All’Ente bacini di Genova è in funzione un impianto all’avanguardia che è l’unico in Europa che rilascia in mare acque completamente depurate dopo le varie operazioni di manutenzione di cisterne e carene
Un impianto di depurazione per l’acqua di lavaggio delle carene e cisterne della navi, una installazione costruita su tre livelli di oltre 300 mq ciascuno, con una portata di purificazione fino a 350 mc all’ora e due linee parallele di filtraggio, è il «gioiello» dell’Ente bacini del porto di Genova, un sistema di depurazione unico in Europa che permette di pulire e riciclare l’acqua che dopo il lavaggio delle cisterne e le carene delle navi è altamente inquinante se riversata tal quale in mare.
In effetti, per legge (L.979/82) le navi ed in particolare le petroliere sono obbligate ad effettuare le operazioni di pulizia di carene e cisterne all’interno dei porti e non in mare aperto, in modo da raccogliere le acque di risulta che contengono alte percentuali di catrame e sostanze chimiche, e smaltirle attraverso stabilimenti idonei a depurare i liquidi. In tutti i porti italiani l’acqua viene avviata alla depurazione fuori dall’area portuale, mentre a Genova tutto il processo avviene in loco.
Nell’Ente Bacini di Genova, infatti, è attivo a pieno ritmo dal 2001 (la costruzione è stata iniziata nel 1998) un impianto di depurazione ad hoc, situato al bacino 3 del molo Giano. È il primo impianto in Europa che svolge direttamente in loco tutto il processo di depurazione delle acque di lavaggio che provengono dalle navi tirate in secco per le operazioni di pulizia.
Il processo di depurazione
Le pompe di drenaggio presenti nei bacini limitrofi al terzo, convogliano l’acqua di lavaggio che contiene scaglie di pittura, olii, sabbia e residui marini (molte operazioni di pulitura avvengono attraverso materia oliosa, l’unica in grado di pulire il catrame, N.d.R.), poi vengono separate le sabbie e avviate al disoleatore. La separazione degli olii avviene attraverso aria insuflata, dopodiché l’olio raccolto viene avviato allo stoccaggio. L’acqua raccolta viene addittivata con reagenti chimici e inviata al bacino di sedimentazione, dove avviene il deposito dei fanghi, oltre ad un’ulteriore fase di disoleazione. I fanghi sono poi trasferiti ad una vasca di raccolta e successivamente in una vasca polmone dove vengono aggiunte sostanze chimiche che permettono l’ispessimento e lo smaltimento. Le acque, alla fine di tutto il processo, sono perfettamente depurate e scaricate in mare.
L’autorità portuale di Genova ha avviato le procedure per ottenere, insieme a Savona e La Spezia, la certificazione ambientale Iso 14001, la piena attività dell’impianto di depurazione dell’Ente bacini e solo una delle innovazioni che potranno facilitare questo percorso ed un segnale fortissimo di come l’ambiente può facilmente creare occasione di impresa e di sviluppo.