Pipistrello

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Un solo Pipistrello può divorare migliaia di fastidiosi Insetti, specialmente Zanzare: in certi casi anche 600 in un’ora. Nelle situazioni ideali, riesce ad afferrare persino 3.500 insetti per notte; un Pipistrello del peso di 10 grammi può consumare oltre 300 grammi di insetti nel corso di una stagione, una colonia di 50 individui ne consuma quindi almeno 15 chili

 

Creatura spaventosa emersa dall’incubo e dalle tenebre, oppure pacifico folletto capace di gratificarci di immensi, quanto immeritati benefici? Se si facesse un sondaggio di gradimento, quella piccola bestiolina pelosa che chiamiamo Pipistrello (a metà tra il topolino irrequieto e l’uccello con il dono del volo) non riscuoterebbe probabilmente grande favore di pubblico. Ma, come spesso accade, non è lui che ha colpe difficili da farsi perdonare, il difetto sta piuttosto nei limiti e nelle distorsioni del nostro occhio che guarda, ma spesso non vede come dovrebbe la realtà della natura.

Pochi animali suscitano infatti un misto di curiosità e diffidenza pari a questi piccoli Mammiferi che compaiono al crepuscolo o nottetempo, svolazzando instancabili e scomparendo poi di colpo nei loro rifugi, nelle grotte o tra le tegole, nelle cavità dei vecchi tronchi o tra i muri diroccati. Ma a chi si avvicini senza prevenzioni, i Chirotteri (questo è il nome del gruppo zoologico al quale appartengono) offrono una serie di scoperte inattese, spesso quasi incredibili, sempre ricche di fascino… Non è vero, anzitutto, che prediligano succhiare il sangue umano, né che facciano tutto il possibile per impigliarsi nelle lunghe capigliature delle signore. È falso che siano completamente ciechi, e risulta assolutamente infondato che possano causare danni, o che portino l’annuncio della cattiva sorte. A condannare i Pipistrelli a una ingiustificata persecuzione sono state forse le leggende di Dracula e dei Vampiri, le storie sui loro poteri soprannaturali e la cattiva fama d’aver fatto un patto con il diavolo (chissà perché infatti, se gli angeli hanno ali d’uccello, il demonio le ha a forma di pipistrello). Né sono valsi a riscattarli il fatto che in Cina e in Giappone vengano considerati simboli di fortuna e di lunga vita, o che il fumetto americano abbia voluto almeno per una volta ispirarsi a loro per un eroe positivo, come Batman.

Sono animali tranquilli, innocenti, indicatori sicuri della buona qualità dell’ecosistema. Vederli volare intorno a noi costituisce la miglior garanzia (assai meglio di qualsiasi certificazione!) del fatto che l’ambiente è sano: perché vuol dire che davvero esiste ancora un abbondante «aer-plancton», e cioè una ricca e varia microfauna crepuscolare e notturna, che svolazza affaccendata intorno a corsi d’acqua e stagni, tra foreste e radure, accanto all’erba dei prati o in tremolanti nuvole nere sospese a mezz’aria. Nel giro di poche ore, un solo Pipistrello può divorare migliaia di fastidiosi Insetti, specialmente Zanzare: in certi casi anche 600 in un’ora. Nelle situazioni ideali, riesce ad afferrare persino 3.500 insetti per notte; un Pipistrello del peso di 10 grammi può consumare oltre 300 grammi di insetti nel corso di una stagione, una colonia di 50 individui ne consuma quindi almeno 15 chili. E lo fa senza inquinare, avvelenare, o presentare alcun conto, nel modo più efficace e disinteressato, impiegando oltre alla vista anche i sottili ultrasuoni, proprio grazie a quel sofisticatissimo sonar che, del resto, la natura aveva scoperto assai prima di noi.

Raffrontate alle capacità d’un Pipistrello d’assalto, le prestazioni d’un aereo da combattimento appaiono infatti ben misere, e soprattutto dispendiosissime sul piano energetico. Esistono in Italia una trentina di specie di Chirotteri, capaci di colonizzare i più diversi ambienti, dalle cavità ai giardini, dai casolari alle foreste: e tutte chiedono assai poco per sopravvivere, basterebbe non sconvolgere i loro rifugi, lasciare in pace i vecchi alberi, evitare le irrorazioni a base di micidiali veleni. Ma mentre loro lavorano incessantemente per noi, cosa fa l’Uomo sapiente, signore e re dell’universo, che tutto crede di comprendere e dominare? Se non li ignora, il che sarebbe già meglio, s’affanna a denigrarli e a privarli, poco a poco, degli ultimi frammenti di habitat rimasti a loro disposizione…

Eppure, forse saremmo ancora in tempo per comprenderli meglio, correggendo la nostra rotta, ed orientandoci verso orizzonti migliori. Il segreto della loro efficienza come ripulitori, o meglio «mietitori» instancabili dell’eccessiva proliferazione di tanti insetti (soprattutto quelli più fastidiosi, risultato finale di alterazioni ambientali, inquinamenti e sporcizie sempre prodotti dall’uomo) sta nel loro sonar tanto sofisticato, da riuscire a percepire le vibrazioni delle ali e delle zampe degli insetti. Questo sistema di «ecolocalizzazione», già intuito dallo Spallanzani nel 1793, consiste nell’emettere suoni ad altissima frequenza per 10 volte al secondo, interpretando poi abilmente (il termine esatto scientificamente sarebbe in realtà «decodificando») le onde sonore di ritorno. Con successione tanto rapida, che nello spazio d’un secondo questa minuscola bestiolina dal frenetico metabolismo può riuscire persino ad afferrare un paio di insetti…

Un caso davvero interessante è quello del più piccolo tra i nostri Pipistrelli, oggetto di importanti scoperte anche in Italia, dove in precedenza la sua presenza era passata totalmente inosservata. Si tratta del Pipistrello pigmeo (Pipistrellus pygmaeus), che solo negli ultimi anni è stato chiaramente distinto, in virtù di accurate indagini bioacustiche e molecolari, dal più abbondante e diffuso Chirottero europeo, il Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus). Le due specie, quasi identiche, possono essere identificate grazie all’analisi del DNA e delle emissioni ultrasonore: il Pipistrello pigmeo emette ultrasuoni intorno a 55 kHz, ossia di circa 10 kHz più acuti del Pipistrello nano (tanto che i britannici lo hanno immediatamente battezzato «Soprano Pipistrelle»).

Durante le ricerche del Progetto Biodiversità, il Pipistrello pigmeo venne scoperto nell’anno 2000 anche nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, aggiungendo quindi un’altra perla alle specie già note del Parco. Alle quali va aggiunta una vera e propria rarità, il cosiddetto Vespertilio di Bechstein (Vespertilio bechsteini), di cui si sospettava appena l’esistenza: ma che solo più recentemente ha potuto essere confermata con sicurezza. Ammonta così a 24 il numero di specie sicuramente presenti, e fortunatamente tutelate in quest’Area Protetta dell’Appennino Centrale. L’enorme importanza dei Pipistrelli nell’equilibrio della natura viene ormai riconosciuta negli ambienti più autorevoli e qualificati, al punto da far nascere iniziative internazionali, a livello europeo ed oltre. Una delle ultime e più importanti si chiama Eurobats, e consiste in un Accordo sulla conservazione dei pipistrelli europei, stipulato a Londra nel 1991, e molti anni dopo finalmente ratificato anche dall’Italia.