Si continua a morire per gli scontri ambientali

408
Tempo di lettura: 2 minuti

Ogni settimana in tutto il mondo almeno una persona viene uccisa in un conflitto ambientale, nei paesi dove gli scontri per la protezione della terra, delle risorse naturali e delle foreste diventano sempre più feroci

Secondo un nuovo rapporto di Global Witness, ogni settimana in tutto il mondo almeno una persona viene uccisa in un conflitto ambientale, nei paesi dove gli scontri per la protezione della terra, delle risorse naturali e delle foreste diventano sempre più feroci.

L’articolo indica che almeno 106 persone sono state uccise solo nel 2011, quasi il doppio rispetto al 2009, in attacchi mirati e scontri in aree ricche di risorse come il Sud America e il Sud-Est asiatico. Un totale di 711 persone sono state uccise nel periodo 2002-2011 in simili controversie, cioè più di una a settimana, dimostrando che prevale una cultura dell’impunità in quanto sono molto poche le condanne realizzate.

«È un paradosso ben noto che molti dei paesi più poveri del mondo detengono le risorse che guidano l’economia globale – dice il rapporto -. Ora che la corsa per assicurarsi l’accesso a queste risorse si intensifica, i poveri e gli attivisti si trovano sempre più in prima linea».

Secondo il rapporto, le offerte di risorse naturali erano spesso concordate in segreto tra i funzionari, le élite politiche e delle imprese, lasciando la gente che viveva della terra o le foreste interessate, senza alcun diritto o voce in capitolo. Coloro che hanno cercato di parlare sono stati spesso puniti con la violenza, si sono attuati sgomberi forzati e uccisioni.

«Le uccisioni hanno preso una varietà di forme, tra cui gli scontri tra le comunità e le forze di sicurezza statali, le sparizioni, le morti in custodia, o gli omicidi mirati – dice la relazione -. Crediamo che queste tendenze siano sintomatiche della concorrenza sempre più agguerrita per le risorse, e della brutalità e delle ingiustizie che ne seguono», viene aggiunto.

«La terra e le foreste sono utilizzate per una vasta gamma di scopi, fra cui l’agricoltura intensiva, l’estrazione mineraria, le piantagioni, l’espansione urbana o progetti idroelettrici».