I geoparchi attendono la valorizzazione

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©Cristiano Queirolo
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Il territorio italiano deriva da un’evoluzione geologica, geomorfologica e geodinamica molto recente e per questo presenta una elevata geodiversità, requisito fondamentale per ricostruire la storia dei luoghi e per valorizzare, attraverso un turismo sostenibile, il patrimonio geologico e le risorse ad esso correlate

L’insieme di risorse naturali non rinnovabili, di valore scientifico, culturale o educativo, quali formazioni o strutture geologiche, forme del paesaggio o giacimenti paleontologici e mineralogici che permettono di riconoscere, studiare ed interpretare l’evoluzione della storia geologica della Terra ed i processi che l’hanno interessata questo quanto afferma la «Dichiarazione internazionale dei diritti della memoria della Terra» approvata durante il I Simposio internazionale per la protezione del Patrimonio Geologico nel 1991.
A ricordarlo è Cristina Giovagnoli del Servizio geologico d’Italia dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) durante il corso di aggiornamento professionale «Patrimonio geologico e geoturismo» evento organizzato dalla Società italiana di geologia ambientale (Sigea) in collaborazione con il Consiglio nazionale dei geologi.

Il territorio italiano deriva da un’evoluzione geologica, geomorfologica e geodinamica molto recente e per questo presenta una elevata geodiversità, requisito fondamentale per ricostruire la storia dei luoghi e per valorizzare, attraverso un turismo sostenibile, il patrimonio geologico e le risorse ad esso correlate.
E in questo processo di conoscenza del territorio il geosito, «singolarità geologica» che per rarità, valore scientifico e bellezza paesaggistica, considerato un vero monumento naturale da salvaguardare, tutelare e valorizzare, è sicuramente quell’elemento in grado di fornire un contributo utile alla comprensione dell’evoluzione geologica di una regione.

L’Ispra nel 2002 avviò il progetto «Inventario Nazionale dei Geositi» che si proponeva di realizzare a livello nazionale un elenco dei geositi e questo al fine di creare uno strumento utile sia per la conoscenza geologica del nostro territorio, sia per la pianificazione territoriale e per la tutela paesistico-ambientale.
3000 geositi sono ad oggi censiti sul territorio nazionale, un numero in continuo cambiamento poiché il lavoro procede contemporaneamente sia con l’inserimento di nuovi geositi, sia con la revisione e, a volte, l’eliminazione di geositi già presenti in banca dati qualora le informazioni non siano verificabili.
La salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio geologico rappresentano quindi a livello nazionale, ma anche internazionale, un’azione fondamentale nell’ambito delle più ampie politiche di pianificazione e di gestione delle risorse naturali.

Molti programmi internazionali, le Riserve della biosfera (Programma Man and biosphere dell’Unesco), le Zone umide tutelate dalla Convenzione di Ramsar o le Aree antartiche specialmente protette (Aspas) tutelate dal Trattato Antartico, hanno previsto azioni a favore della conservazione di territori che spesso risultano essere siti di grande importanza per quanto concerne la conservazione del patrimonio geologico.
La strategia sicuramente più recente di conservazione è quella dei Geoparchi, lanciata nel 2000 con l’avvio della Rete dei geoparchi europei (Egn) e consolidata nel 2004 con l’istituzione della Rete globale dei geoparchi (Ggn) sotto l’egida dell’Unesco, che interpreta perfettamente le politiche di conservazione e di valorizzazione del patrimonio geologico e le integra nell’ambito delle più articolate azioni finalizzate alla tutela attiva delle risorse ambientali ed allo sviluppo sostenibile a livello locale.

Di esempi di buone pratiche e di valorizzazione della geodiversità nei Geoparchi mondiali Unesco ne ha discusso, durante il corso, il Coordinatore nazionale dei Geoparchi italiani Unesco, Aniello Aloia.
Il Patrimonio geologico, o geodiversità che dir si voglia, è paesaggio, ambiente e biodiversità, patrimonio archeologico storico e monumentale, turismo (geoturismo, turismo verde), fruizione e divulgazione, artigianato e produzioni locali, tradizioni e culture tipiche, coinvolgimento delle comunità locali, opportunità di sviluppo socio-economico, cooperazione internazionale e networking, scambio di esperienze e progetti formativi tra i membri del network, attività di educazione ambientale, strutture dedicate alla divulgazione e alla interpretazione, attività di ricerca scientifica e geoconservazione.

Per il dott. Beth Taylor, Direttore settore scienze naturali della Commissione nazionale del Regno Unito per l’Unesco «I Geoparchi Mondiali Unesco (Unesco Global Geoparks) sono tesori di valore internazionale, non solo per il loro interesse geologico, ma anche per l’entusiasmo e la passione di coloro i quali, a livello locale, si impegnano duramente per tutelarli e per sfruttare al meglio le opportunità educative ed economiche che questi stessi territori offrono. Essi restituiscono una straordinaria immagine delle comunità locali che operano con grande efficacia in alcune delle zone più remote e più belle del nostro Pianeta».

La Ggn è organizzata attraverso reti regionali con 70 territori che fanno riferimento alla European Geoparks Network, 50 alla Asia – Pacific Geoparks Network, 4 alla Latin American Geoparks Network, 2 alla North American Geoparks Network e 1 territorio riconosciuto in Africa.
10 sono i geoparchi italiani (Madonie Geopark (2001), Rocca di Cerere Geopark (2001), Beigua Geopark (2005), Geological Mining Park of Sardinia (2007), Adamello Brenta Geopark (2008), Cilento and Vallo di Diano Geopark (2010), Tuscan Mining Geopark (2010), Apuan Alps Geopark (2011), Sesia Val Grande Geopark (2013), Pollino Geopark (2015), una testimonianza forte ed autorevole, anche se non esaustiva, del fantastico patrimonio geologico del nostro Paese.

Insomma il patrimonio geologico è una grande ricchezza per la nostra società ma ad oggi non c’è una legge specifica che lo tuteli. La pluralità di geositi, ad esempio, presenti sul territorio nazionale non trova ancora una congrua corrispondenza nel numero di azioni, seppure crescenti, di tutela e valorizzazione. Conoscere e conservare il patrimonio geologico di un Paese è di fondamentale importanza ed invece ancora oggi è spesso soggetto a degrado e devastazioni.
La conoscenza del patrimonio naturale (Natural Heritage) ed in particolare di quello geologico (Geoheritage) rappresenta, a livello globale uno strumento di fondamentale importanza per meglio indirizzare le scelte, relative alla pianificazione del territorio, alla protezione dell’ambiente, alla ricerca scientifica e alle attività di educazione ambientale. Ampliare le conoscenze sul patrimonio geologico e analizzare meglio le potenzialità economiche legate al geoturismo (itinerari geologici, geositi, ecc.), sono i passi fondamentali per migliorare la pianificazione del nostro territorio.

 

(Fonte Sigea)