Greenpeace: Ogm per tutti? No, grazie

    628
    ogm
    Tempo di lettura: < 1 minuto

    «Se introduciamo la coltivazione di Ogm in campo aperto – afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace – imbocchiamo una strada senza ritorno. Non lo dicono gli oscurantisti, ma i rapporti scientifici sul mais Mon863 della Monsanto che parlano di topi con anomalie ai reni e al sangue se nutriti con questo mais»

    «Il Pofessore Umberto Veronesi tira in ballo il decreto Alemanno sostenendo che bloccherebbe la ricerca, ma non è affatto così, stiamo parlando di altro. Quel decreto risponde semplicemente ad un’esigenza concreta: se introduciamo la coltivazione di Ogm in campo aperto imbocchiamo una strada senza ritorno. Non lo dicono gli oscurantisti, ma i rapporti scientifici sul mais Mon863 della Monsanto che parlano di topi con anomalie ai reni e al sangue se nutriti con questo mais, e sul mais Nk603 dove frammenti di Dna non intenzionalmente inseriti risultano funzionali e dove differenze significative sono state riscontrate tra questo e la varietà convenzionale, ma queste differenze non sono state studiate – afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace -, è questa la sicurezza degli Ogm di cui si parla?».
    «Per difendere la nostra agricoltura ci vuole un dibattito sereno e razionale. Perché fare invece dell’allarmismo? Non è con “al cancro, al cancro” su basilico e polenta che si informa l’opinione pubblica».

    (Fonte Greenpeace)

    (04 Novembre 2004)