La valutazione dei siti contaminati

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Si è svolto a Roma, promosso dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), un momento di confronto tra il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), i tecnici di settore, le pubbliche amministrazioni e gli stakeholder in vista dell’aggiornamento dei manuali sull’analisi di rischio

Nella valutazione e gestione dei siti contaminati l’analisi di rischio sito-specifica rappresenta uno strumento decisionale molto importante che consente di stabilire lo stato di contaminazione di un’area, l’eventuale necessità di interventi di bonifica/messa in sicurezza e gli obiettivi da raggiungere ai fini della salvaguardia della salute dei cittadini e delle risorse ambientali.

Su questo focus si è svolto a Roma, promosso dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), un momento di confronto tra il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), i tecnici di settore, le pubbliche amministrazioni e gli stakeholder in vista dell’aggiornamento dei manuali sull’analisi di rischio.

I manuali «Criteri Metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio dei siti contaminati» e «Criteri Metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio alle discariche» sono stati i primi esempi di condivisione ed omogeneizzazione a livello nazionale di procedure tecnico/scientifiche in materia ambientale tra l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat), ora Ispra, e le Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente.

Nell’iter di bonifica l’Analisi di Rischio (AdR) rappresenta il momento di maggiore conflittualità tra gli Enti di Controllo e i proponenti e questo perché il risultato dell’AdR (ovvero la Concentrazioni soglia di rischio, Csr) è un numero determinato attraverso un complesso sistema di modellizzazione e di calcolo che include una lunghissima lista di parametri da inserire in input in cui la variazione di un solo parametro determina la variazione (anche minima) della Csr. Ora, quando il sistema di modellizzazione viene «ritenuto» eccessivamente cautelativo, si ricorre a misure di campo o ad interventi mirati ad interrompere i percorsi ma tali misure/interventi spesso non servono a migliorare le previsioni dei modelli, ma a gestire il rischio e quindi risulta difficile legarli al calcolo delle Csr. Inoltre la caratterizzazione del sito dovrebbe essere finalizzata alla definizione del «modello concettuale» su cui poi si basa l’Analisi di Rischio e la valutazione delle Csr.

A cosa dovrebbe servire l’analisi di rischio?

In teoria l’AdR dovrebbe stabilire dove ci sono situazioni di criticità ambientale tali da necessitare di interventi (rischio sanitario e rischio ambientale), gestire le criticità (gestione del rischio), valutare le soluzioni proposte (sostenibilità ambientale). In realtà questa vede il calcolo dei nuovi «limiti sito‐specifici» (Csr) che sostituiscono i «limiti sito‐generici» (Concentrazioni soglia di contaminazione – Csc).

I manuali Ispra sono stati sicuramente un passo importante per omogeneizzare l’esecuzione e la verifica degli elaborati di AdR riprendendo sostanzialmente i modelli analitici previsti dagli Standard Astm e dalle Linee Guida Usepa per l’AdR di Livello 1 (sito‐generica) che è utilizzata per la derivazione di valori di «screening» (analoghi alle Csc).

Quello che occorre fare è però rendere lo strumento più semplice, flessibile ed utile allo scopo di «supportare le decisioni».

Durante l’evento è venuto fuori che per superare i punti di discussione tra proponente ed enti di controllo riguardanti i dati di input utilizzati nell’AdR, si potrebbero definire in maniera mirata, nell’aggiornamento delle linee guida, i criteri da applicare per la scelta dei diversi parametri rappresentativi del sito. Inoltre si potrebbero affinare alcuni modelli di trasporto integrando, i fattori di trasporto attualmente utilizzati, con modelli scientificamente riconosciuti (ad es. pubblicati su riviste peer‐reviewed o su linee guida internazionali) che permettano di tener conto di alcuni processi/aspetti attualmente non considerati (ad es. biodegradazione, bioaccessibilità).

Un elemento importante da non sottovalutare inoltre sono le competenze geotecniche che hanno un ruolo ben definito nelle AdR. La caratterizzazione dei siti è un elemento indispensabili per costruire un adeguato modello di sottosuolo che condiziona il modello concettuale del sito. Gran parte dei parametri sito-specifici deriva dalle caratteristiche granulometriche dei depositi, pertanto la scelta di idonee tecniche di campionamento e la rappresentatività di tutte le frazioni granulometriche risultano importanti e condizionano profondamente i fattori di trasporto.

A tal proposito si segnala la sottoscrizione del Protocollo di collaborazione, per la promozione della sostenibilità ambientale e per l’innovazione tecnologica nell’attività di bonifica delle discariche abusive localizzate sul territorio nazionale, tra il Consiglio nazionale dei Geologi e il Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive, Generale dei Carabinieri, Giuseppe Vadalà.

Un convegno che ha inteso raccogliere e presentare quanto prodotto dalla ricerca scientifica nazionale e che rappresenta un primo momento di confronto per definire spunti utili di aggiornamento dei manuali sull’analisi di rischio con la finalità di rendere tale strumento utile all’accelerazione delle procedure di bonifica e alla reale tutela della salute e dell’ambiente.

Analisi di Rischio (AdR): analisi sito specifica finalizzata a valutare degli effetti sull’ambiente e sulla salute umana derivanti dall’esposizione prolungata di sostanze presenti in concentrazioni superiori ai limiti tabellari dettati dalla normativa per le specifiche destinazioni d’uso del sito (Csc) e nelle matrici ambientali coinvolte (suolo, sottosuolo, falda acquifera). Le modalità di esecuzione di Analisi di Rischio Sito Specifica sono riportate nel D.Lgs 152/06 e s.m.i. (Parte IV, Titolo V, Allegato 1). Il documento redatto da Ispra «Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi di rischio ai siti contaminati» costituisce un fondamentale riferimento tecnico.

Concentrazioni Soglia di Contaminazione (Csc): valori di riferimento per la concentrazione di sostanze inquinanti nelle matrici ambientali per le specifiche destinazioni d’uso, superati i quali il sito è definito «potenzialmente contaminato» ed è necessaria la caratterizzazione.

Concentrazioni Soglia di Rischio (Csr): livelli di contaminazione da determinare caso per caso con l’applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica (criteri specificati nell’Allegato 1 al Titolo V del D.Lgs 152/06).

Elsa Sciancalepore