Gli atti di un convegno dei sociologi dell’ambiente che si è tenuto presso l’Università di Chieti formano un numero monografico della rivista «Prisma»
E in farmacia compreremo i corni…
È quello che sembrerebbe emergere dalla modalità e dal senso complessivo con cui è stato comunicato al grande pubblico il risultato della ricerca effettuata dal genetista Bert Vogelstein e dal matematico Cristian Tomasetti della Johns Hopkins School of Medicine del Maryland. Ma il cancro o un’altra malattia non sono questione di sfiga…
L’uomo che parlava agli elefanti
Lawrence Anthony ha dedicato la sua vita al salvataggio di specie in via d’estinzione, e balzò agli onori delle cronache di tutto il mondo quando, sotto i bombardamenti durante l’invasione dell’Iraq del 2003, condusse una rischiosa operazione di salvataggio allo zoo di Baghdad
La luce non è solo colore…
L’analisi in questo volume ricco di dati continua fino ad analizzare la struttura della luce e quindi dei colori, ad esaminare l’aura e a scandagliare i possibili significati fino ad arrivare alle sorgenti non visibili come l’infrarosso e quindi ai vari usi che ne sono stati fatti
Il corpo nello spazio
La più complessa analisi del gesto, della psicologia rappresentativa, rendono la tesi interessante per quanti volessero rileggere l’anatomia e la storia dell’arte, sezionandola negli aspetti più intimi della rappresentazione ideologica del sé e dell’altro, senza tralasciare il linguaggio ritmico dell’immagine, percettivo del colore
Nikola Tesla, il genio dimenticato dell’elettricità
«La diffusione della civiltà può essere paragonata a un incendio: prima una flebile scintilla, poi una fiammella tremolante, infine una potente fiammella, in una continua espansione di velocità e potenza»
Iniziativa dal basso per ripristinare il tessuto civile
Chiamata per i comuni della Magna Grecia. Un convegno fondativo che punta a creare un network che raccolga esperienze amministrative e municipaliste per iniziare a costruire una nuova rotta per le città soffocate da anni di crisi permanente
L’Islanda riprende la caccia alle balene
Nonostante il bando alla caccia commerciale dell’Iwc (International Whaling Commission). I balenieri islandesi hanno in programma di cacciare fino a 180 balenottere comuni quest’estate, un piano sostenuto dal governo islandese. Forte protesta dell’industria turistica islandese secondo cui l’osservazione delle balene porta maggiori benefici economici di quanti la caccia potrà mai portarne
Alimenti, Altroconsumo: per 7 italiani su 10 spreco cibo al top delle perdite
(Adnkronos) – Lo spreco alimentare è considerato uno dei principali ambiti che incidono maggiormente sul nostro portafoglio, ma per il campione di italiani intervistati, lo sperpero all'interno delle famiglie non riguarda solo il cibo. Per il 72%, la causa principale di perdita di alimenti in casa è dovuta a prodotti acquistati e non consumati in tempo, quindi scaduti, oppure agli avanzi gettati dopo i pasti. E' quanto emerge da una ricerca realizzata da Ipsos nell’ambito della piattaforma 'Impegnati a Cambiare', promossa da Altroconsumo e condotta tra 1.000 persone rappresentative della popolazione. Inoltre, il 64% segnala un utilizzo eccessivo di acqua corrente, il 62% menziona un consumo eccessivo di energia elettrica, seguito dall'uso intensivo di carburanti per il 46% e dal riscaldamento eccessivo per il 37% degli intervistati. In media, in una settimana, una famiglia butta via circa 680 grammi di cibo avanzato, scaduto o non consumato. La percentuale aumenta al centro e al Sud mentre diminuisce al Nord. Se per il campione degli intervistati le cause dello spreco sono diverse – confezioni troppo grandi, poca conoscenza su come conservare i cibi, promozioni che incentivano acquisti in più, buttare il cibo anziché riscaldarlo il giorno dopo – dalla ricerca emerge un dato importante: solo il 60% del campione intervistato guarda gli ingredienti. I criteri di sostenibilità, dunque, giocano ancora un ruolo minore nella scelta dei prodotti alimentari. "Lo spreco alimentare non è solo una importante questione ambientale – afferma Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne Altroconsumo – ma ha un impatto diretto sulle tasche delle famiglie sull’economia in generale e per l’Italia. Educare e sensibilizzare alla riduzione dello spreco indubbiamente è fondamentale per ridurre questi costi e, allo stesso tempo, contribuire alla sostenibilità del pianeta. Interventi concreti, come migliorare la conservazione degli alimenti, incentivare le donazioni da parte degli esercizi commerciali e fornire una chiara indicazione sulle etichette, possono fare la differenza sia in termini di risparmio che di impatto ambientale". Nella scelta di un prodotto alimentare, il ruolo della sostenibilità gioca un ruolo minore: il 48% degli intervistati attribuisce importanza a imballaggi sostenibili e riciclabili, il 43% presta attenzione al benessere degli animali negli allevamenti, mentre il 41% considera fondamentale che i prodotti abbiano una certificazione che ne attesti la sostenibilità, come il biologico. Inoltre, il 76% afferma di conoscere la differenza tra la data di scadenza e il termine minimo di conservazione di un prodotto alimentare. Il 78%, invece, definisce come "cibo sostenibile" quello prodotto con un uso efficiente delle risorse naturali. Nonostante le soluzioni per affrontare lo spreco alimentare non siano condivise da tutti, la maggioranza degli intervistati individua nell'educazione e nell'informazione la chiave per ridurre il fenomeno. Il 59% ritiene essenziale educare i bambini fin dai primi anni di scuola, mentre il 52% suggerisce di incentivare ristoranti ed esercizi commerciali a donare il cibo in eccesso alle associazioni benefiche. Il 50% propone di rendere più chiare le etichette, indicando meglio fino a quando il cibo può essere consumato oltre la data di scadenza. Per il 44%, sarebbe utile creare punti di raccolta per il cibo non utilizzato. Le piattaforme e le applicazioni digitali volte a ridurre lo spreco alimentare, tuttavia, sono ancora poco conosciute. Di questo tema si discute anche nella nuova puntata di Altroché, il podcast di Chora Media condotto da Francesco Oggiano, che fa parte del progetto Impegnati a cambiare e che, con la conduzione di Francesco Oggiano, vede in questa edizione la partecipazione di Andrea Fagnoni, Chief Client Officer di Ipsos e co-fondatore dell’Osservatorio Civic Brands e Lisa Casali, scienziata ambientale e scrittrice che si occupa dell’argomento sprechi alimentari da quasi vent’anni. Il podcast si può ascoltare su impegnatiacambiare.org e su tutte le principali piattaforme di audio streaming. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Dalla menta alla lavanda, le piante che respingono vespe e zanzare
(Adnkronos) –
Nove piante che tengono lontani gli insetti più fastidiosi in questa stagione caratterizzata dalle alte temperature. Ad indicarle sono gli esperti dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (Odaf) della provincia di Roma. “In queste settimane oltre a fare i conti con il caldo torrido, i romani stanno combattendo anche con la presenza di insetti fastidiosi e infestanti come le zanzare, i calabroni e le vespe – spiega Flavio Pezzoli, presidente Odaf della provincia di Roma – Per tenerli distanti dalle nostre case, terrazze e giardini non sempre si deve ricorrere alla chimica, ma si possono utilizzare alcuni tipi di piante che funzionano anche come repellenti naturali per questi insetti assolutamente indesiderati”.
“Ognuna delle piante in questione – aggiunge Pezzoli – possiede particolari caratteristiche ed esigenze di cura, ma tutte condividono la capacità di respingere naturalmente gli insetti senza dimenticare la bellezza e la varietà che possono donare agli ambienti”. Ecco le nove piante, indicate dagli esperti Odaf, che respingono naturalmente vespe e calabroni da spazi verdi e che possono essere reperite presso qualsiasi vivaio della città.
Menta – La menta è una delle piante più efficaci per tenere lontane le vespe. Cresce rigogliosamente e, oltre ad essere utile in cucina per preparare rinfrescanti infusi, emana un aroma pungente che respinge non solo le vespe, ma anche ragni, formiche e zanzare.
Citronella – La citronella è conosciuta soprattutto per la sua capacità di allontanare le zanzare, ma è altrettanto efficace contro le vespe. Ha bisogno di un clima caldo per crescere bene e non tollera il gelo, quindi è perfetta per le regioni mediterranee. Anche se l’odore può non essere gradito a tutti, è sicuramente un’arma potente contro molti insetti indesiderati.
Aurone – L’aurone, noto anche come artemisia del limone, è una pianta meno conosciuta ma molto efficace. Cresce formando cespi folti e rilascia un profumo di limone che tiene lontane diverse specie di insetti, comprese le vespe. Non è una pianta che si trova spesso nei giardini ma vale la pena considerarla per l’ottima capacità repellente.
Lavanda – La lavanda è una pianta dal profumo intenso che piace molto alle api, meno alle vespe. Anche se può richiedere qualche cura in più, il suo odore inebriante è un deterrente naturale per le vespe.
Pelargonio – I pelargoni, simili ai gerani, sono un’altra ottima scelta per respingere le vespe. Producono citronellolo, una molecola dalle proprietà repellenti che è molto efficace contro le vespe e le zanzare. Per un effetto ancora più potente, si può provare a schiacciare le foglie e a disporle in ciotole sul tavolo del giardino.
Geranio – I gerani non sono solo decorativi, ma anche utili per tenere lontane le vespe. Fioriscono da marzo a settembre, perfettamente in linea con la stagione delle vespe. Se curati correttamente, possono durare per anni, fornendo un’efficace barriera naturale contro gli insetti indesiderati.
Asperula – L’asperula è una pianta meno conosciuta, ma molto efficace nel respingere le vespe grazie al suo odore particolare. Preferisce le zone ombreggiate e può formare un bellissimo tappeto bianco ai piedi degli alberi da frutto. Si può anche usare per fare dei piccoli mazzi di fiori da posizionare in casa, per un tocco decorativo e funzionale.
Assenzio – L’assenzio è una pianta erbacea perenne con un fogliame profumato che tiene lontane le vespe e altri insetti.
Pianta di pomodoro – Le piante di pomodoro sono una scelta meno comune per un terrazzo, solitamente più adatta agli orti, ma sorprendentemente efficace. Le vespe non sopportano l’odore delle foglie di pomodoro, quindi piantare qualche piantina sul terrazzo non solo aggiungerà un tocco di originalità, ma fornirà anche pomodori freschi e deliziosi. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ma quale energia nel nostro futuro?
Presentiamo in questo numero le punte più avanzate degli orientamenti della ricerca dal Cnr all’Enea con la consapevolezza, come si spiega nell’Editoriale, dei forti limiti imposti in misura minore dalla tecnologia ma in misura superiore dall’economia che ormai è fuori controllo da parte di una etica politica
Dedicato ai negazionisti del nulla
La pandemia ha scoperto le carte ed essenzializzato i problemi. Scegliere fra la vita e la morte. Perché questa è la scelta fra inquinamento e salute, economia e benessere, crescita e sviluppo
Il 1° agosto è l’Earth Overshoot Day 2024, umanità in «debito» col Pianeta
(Adnkronos) – Giovedì 1° agosto è l’Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui la domanda di risorse naturali da parte dell’umanità supera la capacità della Terra di rigenerarle nell’arco di un anno. A calcolare ogni anno l’Overshoot Day globale e dei singoli Paesi è il Global Footprint Network. L’Earth Overshoot Day che cade il 1° agosto indica che attualmente l’umanità sta utilizzando la natura 1,7 volte più velocemente di quanto gli ecosistemi del nostro pianeta possano rigenerarsi. “Tale utilizzo eccessivo compromette la sicurezza delle risorse – avverte il Global Footprint Network – Le conseguenze di una ‘spesa’ ecologica eccessiva sono evidenti nella deforestazione, nell’erosione del suolo, nella perdita di biodiversità e nell’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera, che porta a eventi meteorologici estremi più frequenti e a una riduzione della produzione alimentare.
Sebbene l’Earth Overshoot Day sia rimasto stabile per un decennio, si verifica subito dopo che sono trascorsi 7 mesi. Nel resto dell’anno l’umanità vive di un uso eccessivo, impoverendo ulteriormente la biosfera. Pertanto, anche se la data rimane stabile, la pressione sul pianeta continua ad aumentare, poiché i danni derivanti dal superamento si accumulano nel tempo”. Per determinare la data dell’Earth Overshoot Day, il Global Footprint Network mette a confronto, sulla base dei dati più recenti, la biocapacità annuale della Terra (aree terrestri e marittime biologicamente produttive) con l’impronta ecologica dell’umanità che misura la domanda di risorse per l’intero anno (prodotti alimentari e fibre di origine vegetale, bestiame e prodotti ittici, legname e altri prodotti forestali, spazio per le infrastrutture urbane e foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica provenienti dai combustibili fossili).
La data viene annunciata ogni anno il 5 giugno nella Giornata mondiale dell’Ambiente. Guardando alle singole nazioni, l’Overshoot Day di un paese è la data in cui cadrebbe l’Earth Overshoot Day se tutta l’umanità consumasse come la popolazione di quel paese. Quest’anno per l’Italia è stato il 19 maggio, con il risultato che sarebbero necessari quasi 3 pianeti, se tutti vivessero come gli italiani. In ‘testa’ nel ranking delle singole nazioni Qatar e Lussemburgo, che già a febbraio facevano toccare il fondo alle risorse del Pianeta, ed Emirati Arabi, Stati Uniti e Canada (seguiti anche da paesi europei come Danimarca e Belgio) che hanno esaurito l”offerta’ della natura già a marzo. Quanto all’Ue nel suo complesso, il limite è stato raggiunto quest’anno il 3 maggio. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Una nuova Ecologia della Conservazione
Difronte ad uno sviluppo sempre più (in)sostenibile l’uomo non vede i pericoli di una popolazione mondiale crescente e ci incamminiamo verso un Pianeta tutto desertificato
Rapporto Ecomafia, 97,2 reati ambientali al giorno nel 2023
(Adnkronos) – Aumentano i reati ambientali nel 2023 e salgono a 35.487, registrando +15,6% rispetto al 2022, con una media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Illeciti che si concentrano soprattutto nel Mezzogiorno e in particolare in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria dove si concentra il 43,5% degli illeciti penali, +3,8% rispetto al 2022. Tutto il mercato illegale nella Penisola è valso nel 2023 ben 8,8 miliardi. A tracciare un quadro di sintesi è il nuovo report di Legambiente 'Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia', nel 30esimo anno dalla sua prima pubblicazione, e i cui dati sono stati presentati oggi a Roma. Nel 2023 in Italia – spiega Legambiente – aumenta anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma si registra soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti
A livello regionale la Campania si conferma al primo posto della classifica con più illeciti ambientali, 4.952 reati, pari al 14% del totale nazionale, seguita da Sicilia (che sale di una posizione rispetto al 2022, con 3.922 reati, +35% rispetto al 2022), Puglia (scesa al terzo posto, con 3.643 illeciti penali, +19,2%) e Calabria (2.912 reati, +31,4%). La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Passa dal quindicesimo al settimo posto la Sardegna. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima. A livello provinciale, Napoli torna al primo posto, a quota con 1.494 reati, seguita da Avellino (in forte crescita con 1.203 reati, pari al +72,9%) e Bari. Roma scende al quarto posto, con 867 illeciti penali, seguita da Salerno, Palermo, Foggia e Cosenza. La prima provincia del Nord è quella di Venezia, con 662 reati, che si colloca al nono posto ed entra nella classifica delle prime venti province per illegalità ambientale. Continua l’applicazione della legge 68/2015 sugli ecoreati che nel 2023 ha superato la quota 600, anche se registra un lieve calo rispetto all’anno precedente quando era stata contestata 637 volte. Un calo dovuto al calo dei controlli, passati da 1.559 a 1.405. Il delitto di inquinamento ambientale resta nel 2023 quello più contestato, 111 volte, portando a ben 210 denunce e 21 arresti. Altro dato riguarda i comuni commissariati che sono attualmente 19. La pressione dell’illegalità resta alta anche sul tema abusivismo edilizio. La conferma arriva anche dai dati ribaditi nella Relazione del 2024 sugli indicatori del Bes (Benessere equo e sostenibile). Soprattutto al Sud, dove si concentra il 48,8% delle nuove costruzioni abusive. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)