Territorio, non abbiamo risanato ieri ma ora che si aspetta?

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alluvione emilia romagna
Un'immagine presa dall'elicottero dei Carabinieri sull'alluvione in Emilia Romagna
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֎La ricerca scientifica, quella fatta dai climatologi, ci aveva già messo in allarme, mentre noi si giocava a fare gli esperti e a sgomitare in politica. E ora che anche Musumeci ammette il cambio di clima che si farà?֎

Ad ogni fenomeno estremo, con danni e purtroppo a volte anche vittime, assistiamo ad uno spettacolo che sta diventando penoso: sia perché non risolve nulla, sia perché ci sentiamo presi in giro come persone. La tiritera è sempre la stessa, ormai anche le pietre sanno il perché e il percome tutto questo avviene.

Passato un breve tempo dall’evento, infarcito di telefonate e pacche sulle spalle, tutto torna come prima.

Stendiamo un velo pietoso sulla «resistenza» fatta contro i cambiamenti climatici. Climatologi dell’ultim’ora, giornalisti «esperti», esponenti di multinazionali ed anche «scienziati», hanno fatto di tutto per negare e ritardare le politiche per la decarbonizzazione.

Ora, dopo anni in cui si dibatte, viene fuori un nuovo capro espiatorio: la manutenzione del territorio.

Certamente è un tassello strategico ma di fronte a fenomeni come quello di questi giorni che ha colpito l’Emilia Romagna che poteva fare una «manutenzione». È un po’ come la barzelletta che ci raccontiamo per risolvere il problema dei «clandestini», che altri non sono che rifugiati ambientali.

Ci troviamo di fronte a problemi globali, che non vuol dire solo che investono il pianeta, ma che sono grossi, grossi grossi problemi.

Ed ora che Nello Musumeci, ministro della Protezione civile ha detto che «ci vuole un approccio ingegneristico diverso, nulla sarà più come prima, il processo di tropicalizzazione ha raggiunto anche l’Italia» e per il quale adesso «serve un approccio nuovo al sistema idraulico su tutto il territorio, perché quello che è accaduto in Emilia Romagna era già accaduto ad Ischia e potrà accadere in tutte le altre zone del Paese»… che si farà? sarà ascoltato o si farà un rimpasto di governo?

Ma chissà se Musumeci è a conoscenza della teoria delle onde di Rossby…

Una ricerca che risale al 2016 (come pubblicammo), sulla «Influence of Anthropogenic Climate Change on Planetary Wave Resonance and Extreme Weather Events» confermò che con il riscaldamento climatico le onde planetarie si amplificano fino a diventare stazionarie. Di conseguenza aumentano i fenomeni meteorologici estremi, ma soprattutto aumenta la persistenza dei fenomeni meteorologici estremi. Un gruppo di ricercatori internazionali (americani, tedeschi e olandesi) confermò precedenti studi secondo i quali le attività umane stanno alterando la circolazione generale dell’atmosfera, ma in particolare le ondulazioni della corrente a getto e la configurazione delle onde planetarie (onde di Rossby), che si amplificano in senso meridiano (latitudinale) a tal punto da ridurre la loro velocità di propagazione occidentale fino all’azzeramento. In altre parole, in un mondo che si riscalda, le onde planetarie (onde di Rossby) diventano spesso onde stazionarie.

È inutile, non si sfugge, le ricerche scientifiche sono state sempre chiare. Non c’è più tempo, bisogna agire ora. La decarbonizzazione va accelerata non ostacolata. Altro che ponte di Messina, Tav o altre iniziative che sono inutili e vecchie oltre che pericolose. Come opportunamente ci segnala anche Gianni Silvestrini. Ed è ora di superare le difficoltà della burocrazia come denuncia in una nota Giovanna Amedei, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia (Org): «Tanti ancora gli interventi progettati e fermi in qualche ufficio, in attesa di pareri che non arrivano o perché non più idonei per i cambiamenti successi dopo altri eventi alluvionali. Un esempio lampante è la provincia di Foggia dove si è in attesa di interventi di mitigazione che fermi dal 2014 risultano, dopo ben 9 anni, non ancora realizzati e con i canali coinvolti negli eventi alluvionali in uno stato peggiorativo e di abbandono».

Servono fiumi di denaro, per questo vanno eliminate tutte le spese che non concorrano al benessere non solo delle future generazioni ma già della nostra.

 

Ignazio Lippolis