Piante, intelligenza o no, la ricerca lavora

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֎Siamo agli inizi di studi fantastici, niente è dato per certo tutto è dato in divenire. Però, a prescindere dai risultati in sé, queste ricerche stanno portando ad un nuovo tipo di rapporto con la biosfera e a nuovi modi di concepire l’intelligenza֎

Con l’aumentare degli studi su flora e fauna, aumenta la conoscenza non solo sui riflessi di sostanze che possono beneficiare anche gli uomini ma sull’interazione con la biosfera e quindi anche sugli umani.

La mole delle ricerche che vengono effettuate in tutto il mondo è diventata talmente enorme che diventa difficile la gestione e la conoscenza. Per questo l’intelligenza artificiale può diventare un mezzo utile di conoscenza e gestione.

Accanto a questo, di cui ci occuperemo nel prossimo numero di quest’anno, ci sono gli studi sulle intelligenze, da quella umana a quella animale fino a quella vegetale.

Siamo agli inizi di studi fantastici, niente è dato per certo tutto è dato in divenire. Però, a prescindere dai risultati in sé, queste ricerche stanno portando ad un nuovo tipo di rapporto con la biosfera e a nuovi modi di concepire l’intelligenza.

Tutto ciò aggrava la spaccatura esistente fra culture umane, tra quelle che si proiettano avanti nella conoscenza e quelle che ne vedono pericoli, a volte anche inesistenti, e che sono un freno terribile nello sviluppo dell’umanità.

L’umanità è tuttavia in cammino, dai tempi dei tempi è sempre stato così e niente è mai riuscito a fermare o invertire la linea della conoscenza.

In questo numero on line di «Villaggio Globale» parliamo di intelligenza vegetale, offriamo uno spaccato dello stato della ricerca.

Come sempre cerchiamo di mettere in contatto chi fa ricerca con i lettori. Noi facciamo la nostra parte, fedeli alla promessa fatta nel lontano 1998. Come al solito, c’è chi ci sostiene e chi è diffidente. Ma questo è un altro problema, veramente irrisolvibile almeno fino a quando non verranno abbattute le pareti dell’ignoranza e della diffidenza che circondano alcuni di noi.

A seguire l’Editoriale del Direttore.

 

Editoriale

La Neurobiologia vegetale è nata nel 2006, quando un gruppo di ricercatori, fra cui Eric Brenner, Stefano Mancuso, František Baluška, pubblicarono su «Trends in Plant Science» l’articolo «Plant neurobiology: an integrated view of plant signaling». Anche se ricerche sulla comunicazione delle piante e sui meccanismi vitali datano da molti anni prima.

Ne è nato un putiferio, fra i ricercatori, che ancora continua. Come al solito si entra poco nel merito e specialmente i non addetti ai lavori, comprendono poco perché si vedono alcuni filmati e si resta esterrefatti. E nella civiltà delle immagini sono loro che comandano.

In pratica, ancora non ce ne rendiamo conto, sta nascendo un nuovo modo di intendere l’intelligenza e, fra intelligenza artificiale, razzismo e supremazia bianca, si è messo in moto un salto culturale che fra qualche anno, speriamo non molti, farà nascere un’altra civiltà umana.

In parole povere si tratta di cambiare mentalità, non considerare i soliti parametri antropocentrici. Insomma una rivoluzione.

Ormai molte sono le ricerche che hanno dimostrato come le piante siano in grado di interagire con l’ambiente circostante e comunicare con altri simili lanciando segnali di pericolo quando vengono danneggiate da un animale o da un escursionista.

Secondo i ricercatori alcune strutture delle piante possono essere in grado di elaborare informazioni ambientali proprio come i neuroni. Ancora c’è da fare molta strada, negli studi e nelle ricerche e nel… vocabolario. È anche questione di parole, perché se diciamo intelligenza scattano nella mente i riferimenti che abbiamo immagazzinato e non siamo pronti a modificare i meccanismi cognitivi.

Viviamo in un epoca in cui le conoscenze si allargano a dismisura, dall’informatica alla comunicazione digitale, dall’archeologia allo spazio. E stiamo vivendo in pieno il passaggio verso un nuovo modo di ragionare e vedere il mondo e i rapporti fra di noi e, quello che è peggio, la trama dell’educazione scolastica è enormemente arretrata e non tiene il passo.

Siccome la società moderna non è più coordinata da un rapporto etico ma da un rapporto economico, i cittadini, dopo alcuni scotti, sono diventati diffidenti, sospettosi e cinici.

Cosa vuol dire che le piante sono intelligenti? e le notizie che vengono dal mondo animale sulla loro intelligenza che conseguenza porteranno? dovremo mangiare anche meno verdure come già ci si orienta a mangiare meno carne? La soluzione sarà il cibo sintetico?

Chi lo sa! ne dovranno passare di generazioni per avere la risposta. Ma una cosa è certa, il cammino verso una nuova cultura e un nuovo posto dell’uomo nell’universo è già iniziato.

 

Ignazio Lippolis