Studio promosso dal ministero dell’Ambiente fotografa la qualità dell’aria nelle scuole elementari e medie. I valori di PM10 sono risultati sempre superiori per l’accumulo delle polveri sottili esterne
La ricerca italiana promossa dal ministero dell’Ambiente in collaborazione con il Rec, il Regional Environmental Center di Budapest, fa parte del più ampio progetto denominato Search (School environment and respiratory Health of children) che ha esaminato tra il 2005 e il 2009 le scuole di sei paesi; oltre all’Italia, hanno partecipato Albania, Boemia, Erzegovina, Serbia e Slovacchia.
Nel nostro paese sono state esaminate 13 scuole in sei Regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia e Sardegna) e sono stati coinvolti circa 1.000 alunni.
La fotografia scattata è quella di edifici scolastici piuttosto anziani, circa il 50% è stato costruito prima del 1960, il più vecchio si trova ad Ispra in Lombardia, costruito ai primi del 900 mentre il più moderno si trova a Roma e risale agli anni 90.
Dallo studio emerge che nelle scuole elementari e medie mancano la carta igienica e il sapone per le mani. Le aule vengono pulite soltanto una volta al giorno, la polvere si accumula e le mense sono al primo posto della classifica dei luoghi più sporchi. Nei bagni ci sono attrezzi e prodotti per la pulizia spesso incustoditi, mozziconi di sigaretta e odore di fumo.
La situazione appare ancora peggiore con riferimento alle concentrazioni di taluni inquinanti. I valori di PM10 sono risultati sempre superiori all’interno delle scuole per l’accumulo delle polveri sottili esterne, derivanti per lo più dal traffico, a quelle generate all’interno, come il gesso delle lavagne.
In molti casi gli inquinanti trovati non possono essere eliminati con facilità, o meglio, eliminare queste fonti di inquinamento significa optare per scelte quali il trasferimento di una scuola in un’area verde o la completa ristrutturazione dell’edificio secondo i migliori standard.
L’inquinamento da traffico, il rumore, le sostanze chimiche presenti nel mobilio e nelle pareti, la stessa anidride carbonica prodotta dal respiro dei bambini, o la polvere che si annida ovunque sono tutti fattori con cui si deve fare i conti ogni giorno nelle aule scolastiche.
Gli effetti sulla salute dei bambini legati alla situazione descritta nello studio sono l’aumento delle malattie allergiche e dell’asma nelle scuole che hanno partecipato al progetto: il 27,6% degli alunni esaminati soffre infatti di rinite, il 21,9% di tosse, il 19,9% di allergie, il 10,4% di asma.
Lo studio spiega inoltre cosa sia l’asma bronchiale e cosa le allergie ed indica, infine, anche alcuni accorgimenti facili e poco costosi, che insieme ad azioni quotidiane, sono in grado di ridurre o comunque mantenere sotto controllo alcuni di questi fattori.
Molti sono gli accorgimenti che possono essere messi in atto per migliorare l’aria nelle scuole, proposti dal rapporto del ministero dell’Ambiente.
Per combattere gli inquinanti chimici possono essere usate piante che assorbono gli inquinanti, dette piante mangia-veleni, quali la felce e il ficus benjamin che rimuovono da 12 a 20 microgrammi l’ora di formaldeide, ma ci sono anche gerbere, crisantemi, filodendri e pothosoppure utilizzando vernici fotocatalitiche, che possono agire come agenti anti-inquinanti e antibatterici, oltre a ciò è sempre preferibile pulire le scuole dopo l’uscita degli alunni evitando di usare sostanze tossiche e cono odore intenso (candeggina, ammoniaca e simili).
Per ridurre l’inquinamento indoor legato alla polvere, secondo quanto indicato nella pubblicazione del ministero dell’Ambiente, è preferibile:
? progettare pareti e pavimenti a superfici lisce (escludere assolutamente la moquette e, se possibile, anche il linoleum che può emettere formaldeide);
? utilizzare mobili con sportelli lisci per favorire la pulizia ed evitare l’accumulo di polvere;
? eliminare i tendaggi interni di qualunque tipo e utilizzare tendaggi esterni all’aula per riparare l’ambiente dal sole. Nel caso in cui non fosse possibile, usare tende a vetro in tessuto liscio da lavare frequentemente;
? pulire con panno bagnato le lavagne o possibilmente preferire lavagne metalliche o plastificate con i relativi pennarelli atossici alla classica lavagna con il gesso;
- non accumulare sopra i mobili materiale scolastico, libri o quaderni;
? pulire i locali della scuola (aule, corridoi, palestra ecc.) con panni adeguatamente risciacquati e puliti liberi da polvere e inquinanti;
? porre particolare attenzione alla pulizia delle palestre, noto ricettacolo di polvere;
? se possibile, utilizzare aspirapolvere dotati di filtri ad alta efficienza e di documentata efficacia e che impiegano vapore secco (> 100 °C)
? plastificare i lavori fatti dagli studenti e i poster da appendere alle pareti per permettere la rimozione della polvere con panni umidi;
- prediligere i giochi di legno o di plastica facilmente lavabili;
- evitare giochi di peluche;
? evitare tappeti; in alternativa utilizzare quelli di materiale plastico facilmente lavabile.
Per combattere l’inquinamento indoor legato all’aria viziata, sempre secondo il rapporto, è preferibile:
– arieggiare le aule e gli ambiente di ritrovo per 5-10 minuti più volte al giorno;
– ventilare i bagni;
– aprire le finestre durante le operazioni di pulizia in modo da evitare che gli inquinanti contenuti nei detergenti si concentrino nelle aule.
Per tenere lontano i pollini invece è necessario non fare operazioni di giardinaggio durante l’orario scolastico ed evitare che nelle vicinanze della scuola vi siano piante particolarmente allergeniche come la parietaria.
Lo studio presenta infine alcuni consigli per effettuare una ristrutturazione degli edifici scolastici secondo i migliori standard, utilizzando la tecnologia fotochimica ai materiali da costruzione. Si applica ai materiali edili una sostanza che attraverso l’azione della luce trasforma le sostanze inquinanti in composti chimici innocui. Un materiale particolarmente utilizzato come fotocatalizzante è il biossido di titanio, che può essere applicato ai materiali cementiti, alle vernici ma anche applicato alle tende, filtrando lo smog e altri inquinanti.
(Fonte Arpat)