L’acqua lucana disseta anche i pugliesi, ecco perché durante l’ultima assemblea la Rete appulo-lucana ha messo in cantiere una serie di iniziative volte a sollecitare i governi regionali di Puglia e Basilicata
Domenica scorsa, ad Altamura ha avuto luogo la 5. assemblea della Rete Salva l’Acqua. Si tratta di comitati e gruppi attivi pugliesi e lucani che operano in diversi contesti, ma hanno tutti a cuore il diritto all’Acqua potabile e la salvaguardia del bene comune per eccellenza.
All’ordine del giorno si è discusso dell’allerta suscitata dagli ultimi sviluppi legislativi che, con il decreto «Sblocca Italia», creano le condizioni per ulteriori catastrofi ambientali inevitabili laddove le leggi del mercato e del profitto hanno il sopravvento sulla salvaguardia della salute, della terra sulla quale viviamo e delle persone stesse.
Diversi sindaci lucani stanno facendo rete per cercare di arginare la deriva verticistica e deregolamentatrice del governo che con il decreto (che diventerà legge il prossimo 12 novembre) definisce «strategiche», ad esempio, le trivellazioni, ignorando gli effetti devastanti che le attività estrattive e di lavorazione del petrolio hanno ed avranno su ecosistemi delicati come quello della Basilicata.
L’acqua lucana disseta anche i pugliesi, ecco perché durante l’ultima assemblea la Rete appulo-lucana ha messo in cantiere una serie di iniziative volte a sollecitare i governi regionali di Puglia e Basilicata affinché chiedano il rispetto della propria prerogativa in materia di tutela del territorio e della salute.
I governi di Puglia e Basilicata saranno chiamati in causa con la richiesta che presentino ricorso alla Corte Costituzionale. Verranno corresponsabilizzati anche i sindaci pugliesi: non si può pensare di lasciare soli i primi cittadini lucani. Il sindaco ha il compito di tutelare la salute dei concittadini con una delibera di consiglio o di giunta o con altro atto pubblico che possa lanciare un messaggio chiaro al governo nazionale: l’acqua viene prima del petrolio, la salute e la vita stessa vengono prima dei soldi.
La protesta della Rete appulo-lucana raggiungerà anche i parlamentari e questo per ottenere il rispetto dei diritti fondamentali ossia quello all’acqua, ad un ambiente salubre, alla salute, diritti necessari per rendere una comunità sostenibile.