Ozono, verso le alternative ai gas refrigeranti

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Secondo lo studio condotto da Ispra, in Italia il settore della refrigerazione e quello dell’antincendio stanno abbandonando gli idrofluorocarburi; più indietro risulta il settore del condizionamento

Nel 1989 è entrato in vigore il protocollo di Montreal con l’obiettivo di proteggere lo strato di ozono eliminando la produzione di sostanze che lo riducono; il protocollo copre oltre 200 sostanze, inclusi i clorofluorocarburi e gli idroclorofluorocarburi.

Sin dagli inizi degli anni 90, quindi, l’esigenza di sostituire i clorofluorocarburi e gli idroclorofluorocarburi dannosi per l’ozono stratosferico ha portato all’introduzione di altri gas (gli idrofluorocarburi), da utilizzarsi in alcune apparecchiature e applicazioni, come gli impianti di refrigerazione, di condizionamento d’aria e le pompe di calore.

Anche gli idrofluorocarburi, però, non sono perfettamente eco-compatibili: pur non contribuendo all’assottigliamento dello strato di ozono, infatti, la crescita delle emissioni in atmosfera di questi gas contribuisce ad aumentare l’effetto serra ed è per questo che nel 2016 il protocollo di Montreal è stato modificato per disciplinare anche questi gas, impegnando sia i paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo a ridurne la produzione ed il consumo.

In ambito europeo, tali sostanze sono regolate dal Regolamento (CE) 1005/2009, più rigoroso delle norme del protocollo di Montreal e che comprende anche sostanze aggiuntive.

In Italia, il ministero dell’Ambiente ha siglato un Accordo di collaborazione tecnica con Ispra per indagare lo stato dell’arte nel nostro Paese in merito alle alternative non clima-alteranti agli idrofluorocarburi, anche per garantire un adeguamento alle politiche internazionali.

Lo studio condotto, basato su dati e informazioni derivanti dalle attività istituzionali di Ispra (Inventario nazionale dei gas serra; dichiarazione F-Gas), sull’analisi della letteratura scientifica internazionale e sul coinvolgimento delle associazioni di categoria e di altri stakeholder, ha analizzato i settori interessati, cioè la refrigerazione, la climatizzazione, le schiume, l’aerosol e i sistemi fissi di protezione antincendio.

Per ciascuno dei 5 settori sono stati indicati:

– gli idrofluorocarburi maggiormente impiegati,

– le sostanze e/o tecnologie alternative,

– i possibili punti di forza,

– le criticità del settore,

– le prospettive future.

Come emerge dall’analisi, il mercato si sta rapidamente adeguando alle prescrizioni del Regolamento e quindi al passaggio verso gas non clima-alteranti, come i refrigeranti naturali (anidride carbonica, idrocarburi e ammoniaca) e i gas refrigeranti fluorurati di IV generazione. È necessario specificare che il passaggio a queste alternative comporta nuove criticità legate a tossicità, infiammabilità, corrosività, alte pressioni di lavoro e perdite in termini di efficienza energetica.

Il primo comparto ad essersi adeguato al Regolamento è il settore della refrigerazione, in quanto maggiore utilizzatore di due refrigeranti ad elevato potere climalterante. Il comparto della refrigerazione domestica è già passato ai refrigeranti naturali (vedi l’isobutano usato come fluido frigorigeno). Tutte le società attive nel settore della refrigerazione commerciale hanno visto un aumento della disponibilità di apparecchiature che usano refrigeranti naturali negli ultimi 5 anni. Allo stato attuale la tecnologia a CO2 transcritica risulta utilizzata soprattutto nei supermercati di grande taglia (più grandi di 400 m2).

Più indietro il settore del condizionamento che non sembra pronto a passare a refrigeranti diversi dagli idrofluorocarburi.

Le strategie e le logiche di mercato hanno portato nel 2017 ad un elevato aumento dei prezzi degli idrofluorocarburi da parte dei distributori e ad una riduzione della loro disponibilità sul mercato: questo rende senz’altro più difficile per il comparto del condizionamento garantire le attuali produzioni.

Gli altri tre settori risultano invece pronti a passare alle alternative (refrigeranti naturali, gas refrigeranti fluorurati di IV generazione o gas chimici), alcune della quali già utilizzate.

In Italia sono presenti imprese leader mondiali nei settori della refrigerazione, condizionamento, schiume e sistemi fissi antincendio; queste realtà imprenditoriali si affermano grazie alle innovazioni tecnologiche, alla personalizzazione del prodotto in base alle esigenze del cliente, alle condizioni climatiche e locali.

 

(Fonte Arpat)