Il presidente Matteo Fusilli aveva chiesto con una lettera a Berlusconi di ritirare il provvedimento. Di parere contrario il vice a patto che «si azzeri tutto, si fissi oggi un punto di partenza, vengano emanate regole condivisibili e certe per il futuro, regole pensate e ideate tenendo al centro l’uomo e i suoi bisogni»
Sulla questione del condono edilizio che il governo Berlusconi sta varando, dopo la lettera di Matteo Fusilli, Presidente del Parco Nazionale del Gargano (che chiede al governo di ritirare il provvedimento) interviene anche Nicandro Marinacci, vice presidente dell’Ente via Sant’Antonio Abate a Monte Sant’Angelo, esponente di punta dell’Udc di Capitanata nonché sindaco di Sannicandro e con un passato sugli scranni di Montecitorio. Un intervento dai contenuti opposti a quelli di Fusilli, dove si contrappongono due filosofie, due vedute di gestione del territorio. Se Fusilli chiede al capo del governo di ripensarci sul varo imminente del condono, Marinacci è di tutt’altro avviso: «Berlusconi fa bene, ma a patto che – quasi a voler scacciare ogni ombra sul rischio di eventuali strumentalizzazioni circa il messaggio di un centro-destra pro condono, precisa – si azzeri tutto, si fissi oggi un punto di partenza, vengano emanate regole condivisibili e certe per il futuro, regole pensate e ideate tenendo al centro l’uomo e i suoi bisogni». «Solo se una regola viene ritenuta giusta la gente è portata a rispettarla – continua il vice presidente del Parco -. Non bisogna fare condoni ogni 5 o 10 anni, ma stabilire un punto, un anno zero, di partenza. Tutto ciò che è stato fatto va sì regolamentato e sanato attraverso chessò i piani di recupero, come hanno fatto a Rimini e altrove in Italia. Io non amo le ruspe selvagge, io sono uno che ama gli esseri umani, la natura e l’ambiente. Sono un moderato che vuole arrivare a trovare la soluzione del problema attraverso il ragionamento. E per questo sostengo che gli abusi non ci sono solo nel Parco Nazionale del Gargano, ma in tutti gli altri Parchi d’Italia. Quindi al posto di ergersi a paladini del nulla in rapporti a certi siti, dico ragioniamo bene, legiferiamo meglio ma sopratutto rispettiamoci. Per questo – è la chiosa finale di Marinacci – dico al Presidente Berlusconi di non ritirare il condono, di non accettare la proposta di Fusilli, ma di valutare area per area e di non dimenticare la povera gente».
(Garganopress, Francesco Trotta)