La qualità dell’aria lascia ancora a desiderare

936
Tempo di lettura: 3 minuti

L’XI Rapporto sulla Qualità dell’ambiente urbano realizzato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Ispra/Arpa/Appa) presenta i dati relativi alle principali tematiche ambientali in 85 Comuni capoluogo di provincia. Alcuni standard normativi per la protezione della salute umana non sono ancora rispettati in un largo numero di aree urbane, ad esempio, per il PM10 si registrano superamenti del valore limite giornaliero in 30 aree urbane e 18 di queste hanno già superato il valore limite giornaliero nel primo semestre del 2015; inoltre, il valore limite annuale per l’NO2 è superato in 20 città

È stato presentato l’XI Rapporto sulla Qualità dell’ambiente urbano realizzato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Ispra/Arpa/Appa) accompagnato da due ulteriori prodotti: le Linee guida di forestazione urbana sostenibile che Ispra ha realizzato insieme a Roma Capitale e il Focus sull’inquinamento elettromagnetico in ambiente urbano.
Un’edizione quella del 2015 che presenta i dati relativi alle principali tematiche ambientali in 85 Comuni capoluogo di provincia e articolandosi in nove macro-aree tematiche: Popolazione e demografia di impresa, Suolo e territorio, Natura, Rifiuti, Acque, Qualità dell’aria, Trasporti e mobilità, Inquinamento acustico, Azioni e strumenti per la sostenibilità locale e per il clima ha come obiettivo quello di divulgare la migliore informazione ambientale disponibile a livello nazionale.
Quello che si riscontra è che migliora, sia pur di poco, la qualità dell’aria, ma le nostre città risultano più rumorose.
Scarso il verde pubblico, ricco il patrimonio di biodiversità e paesaggi, grazie alle aree naturali protette e alle aree agricole.
Moderato trend di riduzione dei livelli di PM10, NO2 (biossido di azoto) nel 2014 rispetto agli anni precedenti, oltre al sostanziale rispetto del valore limite annuale per il PM2,5. Alcuni standard normativi per la protezione della salute umana non sono ancora rispettati in un largo numero di aree urbane, ad esempio, per il PM10 si registrano superamenti del valore limite giornaliero in 30 aree urbane e 18 di queste hanno già superato il valore limite giornaliero nel primo semestre del 2015; inoltre, il valore limite annuale per l’NO2 è superato in 20 città. I livelli di ozono continuano ad oscillare di anno in anno, soprattutto in conseguenza delle condizioni meteorologiche nella stagione estiva, restando nel 2014 e nel periodo estivo 2015, ben al di sopra degli standard normativi nella gran parte delle città.
I limiti di legge di benzene, arsenico, cadmio e nichel (riferiti alla media annuale) sono rispettati in tutti i casi, come accade ormai da alcuni anni. Per il PM2,5 il valore limite viene superato solo nell’agglomerato di Milano, mentre per il benzo(a)pirene si registrano superamenti del valore obiettivo oltre che nell’agglomerato di Milano anche a Torino, Bolzano e Terni.
Un tema quello dell’inquinamento atmosferico che è di rilevanza prioritaria in quanto rappresenta un importante fattore di rischio per la salute umana, i cui effetti sono documentati da numerosi studi clinici, tossicologici ed epidemiologici, oltre a determinare importanti effetti dannosi all’ecosistema e ai manufatti.
Tema dell’inquinamento che si sposa con quello dell’utilizzo del trasporto pubblico locale, in lieve ripresa nel 2014 rispetto al 2013, che rappresenta un elemento particolarmente significativo per l’analisi della vivibilità delle nostre città ed è strettamente connesso con le elevate concentrazioni di sostanze inquinanti, che spesso costringono le Amministrazioni a misure finalizzate al contenimento delle emissioni.
Trasporto pubblico locale che grazie ad altre soluzioni socialmente ed economicamente sostenibili quali, ad esempio, il car sharing e il bike-sharing, aiutano a definire l’idea di una città vivibile.
Nel rapporto si sottolinea l’importanza del ruolo del verde urbano nella mitigazione dell’inquinamento atmosferico, prerogativa ampiamente riconosciuta dalla comunità scientifica e dalle istituzioni e se il totale di verde pubblico sulla superficie comunale incide in misura piuttosto scarsa nella maggior parte dei Comuni, la superficie disponibile per abitante risulta superiore ai 30 m2/ab in quasi metà delle città analizzate con valori maggiori in presenza di aree naturali protette e superfici boscate, come a Matera, Trento, Potenza e Terni.
Una forestazione urbana che fornisce benefici non solo ambientali, ma anche sociali ed economici e che, come indicato nelle Linee guida di forestazione urbana sostenibile, può, se scelta a dovere nella definizione delle specie vegetali da impiantare, risultare efficiente nel rimuovere gli inquinanti presenti in atmosfera.
Dal Rapporto si evince inoltre che Roma e Milano sono le città con una maggiore superficie di suolo consumato anche se, in generale, i valori di superficie consumata totale stimati con lo stesso metodo degli anni precedenti, non si discostano sostanzialmente dai dati del X Rapporto.
Oltre al consumo di suolo, una minaccia alla preservazione del patrimonio boscato urbano è rappresentata dagli incendi che dal 2009 al 2013 sono stati 1.658, per un totale di oltre 18.000 ha di superficie interessata, circa metà della quale boscata.
Anche il rumore rappresenta un importante fattore di disturbo nella vita cittadina. Dai dati disponibili, si rileva che nelle 85 città considerate nel Rapporto, nel 2014 sono state effettuate 1.332 attività di controllo, contro le 1.602 del 2013, evidenziando una flessione rispetto all’anno precedente.
Infine, si segnala un calo, nel 2014, degli incidenti stradali rispetto al 2013, con una percentuale (circa il 75%) di incidenti registrati in ambito urbano con particolare attenzione posta al problema degli utenti deboli della strada che fanno registrare un dato lievemente migliorativo relativo ai ciclisti, in particolare, dove si registrano un numero di morti+feriti aumentato del 23% tra il 2006 ed il 2013 ma in diminuzione nell’ultimo anno del 4%.