«L’obiettivo è ambizioso perché la posta in gioco è alta: occorre individuare percorsi di sviluppo condivisi tra le comunità della sponda nord e le comunità della sponda sud, consapevoli che i destini delle nostre popolazioni sono indissolubilmente legati gli uni agli altri»
«Sono lieto che da oltreoceano arrivi un riconoscimento allo sforzo profuso dalla nostra Regione per affermare e tradurre in pratica i principi cardine dello sviluppo sostenibile, dalla tutela delle risorse naturali ad una ecocompatibilità e sostenibilità ambientale, da una riconversione ecologica al rispetto dei diritti della terra. Siamo felici di mettere a disposizione di R20 le esperienze che abbiamo maturato in questi anni e le tante eccellenze di cui la Regione dispone nel campo della ricerca, dell’imprenditoria, della cooperazione allo sviluppo, della buona amministrazione».
Lo ha detto il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola intervenendo all’Assemblea generale della Rete mondiale R20 che si è svolta a Ginevra per illustrare i principi fondamentali del Piano di azione e per ringraziare tutti i membri della Rete che lo hanno nominato, alla unanimità e per l’anno 2012, vicepresidente e responsabile per le attività in Europa di R20. «L’esperienza che ho maturato in campo europeo, in seno al Comitato delle Regioni e ad Arlem, mi ha portato a lavorare – ha detto Vendola – a tre pareri in cui ho affrontato i temi della gestione sostenibile dell’acqua, della desertificazione e della lotta al cambiamento climatico nel Mediterraneo, dei flussi migratori. Questo impegno ha rafforzato in me la convinzione che le autorità locali e regionali possono e devono giocare un ruolo chiave nel dare risposte alla sfida della crescita sostenibile».
Per Vendola le parole chiave del vocabolario su cui «abbiamo inteso costruire l’idea del Piano di azione Mediterraneo per l’energia rinnovabile e l’uso efficiente delle risorse sono energia, acqua, suolo e poi ancora lavoro, povertà, migrazioni».
«L’obiettivo è ambizioso – ha aggiunto Vendola – perché la posta in gioco è alta: occorre individuare percorsi di sviluppo condivisi tra le comunità della sponda nord e le comunità della sponda sud, consapevoli che i destini delle nostre popolazioni sono indissolubilmente legati gli uni agli altri e che dalla qualità delle scelte di oggi dipende il futuro che consegneremo alle future generazioni».
Vendola ha poi illustrato i principi che sono a fondamento dell’azione comune, e cioè «un approccio olistico che metta in connessione le politiche energetiche con quelle che riguardano la gestione dell’acqua, la mobilità, il cambiamento climatico, la riduzione della povertà, lo sviluppo rurale, le politiche migratorie, la cooperazione internazionale; un approccio collaborativo e bilanciato tra Paesi europei e non europei che si affacciano sul Mediterraneo; un approccio partecipativo e democratico, con il fine di coinvolgere i livelli politici più vicini ai cittadini nei processi decisionali e nella pianificazione energetica, e per assicurare un forte coinvolgimento degli stakeholder locali». Vendola ha infine indicato le aree geografiche verso le quali pensa di indirizzare le attività del Piano, zone che vanno dal Maghreb francofono (Marocco, Algeria, Tunisia) al Makrech arabo (Libia, Egitto e Palestina), all’Est del Mediterraneo (Siria e Giordania), al Nord-est (Turchia), sino al Centro-Nord (Adriatico, Balcani).
(Fonte Regione Puglia)