Il Piano casa preoccupa Decaro

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Preoccupano le conseguenze dell’applicazione

La Corte costituzionale è tornata ad esprimersi su questioni urbanistiche dopo aver dichiarato illegittime alcune norme della Regione Lombardia sulla rigenerazione urbana con la sentenza n. 202/2021 che possono avere conseguenze per la Puglia. Questa volta si è espressa sulla legge della Regione Calabria del luglio 2020 che ha prorogato, modificandola ed integrandola, quella sul Piano casa ed anche questa volta le ripercussioni sulla legge pugliese sono più che possibili

Il Sindaco di Bari e Presidente dell’Anci nazionale, Antonio Decaro, si è detto, in un incontro pubblico di alcuni giorni fa organizzato dall’ex deputata PD Giusy Servodio per l’agenzia giornalistica barese Corsivo 2.0, preoccupato delle dimensioni delle trasformazioni dei territori derivanti dall’applicazione del Piano casa in Puglia. Per questo chiederà di essere audito in Consiglio regionale affinché si possano modificare le norme pugliesi in senso molto più restrittivo ed organico.

La posizione di Decaro fa il paio con recenti sentenze della Corte costituzionale che è tornata ad esprimersi su questioni urbanistiche dopo aver dichiarato illegittime https://www.fabiomodesti.it/piano-casa-incostituzionale-lombardia-chiama-puglia/ alcune norme della Regione Lombardia sulla rigenerazione urbana con la sentenza n. 202/2021. Questa volta (sentenza n. 219/2021) si è espressa sulla legge della Regione Calabria del luglio 2020 che ha prorogato, modificandola ed integrandola, quella sul Piano casa ed anche questa volta le ripercussioni sulla legge pugliese sono più che possibili.

La Consulta si è espressa su ricorso del Governo poiché la Regione Calabria avrebbe esorbitato dalle proprie competenze e sarebbe venuta meno al principio di leale collaborazione con lo Stato. La Calabria aveva sottoscritto con l’allora ministero per i Beni e le attività culturali (oggi ministero della Cultura) un accordo che ha portato all’approvazione da parte del Consiglio regionale di un Quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica (Qtrp) che poneva le basi per l’elaborazione del Piano paesaggistico regionale.

Allo stesso tempo la Regione Calabria prorogava, modificava ed integrava unilateralmente le norme sul Piano casa prevedendo, secondo il Governo, la disciplina di interventi straordinari, in deroga alle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali (in molti casi, come in Puglia, l’attuazione del Piano casa determina vere e proprie varianti urbanistiche sottraendole alla corretta procedura pubblica di valutazione e di approvazione), in assenza di ogni riferimento al piano paesaggistico.

Le trasformazioni del territorio derivanti sarebbero avulse, sempre secondo il Governo, «dal quadro di riferimento costituito dalle previsioni del piano paesaggistico. Quest’ultimo […] costituirebbe il solo strumento idoneo a garantire l’ordinato sviluppo urbanistico e a individuare le trasformazioni compatibili con le prescrizioni statali del citato codice».

La Consulta ha censurato le norme regionali perché è «evidente che l’introduzione delle disposizioni regionali impugnate, che consentono interventi edilizi straordinari, in deroga agli strumenti urbanistici, ulteriori rispetto a quelli già previsti […] e ne prorogano di un anno la realizzabilità, in riferimento anche a immobili edificati più recentemente, senza seguire le modalità procedurali collaborative concordate e senza attendere l’approvazione congiunta del piano paesaggistico regionale, vìola l’impegno assunto dalla Regione in ordine alla condivisione del “governo delle trasformazioni del proprio territorio e congiuntamente del paesaggio” (art. 1, comma 1, del Qtrp) e, quindi, il principio di leale collaborazione […]».

Anche la proroga continuativa di norme straordinarie ed urgenti «stabilizzate» per un tempo indefinito danneggiano «il territorio in tutte le sue connesse componenti e, primariamente, nel suo aspetto paesaggistico e ambientale […]». La Puglia, ricordiamo, è ancora sotto esame della Consulta chiamata in causa dal Consiglio di Stato su alcune norme del Piano casa lesive della tutela paesaggistica. E non è detto che il Governo lasci passare senza conseguenze l’ennesima proroga della legge approvata il 9 novembre scorso.

 

Fabio Modesti