risposta che unisca macro e microcosmo sotto il segno della Volontà. Non è possibile che l’arte e la scienza non si assumano responsabilità, non vadano oltre la normale «soluzione di problemi». Può un’arte astratta arrivare a tutto questo? La risposta è positiva a leggere in profondità la qualità pittorica di Bergamo e anche la sua necessità di dare alla pittura una voce diversa da quella che le si attribuisce di solito, cioè di piacevole accessorio del mondo.
È interessante in Bergamo proprio la sua capacità di sintesi rispetto ad una posizione civile dell’artista, al suo ruolo nella società e anche come posizione nel mondo. Non siamo soggetti passivi, gli uomini possono modificare l’universo a cominciare da se stessi.
Bergamo rappresenta processi, rivela le regole del gioco in una sintesi concettuale tra il linguaggio della pittura e le teorie scientifiche senza gerarchie o subordinazioni.
Estetica ed etica convivono nella stessa parola perché vi è un costante richiamo ad una sorta di ordine della bellezza.
(Fonte Arskey, Valerio Dehò)