Questi i veri dati dell’impatto eolico sulla biodiversità

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֎Un gruppo di ricercatori italiani (sardi), spagnoli e sloveni hanno contato gli impianti eolici in Sardegna scoprendo una notevole discrepanza con i dati ufficiali. Alcuni ricercatori hanno stimato che ogni turbina eolica potrebbe uccidere fino a 70 pipistrelli all’anno…֎

Quanti sono e dove sono in Italia gli impianti eolici e di quante macchine sono costituiti? Sono affidabili i dataset, ossia le informazioni, comprese quelle di localizzazione, che li riguardano? E dove sono disponibili questi dataset? Sono alcune delle domande che un gruppo di ricercatori italiani (sardi), spagnoli e sloveni si sono posti in una recente pubblicazione sulla rivista scientifica «Biological Conservation» del mese di dicembre di quest’anno.

«Per conciliare lo sviluppo dell’energia eolica con la conservazione della biodiversità sono necessarie mappe accurate — scrivono i ricercatori —. Poiché le coordinate delle turbine eoliche spesso non sono disponibili pubblicamente, molti conservazionisti utilizzano set di dati curati da gruppi di ricerca o volontari, la cui accuratezza non è chiara. Abbiamo utilizzato immagini satellitari per valutare l’accuratezza di tre di questi set di dati, analizzando le turbine onshore attualmente operative in Sardegna (Italia). Abbiamo registrato 1.155 turbine, molte di più di quelle riportate da Smeraldo et al. (n = 914), Open Street Map (n = 766) e Atlaimpianti, l’unica mappa pubblica delle turbine eoliche in Italia (n = 507)». Abbiamo capito bene? L’unica mappa pubblica delle turbine eoliche in Italia, Atlaimpianti, portale del Gse (Gestore Servizi Energetici), ne censisce meno della metà di quelle effettivamente installate in Sardegna ed oggetto della ricerca. Ed è altrettanto vero che i dati disponibili su Atlaimpianti sono aggiornati al luglio 2021. «I nostri risultati — dicono i ricercatori — mettono in discussione l’accuratezza dei set di dati open-source sugli impianti eolici onshore, in particolare dove lo sviluppo delle energie rinnovabili sta procedendo rapidamente. Prima di essere utilizzati per la ricerca o la politica, questi dati dovrebbero essere convalidati sul campo. Creare, convalidare e divulgare dati accurati sugli impianti eolici dovrebbe diventare una priorità per le agenzie ambientali di tutto il mondo […] In questo studio abbiamo utilizzato le immagini satellitari di Google per valutare al meglio tre set di dati disponibili al pubblico che possano riflettere l’effettiva presenza di turbine eoliche operanti in Sardegna (Italia)».

Le fonti delle immagini e l’elaborazione

I ricercatori hanno utilizzato le immagini satellitari di Google per verificare al meglio quanto i tre set di dati rappresentassero le turbine eoliche in funzione nel 2022-2023 in Sardegna. Nell’area di studio, le foto più recenti sono state scattate tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2023. Le immagini su Google Satellite provengono da una serie di diversi fornitori commerciali e agenzie spaziali, poiché Google non si basa su un singolo sensore. Le immagini aeree vengono catturate con diversi mezzi, come aeroplani, droni o dispositivi come palloni e aquiloni. Le immagini aeree vengono visualizzate con colori naturali, utilizzando bande spettrali rosso, verde e blu, che vengono combinate per fornire una rappresentazione naturale della superficie terrestre. È stato visualizzato 1 km di tessere di Google Satellite in un Sistema Informativo Geografico (Gis). Le immagini aeree hanno permesso di identificare le turbine eoliche rispetto al paesaggio, in scala da 1:500 a 1:1000.

«Per ogni turbina dei tre set di dati — scrivono i ricercatori — abbiamo generato un buffer con un raggio di 5 km e quindi una griglia vettoriale di 1 km. Quindi, sono state contate le turbine eoliche in ogni cella della rete. Va notato che, utilizzando il nostro buffer di 5 km, non abbiamo coperto completamente la Sardegna, bensì un’area di 8.123 km2 (circa il 33,8% del territorio regionale), che corrispondevano ai punti caldi dello sviluppo dell’energia eolica. Questo approccio è stato ritenuto adatto, in quanto non miravamo a creare inferenze sul numero totale di turbine sull’isola, ma piuttosto a testare l’accuratezza dei tre set di dati».

Le conclusioni

«In quelle aree del mondo in cui lo sviluppo delle rinnovabili è veloce, come il Mediterraneo — affermano ancora i ricercatori — la costruzione diffusa e rapida di impianti eolici può produrre rapidamente un divario tra le mappe esistenti e la realtà. Nello studio sono stati combinati diversi set di dati liberamente disponibili e commerciali di turbine eoliche in Italia, che sono stati successivamente convalidati attraverso immagini satellitari e aeree. Pertanto, la mappa prodotta era quasi certamente accurata nel 2019-2020. Tuttavia, se confrontata con le immagini aeree del 2022-2023, vi è una sottostima del 26% delle turbine in funzione nell’area di studio. Considerando che in Sardegna dal 2020 sono state proposte al ministero dell’Ambiente 1.026 nuove turbine eoliche, che potrebbero essere costruite nei prossimi anni, diventa chiaro che l’aggiornamento periodico delle mappe è necessario per evitare distorsioni sempre più grandi». Queste discrepanze possono avere effetti devastanti sulla conservazione della fauna selvatica. «Ad esempio — concludono gli autori dello studio — Voigt et al. (2022) hanno stimato che ogni turbina eolica potrebbe uccidere fino a 70 pipistrelli all’anno. Assumendo valori simili per la nostra area di studio, le analisi di vitalità della popolazione basate sui tre set di dati pubblicamente disponibili che abbiamo testato sottostimerebbero tra 16.870 e 45.360 i decessi di pipistrelli ogni anno. Sebbene queste cifre siano puramente teoriche, è facile vedere come sottostimare il numero reale di turbine potrebbe comportare tassi di mortalità gravemente distorti che a loro volta influenzerebbero i modelli demografici e minerebbero i programmi di conservazione. Inoltre, questo pregiudizio può anche portare i responsabili politici a sottostimare gli impatti cumulativi dei parchi eolici e ad ignorare le potenziali trappole ecologiche».

 

Fabio Modesti