Ecolabel turistico in Basilicata, per gli imprenditori una buona occasione per crescere

485
Tempo di lettura: 2 minuti

Ad un seminario organizzato dall’Arpab ben 70 imprenditori hanno discusso di certificazione ambientale e rispetto per il territorio, confrontandosi su criticità e modelli di sviluppo

POTENZA ? (nostro servizio) Una platea attenta di oltre 70 imprenditori turistici lucani ha seguito presso la sede dell’Agenzia regionale dell’ambiente di Basilicata a Potenza un seminario per esaminare nel dettaglio come avviare la certificazione ecolabel. Un successo di pubblico che denota la volontà degli operatori turistici lucani a lavorare sul territorio nel rispetto dell’ambiente. «Negli scorsi mesi abbiamo portato avanti 5 workshop per promuovere e sensibilizzare gli imprenditori sul marchio ecolabel ? spiega Maria Angelica Auletta, responsabile sportello imprese dell’Arpab ? quindi chi è intervenuto al seminario già conosceva il criterio portante della certificazione e cercava un approfondimento. Avevamo avuto 80 registrazioni e si sono presentati 70 rappresentanti da tutta la Regione, praticamente tutti i tour operator locali, molti responsabili di agenzia e imprenditori. La massa critica di chi vuole investire nell’ambiente cresce sensibilmente».
Una tendenza che rientra nelle strategie di politica europea e che sta colmando un gap culturale tutto meridionale.
Secondo dati forniti dalla dott.ssa Stefania Minestrini del settore Ecolabel di Apat, «sono ancora basse le percentuali di imprese al Sud che richiedono la certificazione ambientale Ecolabel, mentre nel nord e centro Italia l’attenzione è maggiore. Quello su cui si deve investire è in cultura ambientale e l’ecolabel ed in particolare l’Ecolabel per il servizio di ricettività turistica, si presta particolarmente a questo ruolo in quanto strumento di comunicazione ambientale verso i consumatori».

Dati del 2003 evidenziano infatti che solo il 5% delle imprese meridionali che possono ottenere la certificazione ambientale, scelgono questa strada, mentre nel nord e centro Italia sono quasi il 50%. Più cultura, quindi, tanto più che l’ecolabel è un tipo di certificazione che punta al controllo della filiera produttiva, più che sul prodotto finale e che coinvolge diversi livelli di produzione o utilizzo delle risorse.
«Tra le difficoltà più comuni che gli imprenditori ci hanno sottoposto ? sottolinea la Auletta ? ci è stato chiesto ?come possiamo coinvolgere i nostri clienti senza rischiare di disturbarli nella loro vacanza?’ Gli operatori hanno timore che il risparmio energetico, o ad esempio il chiedere di non sprecare l’acqua, possano abbassare gli standard qualitativi dell’ospitalità e spingere il cliente, specie di fascia alta, a non tornare. Noi abbiamo cercato di dare risposte concrete a questo tipo di problemi, che insistono proprio sulla cultura ambientale».
La certificazione ecolabel è arrivata solo recentemente a coinvolgere l’ambito turistico, in precedenza riguardava solo le aziende di prodotto (vernici e saponi in prima fila) ma dal 29 settembre di quest’anno si sta allargando la sfera di competenza: dalle strutture che offrono il pernottamento in stanza, si è esteso anche ai campeggi, ma perché funzioni è tutto un territorio a dover interagire.
«Gli incontri che stiamo portando avanti sono il primo risultato di un accordo che l’Arpa ha siglato con l’Apt ? mette in risalto la Auletta ? sollecitiamo la sinergia tra gli operatori e cerchiamo per primi di lavorare in questo senso. L’ecolabel è uno strumento volontario che punta ad un’azione attiva che si deve allargare per generare un percorso virtuoso. L’interesse che stiamo rilevando ci spinge a continuare in questa nostra strategia di cultura ambientale».
Rita Schena