Gli esperti di 17 paesi sono riuniti da ieri a Melbourne, in Australia, per discutere della «carbon sequestration», un procedimento in cui l’anidride carbonica (CO2), principale responsabile del riscaldamento globale, verrebbe sepolta a grande profondità anziché liberata nell’atmosfera
Gli esperti di 17 paesi sono riuniti da ieri a Melbourne, in Australia, per discutere della «carbon sequestration», un procedimento in cui l’anidride carbonica (CO2), principale responsabile del riscaldamento globale, verrebbe sepolta a grande profondità anziché liberata nell’atmosfera. Il Carbon Sequestration Leadership Forum (Cslf) sta già elaborando una bozza sui principi di regolamentazione del settore dello stoccaggio del carbonio in profondità.
«Siamo molto preoccupati per il contesto censorio nel quale si stanno sviluppando sia questi principi, che la stessa struttura di lavoro del Cslf sul sequestro in profondità. Non vi è praticamente stata nessuna consultazione con il pubblico, né con le Organizzazioni Non Governative competenti, sullo stoccaggio sotterraneo» afferma Roberto Ferrigno, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.
Greenpeace ha inviato una lettera al ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, con la richiesta di non firmare la comunicazione sull’incontro ministeriale che si terrà a breve a Melbourne e di votare affinché si rinvii la redazione di tale documento almeno finché non vi sia stata sufficiente partecipazione con il pubblico e sia stato pubblicato lo speciale rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’organismo scientifico dell’Onu sui cambiamenti climatici, sullo stoccaggio sotterraneo.
(Info Ascanio Vitale, campagna clima, Tel. 06 572 999 24 – Gabriele Salari, ufficio stampa, Tel. 06 572 999 03, www.greenpeace.it/clima)