Accuse di dichiarazione fraudolenta dei volumi di legname abbattuto, allo scopo di evitare il relativo pagamento delle tasse e aree mancanti di mappatura
Continua il taglio illegale delle foreste pluviali del Camerun. Tra i responsabili, anche due imprese italiane, il Gruppo Sefac (Vasto Legno) e il Gruppo Fipcam (Bruno spa), secondo quanto emerge da una tornata di ispezioni forestali effettuate tra il maggio e l’ottobre 2009.
Mentre il pacchetto europeo contro il legno illegale (Flegt) esce azzoppato dall’ultima riunione del Consiglio dei ministri agricoltura della Commissione europea, dal Camerun arrivano nuove evidenze sulla diffusione del taglio illegale. L’ente di verifica della legalità del settore forestale in Camerun, il Resource Extraction Monitoring (Rem), ha pubblicato la relazione finale del lavoro di monitoraggio e una serie di rapporti ha pubblicato tra l’altro due rapporti che riguardano le ispezioni compiute nel corso degli ultimi mesi.
Il Rapporto 88 si riferisce all’ispezione condotta nel maggio 2009 nei distretti di Bouma e Ngoko Departments e rivela infrazioni commesse dal gruppo Sefec (Société d’Exploitation Forestière et Agricole du Cameroun). La Sefac (Sociétéd’Exploitations Forestières et Agricoles du Cameroun) avrebbe presentato una dichiarazione fraudolenta dei volumi di legname abbattuto, allo scopo di evitare il relativo pagamento delle tasse (punibile con multa fino a 10 milioni da Fcfa e da uno a tre anni di detenzione).
La Sefac fa parte del gruppo Vasto Legno.
Il Rapporto 91 si riferisce alle ispezioni condotte nell’ottobre 2009 nei distretti di Mbam e Inoubou, presso le concessioni dell’italiana Fipcam e della vicina Soficom. Gli ispettori non sono stati in grado di verificare appieno la legalità delle operazioni forestali, in quanto diverse aree mancavano di una mappatura dei limiti della concessione. Per lo stesso motivo è sorto un conflitto tra le due aziende, che si contendono le foreste di confine tra le concessioni.
La Fipcam è accusata di furto di alberi a famiglie dei vicini villaggi. Non si tratta di una novità: già nel 2007 Friends of the Earth aveva accusato l’impresa di deforestazione illegale e di furto di alberi dalle foreste della municipalità dei villaggi, accuse poi confermate dall’ente di monotoraggio.
La Fipcam (Fip del Camerun) assieme alla Fip della Costa d’Avorio, fa riferimento alla Bruno Pavimenti in Legno.
Il nostro Paese, con 19 milioni di tonnellate annue di legno e derivati (come confermato dal recente rapporto Ispra) è principale importatore europeo di legname, e fortemente esposto alle importazioni di taglio illegale. Il coinvolgimento di imprese a capitale italiano nell’illegalità forestale, rilevato con costanza negli ultimi due anni dalle associazioni ambientaliste, sottolinea la responsabilità italiana nella deforestazione in Africa.
Per maggiori informazioni
– Il Rapporto 88 (in francese) sulle concessioni forestali UFA 10 001-004 e UFA 10 008, 10 010
– Il Rapporto 91 (in francese) sull’autorizzazione di recupero n. 08.03.025 et 08.03.027
(Fonte Salva le Foreste)