Prima pietra al Parco del Cadore

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Il Comitato parchi Italia: Soddisfazione quindi per l’impegno di salvaguardare un altro prezioso frammento di Gaia, oggi da più parti assediata e minacciata, è un segno confortante di consapevolezza ecologica, di responsabilità etica e di speranza nel futuro dell’umanità

Il Comitato parchi Italia partecipa con gioia alle iniziative condivise per l’istituzione del Parco del Cadore, con l’apposizione della prima pietra, «certamente un seme promettente che ci auguriamo di veder rigogliosamente germogliare in futuro».

La cerimonia si svolgerà a Pieve di Cadore il 26 marzo (dalle 9:00 alle 12:30) presso il Palazzo delle Magnifica Comunità.

Soddisfazione quindi per l’impegno di salvaguardare un altro prezioso frammento di Gaia, oggi da più parti assediata e minacciata, è un segno confortante di consapevolezza ecologica, di responsabilità etica e di speranza nel futuro dell’umanità.

«Per di più questo progetto di Parco — continua la nota — da tempo auspicato, si sta concretizzando, insieme a molti altri, proprio quest’anno, in cui si celebra il Centenario dei due Parchi Nazionali italiani più antichi, Abruzzo e Gran Paradiso, nati entrambi nel lontano 1922.

Proprio per queste ragioni, quest’anno, il Centro Parchi Internazionale, ha lanciato un vibrato appello per la Rinascita dei Parchi, appoggiato da numerosi naturalisti, ambientalisti, ecologisti e cittadini lungimiranti. «Il nostro Progetto Centenario intende rafforzare il Sistema italiano delle Aree Protette, attualmente in difficoltà, attraverso una duplice strategia: la redenzione e il potenziamento dei Parchi e delle Riserve esistenti, e un forte impulso per l’istituzione di quelli da tempo proposti, auspicati e attesi».

«Sulla cartina del Bel Paese — si auspica nella nota — visto come “Una Terra di Parchi Verdi”, circondato da “Un Mare di Parchi Blu”, dovrà accendersi una stella luminosa per ogni nuova Area Protetta realizzata. I territori da salvaguardare sono numerosi, tra cui figurano zone di particolare interesse e bellezza. Dal Trentino (Alpe Lagorai) alla Sicilia (Monti Iblei), dalla Toscana (Monte Amiata) alla Campania (Monti Picentini), dall’Abruzzo (Monti Frentani) al Molise (Massiccio del Matese), fino al Lazio (Litorale Castelporziano), e poi man mano estendendosi alle piccole Isole, ai Parchi fluviali e ai Monumenti geologici. Aggiungendo ora, con pieno diritto, anche il Veneto (Cadore).

«Molte sono le ragioni fondative, e notevoli i benefici che un Parco ben condotto, come innumerevoli casi concreti dimostrano, può assicurare. Non solo i Parchi sono Infrastrutture essenziali d’un Paese moderno, indice della civiltà della Nazione. Attrattori di un qualificato turismo ecologico, fotografico, esperienziale a livello nazionale e internazionale, possono far risorgere i borghi emarginati, offrendo occupazione ai giovani locali e facendo scoprire bellezze, culture, tradizioni e specialità che altrimenti rischiano di scomparire.

«La classica utopia — conclude la nota — forse un sogno impossibile da realizzare? No, un semplice passo avanti sul cammino della civiltà. Perché è ormai obiettivo internazionale ampiamente condiviso (Onu, Unep, Eu, Uk, Usa, Unesco) proteggere seriamente almeno il 30% del Pianeta entro l’anno 2030, se si vuole davvero puntare all’equilibrio ecologico, idrogeologico, territoriale e climatico della Terra, la nostra Casa Comune».

 

R. V. G.