Impresa austriaca compra legno illegale

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Avrebbe anche tentato di affondare la legge forestale. Se continueranno a lavorare gli impianti della Schweighofe processeranno 320mila ettari di foreste nella sola Romania. Il disboscamento illegale minaccia le ultime foreste primarie d’Europa, il 60 per cento delle quali si trova in Romania. Queste foreste incontaminate ospitano più mammiferi di grandi dimensioni (orso bruno, lupo, lince) dell’intera Unione europea

Il ministero dell’Ambiente, acque e delle foreste romeno ha deciso di inviare alla Procura i risultati della propria ispezione presso la principale azienda del legno in Romania, l’austriaca Holzindustrie Schweighofer, con l’accusa di attività di taglio illegale, in base al sospetto di acquisire legname di origine illegale da più operatori.
Nel corso delle ispezioni, il sistema di registrazione del legame in entrata è stato trovato quanto meno lacunoso, con quantità stoccate diverse da quelle dichiarate. Sono stati rinvenuti oltre 1.400 metri cubi di legname privi di documentazione legale origine, e altri 30.000 metri cubi di legname di sospetta origine illegale.

La Schweighofer, secondo i quotidiani romeni, ha svolto un ruolo centrale nella creazione di una lobby politica per fermare la promulgazione di una nuova legge forestale, attualmente in discussione nel Parlamento rumeno.

Lo scorso aprile, l’Environmental Investigation Agency (Eia), un’associazione ambientalista con sede a Washington, DC e Londra, ha pubblicato un video che denuncia come la Schweighofer, abbia volontariamente e consapevolmente accettato legname di provenienza illegale. Anzi, con un sistema di bonus, la compagnia del legno ha incentivato la distruzione illegale delle foreste del paese.

Nel video prodotto dall’Eia, gli investigatori si sono presentati come operatori stranieri in possesso di diritti di taglio di legname su terreni proprietà collettiva in Romania. Gli investigatori (e falsi operatori) hanno più volte palesemente detto a funzionari rumeni e alla Schweighofer austriaca, di avere intenzione di tagliare più di quanto consentito in base al contratto e si sono assicurati che la Schweighofer avrebbe acquistato tutto il legname. Gli impiegati della Schweighofer hanno confermato che avrebbero comprato tutto il legno e hanno perfino offerto un bonus per tutto il legname in più che sarebbe stato consegnato.

Nel frattempo era già esploso il caso della Schweighofer-Leaks: poco dopo che il Presidente della Romania aveva inviato il progetto di legge forestale Parlamento, i media rumeni hanno pubblicato una lettera in cui il direttore della Schweighofer chiedeva al Primo ministro rumeno di modificare il progetto di legge modificato, minacciando, in caso contrario, pesanti ricadute sulle relazioni commerciali tra Austria e Romania. In un’altra lettera pubblicata dai media, l’ambasciata austriaca a Bucarest richiedeva un incontro del governo rumeno con la Schweighofer, al fine di arrivare ad un accordo sulla nuova legge forestale rumena. In particolare, la Schweighofer non accettava la norma che prevedeva un limite di prelievo del 30 per cento di una determinata specie legnosa.

La Holzindustrie Schweighofer è una impresa controllata da una delle più ricche famiglie, e processa e commercia legname e prodotti a base di legno, in gran parte originari dalla Romania, ed esporta in Unione europea, Giappone a Nord America. Se continueranno a lavorare gli impianti della Schweighofe processeranno 320mila ettari di foreste nella sola Romania.
Il disboscamento illegale minaccia le ultime foreste primarie d’Europa, il 60 per cento delle quali si trova in Romania. Queste foreste incontaminate ospitano più mammiferi di grandi dimensioni (orso bruno, lupo, lince) dell’intera Unione europea.