Inquinamento – 1.204 siti potenzialmente inquinati individuati, mappati ed analizzati in volo da un chimico dell’Arpa Puglia

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    Puglia
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    È il bilancio, reso noto dal Comandante della Sezione Aerea di Bari, capitano Armando Franza, della Convenzione fra Comando Regionale Puglia della Guardia di Finanza di Bari (Reparto Operativo Aeronavale di Bari), dall’Arpa Puglia e dal Cnr-Irsa di Bari, in qualità di partner scientifico

    Considerato che nelle indagini svolte per il contrasto all’illegalità ambientale, l’inquinamento riscontrato si lega all’intenzione di evadere le imposizioni di natura tributaria derivanti, è oramai sempre più evidente che l’illecito ambientale è strumentale al reato economico-tributario.
    La legislazione vigente, non del tutto in linea con le nuove esigenze di legalità ambientale richieste in modo sempre più insistente proprio, induce, per via dei grandi margini di lucro possibili, gli ecocriminali ad adottare condotte malavitose sempre più ricercate ed accurate. Pertanto, nel contrasto ai crescenti comportamenti criminali a danno dell’ambiente è anche necessario utilizzare la tecnologia che, senza dubbio, oggi permette di monitorarli e di contrastarli energicamente.
    Quindi come appare evidente, per contrastare gli ecocriminali bisogna dar vita ad un «cartello di legalità» che, attraverso un serio confronto fra gli addetti ai lavori, possa utilizzare sia gli strumenti investigativi, sia l’ausilio della tecnologia. Questo cartello, oramai più che auspicabile, deve provvedere a miscelare idoneamente sistemi d’indagine completi nei quali trovino adeguato spazio per l’appunto le indagini cartolari di P.G., le indagini chimico-analitiche ed in ultimo, solo per via della loro relativa novità, le nuove tecnologie di rilevazione del danno ambientale come, ad esempio, il telerilevamento aereo e le sonde multiparametriche da utilizzare per il controllo dei fondali marini.
    Un esempio di collaborazione armonizzata è rappresentata dalla «Convenzione sul monitoraggio sul ciclo dei rifiuti nella Regione Puglia», richiesta dal Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti in Puglia, e firmata dal Comando Regionale Puglia della Guardia di Finanza di Bari (Reparto Operativo Aeronavale di Bari), dall’A.R.P.A. Puglia e dal C.N.R.-I.R.S.A. di Bari, in qualità di partner scientifico.

    L’attuazione del progetto

    Il progetto durante la sua attuazione ha incontrato problematiche tecniche ed operative che sono state individuate, studiate e risolte prima della sottoscrizione della stessa convenzione. La volontà di collaborare per la salvaguardia dell’ambiente pugliese, che si è instaurata fra diversi rappresentanti delle già citate amministrazioni, dipendeva direttamente dal fatto che i vari operatori, nel corso della loro normale attività, incontravano una serie di ostacoli che non potevano essere risolti in modo autonomo. Difatti, le problematiche legate all’ambiente che le varie amministrazioni incontravano non erano completamente risolvibili in maniera autonoma perché derivanti dal fatto che alle stesse venivano a mancare o le competenze tecniche specifiche, o i mezzi o, ancora peggio, specifici poteri che impedivano, di fatto, di poter affrontare in modo globale le problematiche connesse alle indagini ambientali.
    Per meglio comprendere quanto appena affermato, illustriamo alcuni casi concreti:
    ? L’attività ambientale, e questo deve essere assolutamente evidenziato, è anche questione di prospettiva. Non possiamo difatti pensare che l’osservatorio privilegiato di un velivolo non agevoli, di fatto, ogni tipo di indagine ambientale. Quindi, molte volte, gli organi di polizia territoriali e la magistratura hanno serie difficoltà nel localizzare, raggiungere fotografare e filmare zone impervie e difficili da raggiungere. Quindi si può affermare, senza ombra di dubbio, che avere un mezzo aereo nel cartello di legalità precedentemente menzionato migliori, di gran lunga, la qualità delle indagini e la relativa tempistica.
    ? Nel caso di indagine documentale i poteri e le competenze di alcune forze di polizia non sono sufficienti ad affrontare la complessità di un indagine. Questo, soprattutto, alla luce dei collegati e complessi illeciti economici e tributari che si possono legare al trattamento dei rifiuti. In particolare, si può scoprire che, associati al ciclo dei rifiuti illegale, vi è un giro di fatture false, di operazioni inesistenti e, non ultimo, di frodi comunitarie inerenti le bonifiche dei siti. Questa specialità investigativa, che appartiene esclusivamente ad una amministrazione specializzata in tali reati, fa si che nel contrasto alle attività delinquenziali perpetrati dai «colletti bianchi» dell’illegalità ambientale, questa fase assuma ogni giorno una sempre maggiore importanza. Difatti, è giusto pensare che i crimini ambientali vengono, il più delle volte, perpetrati per via della loro valenza economica. Il business dello smaltimento dei rifiuti, difatti, aumenta sempre di più perché le ecomafie e gli ecomafiosi vedono aumentare quotidianamente l’ammontare economico dei loro affari.
    ? Durante un volo operativo di ricognizione territoriale effettuato, ad esempio, di notte, è successo che pur individuando, attraverso l’ausilio della tecnologia presente a bordo del velivolo AB 412 e più precisamente del sistema ad infrarosso termico, uno scarico di acqua non autorizzato in mare, ci si è trovati nella materiale impossibilità di poter effettuare un prelievo delle acque, in quanto oggettivamente impossibilitati a contattare, in tempo reale, gli organi preposti ai controlli delle stesse (es. A.R.P.A.). Quindi, come appare evidente, vi è un anello mancante nella catena della lotta alla criminalità ambientale. Difatti, pur scoprendo un illecito ambientale, comunicato successivamente all’Autorità Giudiziaria competente, il limite, in questo caso, è rappresentato dall’impossibilità di poter contare, in tempi ragionevoli su rappresentanti dell’ente preposto ad effettuare i controlli delle acque.

    Serve più tempestività

    Appare quindi evidente che nel contrasto alla criminalità ambientale la collegialità investigativa è ormai una necessità sempre più sentita, soprattutto dagli stessi operatori. La manifestazione di queste problematiche, legate esclusivamente alla mancanza di un raccordo operativo fra le amministrazioni summenzionate impegnate a vario titolo nella lotta e al contrasto degli illeciti ambientali, ha di fatto permesso la realizzazione della già citata «Convenzione sul monitoraggio dei rifiuti» che, inizialmente inquadrata quale azione di controllo ambientale, ha conseguito ben più ampi risultati, anche attraverso un successivo ed ampio coinvolgimento delle Amministrazioni Comunali che, sulla base delle informazioni ottenute, hanno attivato le procedure tecniche ed amministrative per la rimozione di rifiuti abbandonati e di scarichi potenzialmente inquinanti. La diffusione delle informazioni inerenti le attività della convenzione, attuate attraverso i mezzi di stampa e le televisioni locali e nazionali, hanno stimolato l’attivazione di un circolo virtuoso che ha interessato tutti coloro che sono deputati alla difesa dell’ambiente, i quali hanno messo in campo numerose azioni tese alla salvaguardia ed alla tutela dello stesso. La maggiore attenzione al controllo dell’ambiente e la percezione di una costante vigilanza sul territorio, infine, ha agito da deterrente nei confronti dei responsabili dei crimini ambientali inducendo a comportamenti più rispettosi dell’ambiente.
    Le informazioni raccolte e strutturate in 5 distinte basi di dati, costituiscono, senza ombra di dubbio alcuno, un patrimonio conoscitivo eccellente completo di indubbie finalità di prevenzione atte alla riduzione dell’inquinamento, all’orientamento delle azioni di bonifica ed al risanamento dell’ambiente, di tutela degli ecosistemi e della preservazione della salute umana, ma che necessita di continui aggiornamenti. Le attività, condotte in stretto coordinamento tra i partner partecipanti hanno valorizzato efficacemente le singole competenze, le dotazioni strumentali dei partecipanti e l’attività di monitoraggio e controllo ambientale, che ha rappresentato la mission del progetto che ha, quindi, potuto avvantaggiarsi delle competenze e dei contributi derivanti da una proficua collaborazione tra l’ARPA Puglia, la Guardia di Finanza ed il CNR-IRSA, concretizzando risultati qualitativamente e quantitativamente significativi in tempi estremamente contenuti.
    La principale funzione del piano di lavoro è stata orientata alla conoscenza ed alla classificazione di aree potenzialmente inquinate, con lo scopo di produrre un dettagliato ed adeguato data base, corredato di tutte le informazioni necessarie per valutare l’entità dell’inquinamento e la priorità da attribuire a ciascun sito, sulla base di indici di pericolosità, al fine di permettere ai soggetti istituzionali competenti di attivare le più idonee iniziative dirette alla bonifica e/o alla rimozione delle cause accertate dell’inquinamento. Tale azione ha consentito di riscontrare il rispetto delle prescrizioni e degli adempimenti richiesti dalla legislazione e dai regolamenti e la verifica di illeciti ambientali.
    I risultati raggiunti, nr. 1.204 siti potenzialmente inquinati individuati, mappati ed analizzati in volo da un chimico dell’A.R.P.A. Puglia, hanno contribuito in modo decisivo allo sviluppo delle conoscenze in campo ambientale, permettendo la realizzazione di uno strumento fondamentale per la corretta pianificazione degli interventi di prevenzione, tutela e risanamento e per la verifica della loro efficacia in relazione agli obiettivi fissati anche dalla Programmazione Operativa Regionale (POR-Puglia 2000-2006). La metodologia di lavoro revisionata ed affinata lavoro durante, si è rivelata efficace ed efficiente e trasferibile in altri contesti.
    L’azione in oggetto è stata condotta secondo il modello di «monitoraggio consapevole», basato sulla conoscenza (Knowledge Based Monitoring), ossia in grado di esprimere l’integrazione tra un monitoraggio di dati (schede di rilevazione, dati analitici, etc.) e metodologie di processo via via affinate e che nell’eventuale prosieguo potranno produrre vantaggi di natura esponenziale valorizzando i risultati raggiunti ed il patrimonio di esperienze ottenuto nei sedici mesi di lavoro.
    In conclusione deve evidenziarsi che le mirate ed azzeccate acquisizioni strumentali, realizzare con i fondi del progetto, hanno reso ancora più incisiva l’azione di controllo.

    Armando Franza
    Capitano Pilota della Guardia di Finanza, Comandante della Sezione Aerea di Bari
    (31 Agosto 2005)