Dal clima alla biodiversità, al via la 40esima spedizione italiana di ricerca in Antartide
(Adnkronos) – Con l’arrivo del primo gruppo di tecnici presso la stazione Mario Zucchelli sul promontorio di Baia Terra Nova, è iniziata la 40esima spedizione italiana in Antartide, che fino a febbraio 2025 vedrà impegnati 140 tra ricercatori, ricercatrici e tecnici in progetti di glaciologia, climatologia, sismologia, geomagnetismo e biodiversità.
Alluvioni, disastro in Bangladesh
֎Intere famiglie costrette a lasciare le loro case. Il team di ActionAid è impegnato nel distretto di Noakhali per distribuire acqua potabile, cibo, kit igienici. Le inondazioni arrivano a soli tre mesi dal ciclone Remal֎
Mezzo miliardo di bambini in aree calde con il doppio di giorni rispetto ai nonni
֎Allarmante analisi dell’Unicef. 8 paesi, tra cui Mali, Niger, Senegal, Sud Sudan e Sudan, ospitano bambini che trascorrono più della metà dell’anno a temperature superiori ai 35 gradi Celsius (95 gradi Fahrenheit). In Italia tutti i valori in aumento rispetto agli anni Sessanta, con il numero di giorni di caldo estremo all’anno 6 volte superiore֎
Caldo torrido in Ue, nel 2023 «disastro» con oltre 47mila morti: uno su 4 in Italia
(Adnkronos) – Lo scorso anno il caldo torrido ha causato in Europa il decesso di oltre 47mila persone (47.690).
A luglio i due giorni più roventi, verso anno da record
(Adnkronos) – Luglio 2024 non è stato il più caldo di sempre, resta appena dietro allo stesso mese del 2023 e interrompe la striscia di 12 mesi consecutivi con temperature pari o superiori a 1.5°C, il limite indicato dagli Accordi di Parigi. Eppure l’anno in corso registra i due giorni più roventi e si avvia, con buona probabilità, a diventare il più caldo di sempre. Il bilancio arriva dal Servizio per il Cambiamento climatico di Copernicus (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell’Ue. Di seguito tutti i numeri: la maggior parte dei risultati riportati – precisa C3S – si basano sul set di dati di rianalisi Era5, utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Luglio 2024 è stato sia il secondo luglio più caldo che il secondo mese più caldo a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 16,91°C, 0,68°C sopra la media di luglio 1991-2020 e solo di 0,04°C inferiore al precedente massimo fissato nel luglio 2023. Il dato di luglio segna la fine di un periodo di 13 mesi in cui ogni mese è stato il più caldo nel record di dati Era5 per il rispettivo mese dell’anno. Sebbene insolita, una serie di record mensili di temperatura globale di durata simile si è verificata in precedenza nel 2015/2016 durante l’ultimo forte evento di El Niño. Anche se luglio 2024 non è stato in media caldo come il luglio 2023, la Terra ha vissuto i suoi due giorni più caldi nel record di dati Era5: la temperatura media globale giornaliera ha raggiunto i 17,16°C e i 17,15°C, il 22 e 23 luglio. “Data la piccola differenza, simile al livello di incertezza dei dati Era5, non possiamo dire con assoluta certezza quale dei due giorni sia stato il più caldo”, avverte C3S. Il mese di luglio 2024 è stato di 1.48°C al di sopra della media di luglio stimata per il periodo di riferimento preindustriale 1850-1900, segnando la fine di una serie di 12 mesi consecutivi con temperature pari o superiori a 1.5°C. Lo rende noto il Servizio per il Cambiamento climatico di Copernicus (C3S), precisando che i set di dati diversi dall’Era5 potrebbero non confermare la striscia di 12 mesi, a causa dei margini relativamente ridotti rispetto a 1.5°C delle temperature globali dell’Era5 per luglio e agosto 2023 e maggio e giugno 2024 e delle differenze tra i vari set di dati. La temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (agosto 2023 – luglio 2024) è di 0.76°C al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e di 1.64°C al di sopra della media preindustriale tra il 1850 e il 1900. L’anomalia della temperatura globale per l’anno in corso (gennaio-luglio) per il 2024 è di 0.70°C sopra la media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020, 0.27°C più calda rispetto allo stesso periodo del 2023. “L’anomalia media per i restanti mesi di quest’anno dovrebbe scendere di almeno 0.23°C perché il 2024 non sia più caldo del 2023. Questo è accaduto raramente nell’intero set di dati Era5, rendendo sempre più probabile che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato”, rimarca C3S. “La striscia di mesi da record si è conclusa, ma solo per un soffio. A livello globale, il mese di luglio 2024 è stato quasi caldo come luglio 2023, il mese più caldo mai registrato. Nel luglio 2024 si sono verificati i due giorni più caldi mai registrati. Il contesto generale non è cambiato: il nostro clima continua a riscaldarsi. Gli effetti devastanti del cambiamento climatico sono iniziati ben prima del 2023 e continueranno fino a quando le emissioni globali di gas serra non raggiungeranno lo zero netto”, sottolinea Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service (C3S). La temperatura media europea per luglio 2024 è stata di 1,49°C superiore alla media 1991-2020 di luglio, rendendo il mese il secondo luglio più caldo mai registrato in Europa dopo luglio 2010. In particolare, secondo l’analisi del Servizio per il Cambiamento climatico di Copernicus, le temperature europee sono state più alte della media nell’Europa meridionale e orientale, ma vicine o inferiori alla media nell’Europa nordoccidentale —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ghiacciaio dei Forni, da metà luglio tasso elevato di fusione
(Adnkronos) – Nuovo campanello d’allarme dal ghiacciaio dei Forni, il secondo più grande d’Italia situato nel cuore del Parco nazionale dello Stelvio, in Lombardia: da quasi un mese, ossia dalla seconda settimana di luglio ad oggi, con l’arrivo dell’anticiclone africano, il ghiacciaio dei Forni è in fusione giorno e notte con un elevato tasso di fusione che va dai 4 agli 8 cm al giorno di ghiaccio fuso a quota 2650 e 2600 m, con una perdita totale di spessore che nelle aree frontali si avvicina ai 2 metri. A fare il punto è Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna internazionale di Legambiente dedicata al monitoraggio dei giganti bianchi, in collaborazione con Cipra Italia e la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, con partner sostenitori Frosta, Sammontana, Fpz, partner tecnico Ephoto, media partner La Nuova Ecologia e L’Altra Montagna, che ha anticipato quest’anno la partenza della sua campagna, in programma dal 18 agosto al 9 settembre, con un’anteprima speciale proprio sul ghiacciaio dei Forni, insieme all’Università degli studi di Milano e nell’ambito di Puliamo il mondo (campagna storica di volontariato ambientale di Legambiente). A pesare sulla capacità di resistenza del ghiacciaio dei Forni – spiega Legambiente – i forti contrasti meteorologici che hanno segnato questo 2024, con abbandonanti e tardive nevicate arrivate sulle Alpi, elevate temperature estive e temperature notturne, che in particolare sul ghiacciaio dei Forni, dalla seconda settimana di luglio non sono mai andate sotto lo zero. La fronte del ghiacciaio è, inoltre, ancor più ricoperta di detrito e black carbon, scura, con riflettività inferiore al 15%. È l’effetto del darkening, scurimento del ghiaccio a causa delle deposizioni atmosferiche e dei crolli in roccia. Inoltre, i sedimenti raccolti alla fronte del ghiacciaio dei Forni presentano tuttora elevate concentrazioni di piombo, probabilmente dovute alla grande quantità di detriti bellici presenti sul ghiacciaio. L’elevata fusione del ghiacciaio ha riportato alla luce, proprio a luglio, anche un ordigno inesploso risalente alla Prima Guerra Mondiale trovato alla base della stazione meteo Unimi Esp. Oltre agli ordigni bellici e ad altri reperti, salendo in quota a volte ci si imbatte anche in rifiuti abbandonati di ‘ieri e oggi’, perlopiù macroplastiche legate a packaging alimentare come è emerso sia dalla giornata di Clean Up in quota realizzata da Carovana dei ghiacciai di Legambiente, nell’ambito di Puliamo il Mondo, in occasione dell’anteprima sul ghiacciaio dei Forni, sia dai monitoraggi dell’Università di Milano fatti ad agosto 2021 e nel 2022. Più nel dettaglio, nel corso dell’attività di Clean up in quota, effettuata da Carovana dei ghiacciai e dai volontari che hanno partecipato all’iniziativa nell’ambito di Puliamo il Mondo lungo i due sentieri che portano al ghiacciaio dei Forni, sono stati trovati circa 150 rifiuti tra fazzoletti di carta, bottiglie di plastica, macroplastiche relative al packaging alimentare, sigarette, pezzi di attrezzatura tecnica, ma anche alcuni pezzi di ferro. Rifiuti, in sintesi, di ogni genere e tipo. Salendo più in alto, la fusione dei ghiacciai sta riportando alla luce anche ‘rifiuti di ieri e tracce del passato’ legate ai conflitti mondiali combattuti ad alta quota. Dagli ordigni bellici, come quello ritrovato a luglio, agli oggetti di uso quotidiano dei militari dell’epoca, come un pentolino. “Con questa anteprima di Carovana dei ghiacciai 2024 pensata nell’ambito di Puliamo il Mondo – dichiarano Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, e Vanda Bonardo, responsabile della campagna Carovana dei ghiacciai di Legambiente e presidente di Cipra Italia – vogliamo anche sensibilizzare le persone sul tema dell’abbandono dei rifiuti in montagna, una cattiva abitudine che non risparmia neanche le Alpi e gli Appennini e le cime più alte del mondo, gli ottomila. In montagna bisogna camminare senza lasciare tracce alle proprie spalle, mantenendo comportamenti virtuosi, sostenibili e responsabili in ogni contesto, da quello montano a quello urbano, come ribadiamo ogni anno anche con Puliamo il Mondo la nostra campagna di volontariato ambientale coinvolgendo le persone in attività di pulizia. E questa volta partiamo proprio dalla montagna, con un’attività di clean up in quota, senza dimenticare che l’altro grande pericolo è rappresentato dalla crisi climatica che avanza come è emerso dai dati sul ghiacciaio dei Forni, e che racconteremo nell’edizione 2024 di Carovana dei ghiacciai in programma dal 18 agosto al 9 settembre con sei nuove tappe”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Non c’è scampo, estati sempre più roventi
֎L’indagine di Istat e Greenpeace. Bari, Napoli e Roma le più calde. A rischio soprattutto anziani e bambini. Dall’agosto 2019 allo stesso mese del 2023, è raddoppiato il numero di italiane e italiani esposti a temperature superficiali pari o sopra i quaranta gradi֎