Il popolo dei «no» e quello dei «sì»

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Di fronte a tanti guasti ambientali e climatici attardarsi su una guerra di trincea non aiuta nessuno a vivere, è urgente invece capire le ragioni e fare scelte giuste e ponderate: dagli accordi climatici a quelli di organizzazione della vita sociale. Da Rio 92 alle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici

¿Qué ha hecho la fotovoltaica y resto de EERR por la economía española?

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Un informe de APPA y de Deloitte demuestra que la fotovoltaica ha influido positivamente en la economía española, en la contribuciónn al PIB, en la creación de empleo, en la independencia energética, etc.

Quando lo sport s’incrocia con la vita

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Tutti insieme comunque e nonostante tutto: un momento storico difficile, amaro, dalle poche prospettive ottimistiche. Questo mentre Monti si giocava un’altra importantissima partita in seno al Consiglio europeo. Anche lui ha giocato duro, si è sollevato le maniche e ha mostrato i muscoli

Fuoco a volontà

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«Piromafia», disattenzione e negligenza ci costano 500 milioni di Euro l’anno, vale a dire ? 10 per ogni individuo

Un’economia da rifare

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L?attuale crisi economica in cui sembrano precipitare rovinosamente tutti gli Stati più ricchi e avanzati è ormai così palese, che sarebbe insensato fingere di non vederla, o affannarsi a proclamare che il peggio sia ormai dietro alle spalle.

Nel disastro generale, crollano i miti della finanza facile, si sgretolano idoli bugiardi come il Pil, si sgonfiano bolle immobiliari che predicavano un futuro fatto di case infinite e di cemento dilagante. Ma forse qualche piccolo vantaggio emerge, ed è la possibilità di riflettere se non sia il caso di infrangere qualcuno dei più disastrosi tabù del nostro tempo, e di cambiare finalmente rotta.

Esplode anzitutto l?evidenza degli sprechi e degli eccessi, visibili materialmente nei rifiuti che sommergono intere città, nel traffico privato che le paralizza, nei tir che viaggiano giorno e notte per spostare prodotti che potremmo trovare dietro casa, nei telefonini che assorbono ore e giornate senza approdare a nulla. Questa smania di esagerare giova davvero a tutti? Ipermercati e riunioni oceaniche, megaconcerti e grandi opere, gigantesche navi da crociera e superaerei? Mentre una parte crescente del mondo è afflitta da povertà e malattie, sete e disastri, le cui nefaste conseguenze non potranno non ricadere sulle società affluenti che, per miopia o egoismo, le hanno più o meno consapevolmente provocate o tollerate.

C?era una volta la vecchia, cara economia classica, che aiutava a capire il rapporto tra bisogni e risorse, ma poi è stata sostituita dalle aride cifre e dai calcoli quasi sempre illusori di un nuovo vangelo, la econometria: trasformandoci sempre più in macchine per produrre e consumare, vendere e comprare, in una corsa frenetica al Pil che, se placa qualche ansia e soddisfa ambizioni momentanee, non giova molto al vero interesse della collettività. Forse sarebbe meglio ribattezzare questa nuova scienza «egonomia», perché una cosa è certa: la somma di mille arricchimenti individuali, talvolta sproporzionati, potrà magari abbagliarci, ma non riuscirà sempre a nascondere le conseguenze a danno dell?ambiente e del territorio, della salute e della convivenza civile, della stabilità politica e del futuro dei giovani. A ogni nuovo straricco corrispondono migliaia di poveri, a qualsiasi crescita vertiginosa si accompagnano purtroppo rapina, dilapidazione e contaminazione delle risorse naturali.

Ma ora qualcuno incomincia finalmente a capire che nessuna crescita può essere infinita, che l?illusione di un capitalismo eterno non convince, che il mercato non salverà la terra e che l?accumularsi dei rischi demografici, ecologici e finanziari sta bloccando il futuro nostro e dei nostri figli. Segnali timidi, ma significativi, affiorano da Paesi vicini e lontani. Meno cifre e più fatti; meno cemento e più prodotti naturali; basta droghe mediatiche, sì a spazio maggiore per riflessione, responsabilità e senso etico. Perché oltre alle cifre dei profitti e degli indici di borsa, contano anche e soprattutto equilibrio e civiltà, solidarietà e memoria storica, redistribuzione e rispetto per madre terra. In altre parole, valgono altrettanto e più di certe statistiche quei beni che stavamo dimenticando: aria pulita e qualità della vita, armonia e convivenza, circolazione delle idee e contatto sociale, educazione e solidarietà, valori e ideali? Una ricchezza che nessuna scienza è in grado di misurare, e che non c?è mercato dove si possa vendere o comprare.

La ricerca parli al cuore della gente

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Vanno risvegliate le coscienze assopite. Ci vuole l’impegno di tutti, genitori, insegnanti, naturalisti e agronomi, biologi, perché forse solo la passione può riaccendere la curiosità e l’interesse per quello che stiamo perdendo

Se davvero il mondo finisse…

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E se davvero il mondo finisse domani? Mi chiedo, ben convinto della montatura mediatica del caso e del fatto che un semplice palindromo numerico non può avere alcuna influenza sulle sorti del pianeta. Ma mettiamo che la profezia si avverasse. Saremmo pronti ad affrontarla? Intendo, come civiltà, saremmo pronti ad assumercene la responsabilità?

La felicità, dalla filosofia alla nuova economia

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L’interesse sempre più ampio verso la crescita verde, accompagnata da una rivisitazione degli indicatori nei quali sono inclusi anche alcuni concetti presenti nell’indicatore di misura della «Felicità di una nazione» può far sperare che l’umanità sia pronta ad intraprendere una strada che possa essere diversa dallo sfruttamento delle risorse naturali perpetrato fino ad oggi

Competizione tra Economia e Società

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Continuare imperterriti a definire il problema della crescita socio-economica come quello della competizione è derivante da una «ossessione ideologica» che pone fiducia cieca in una vecchia ed obsoleta aconcettualità liberale della competitività, che oggi non è solo storicamente sbagliata, ma pericolosa, perché distorce le politiche sociali dell’ambiente territoriale sociale in tutta l’Europa

Necessario muoversi verso uno sviluppo capace di futuro

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Non è possibile continuare in una crescita della società della opulenza, del lusso e del divertimento, limitato a sempre un numero minore di cittadini che si fanno sempre più ricchi, mentre gli altri non riescono a finire il mese se non indebitandosi

Incendi – Manifestiamo il nostro amore per il Pollino

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Un richiamo alla presenza attiva: Testimoniamo tutti quanti insieme la nostra vicinanza all’area del Pollino, partendo da tutta la Calabria, e visitiamola, almeno un giorno in questi mesi estivi, entriamo in un’attività commerciale, una struttura ricettiva, o in una sede di rappresentanza

Il disastro di Genova fra condoni e politica dei fiumi

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– Nota di Greenpeace

Ridurre subito il debito si può

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L’idea è quella di creare un grande contenitore, una sorta di fondo patrimoniale al cui interno inserire gli asset statali disponibili, come proprietà immobiliari e azioni di imprese possedute dal Tesoro, quotate e non, per la parte eccedente il controllo. La strada maestra per uscire dalla palude resta il taglio del debito, subito e in maniera drastica

Ora l’imperativo si chiama «transizione»

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> Perché questo dibattito. Gli altri interventi

Bernardini… tu quoque

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No prof. Bernardini, il tuo prestigio è troppo alto, non puoi cadere nella trappola del rinforzare mediaticamente l’idea che la Fusione Fredda sia una Bufala. Sembrerebbe che la ripetizione che tu segnali fra le origini delle bufale sia alla base di una possibile svista

Italia fra antipolitica e partiti contronatura

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La conservazione del patrimonio collettivo dovrebbe rappresentare un obiettivo prioritario della società contemporanea, ma al di là di roboanti proclami e superficiali verniciature esterne, nella pratica ciò non avviene quasi mai