Per l’esperto dell’Enea, Vincenzo Ferrara, il Mediterraneo al 2090 è destinato a salire di 18-30 centimetri (con picchi di 70 nell’Alto Adriatico) sotto i colpi del riscaldamento delle temperature, spazzando via 4.500 chilometri quadrati di aree costiere e pianure. In 20 anni l’inaridimento è triplicato e il 27% del territorio nazionale è a rischio desertificazione
Coste italiane a rischio allagamento e con esse alcune delle famose località del litorale del Belpaese, da Rimini a Orbetello al tavoliere delle Puglie, all’area Pontina fino anche a Pisa. Il tutto per colpa dei guasti provocati al clima. Il Mediterraneo, infatti, al 2090 è destinato a salire di 18-30 centimetri (con picchi di 70 nell’Alto Adriatico) sotto i colpi del riscaldamento delle temperature, spazzando via 4.500 chilometri quadrati di aree costiere e pianure.
A lanciare l’allarme è stato il climatologo dell’Enea, Vincenzo Ferrara, intervenuto alla tavola rotonda «L’alba del giorno dopo» organizzata da Modus Vivendi. Secondo la mappa