La Regione Toscana ha approvato nello scorso giugno il Progetto per la mappatura della presenza di amianto in Toscana, articolato in tre fasi. Obiettivo generale del progetto è di individuare i siti caratterizzati dalla presenza di amianto nell’ambiente nella Regione, per poi individuare i siti da bonificare, in relazione alla accessibilità ed allo stato di conservazione e quindi alla pericolosità degli stessi materiali. I materiali friabili sono considerati più pericolosi dei compatti per la loro maggiore capacità di disperdere fibre libere in aria. Quindi un primo passo importante è riuscire nella mappatura ad individuare i materiali friabili.
A livello nazionale, si stima che questi materiali, costituiscano circa il 10 % del totale e, inoltre, che siano concentrati in aree particolari ed in settori produttivi specifici. Ben diversa è la situazione per i materiali compatti (che costituiscono pertanto oltre il 90 % del totale). Sono caratterizzati da un’elevata diffusione territoriale, che raggiunge la sua massima espressione nelle coperture in cementoamianto presenti soprattutto negli edifici industriali.
Non bisogna inoltre dimenticare che anche questi materiali, sebbene in misura molto minore dei friabili, possono dar luogo a dispersioni di fibre libere nell’ambiente a seguito dei naturali processi di invecchiamento o a cattiva gestione nella manutenzione. Inoltre sono proprio questi materiali, a causa della loro diffusione, a rappresentare «il rischio amianto» maggiormente percepito dalla popolazione.
Il progetto prevede quindi l’effettuazione a regime di una mappatura che riguarda sia l’amianto friabile presente in edifici pubblici o aperti al pubblico, siti industriali dimessi, siti estrattivi, siti oggetto di attività geotermica (Erga ? Larderello), grandi impianti industriali, impianti a pressione; che l’Amianto compatto negli edifici pubblici o aperti al pubblico, siti industriali dismessi, grandi impianti industriali, edifici di privati (industriali e civili).
Gli ambiti di mappatura individuati sono stati distinti in gruppi, corrispondenti a tre specifiche fasi di attuazione. Ogni fase può essere attuata separatamente, in relazione alle risorse disponibili, fino a completare il quadro conoscitivo della presenza di amianto in Toscana.
Nella prima fase, della durata prevista di 15 mesi (1.7.2006- 30.9.2007) saranno censiti i siti dove risulta presente:
AMIANTO FRIABILE
? edifici pubblici o aperti al pubblico (ad esempio Regione, province, comuni, provveditorati, aziende sanitarie e ospedaliere, ecc.)
? siti industriali dismessi
? siti estrattivi (in particolare cave di pietre verdi)
? siti oggetto di attività geotermica (Erga ? Larderello)
? grandi impianti industriali
? impianti a pressione
AMIANTO COMPATTO
? amianto compatto negli edifici pubblici o aperti al pubblico
? siti industriali dismessi
Le attività relative alla prima fase sono state affidate ad Arpat. Il coordinamento scientifico del progetto sarà costituito presso la Direzione Arpat e sarà composto da: un rappresentante della Regione Toscana – Direzione Generale delle politiche territoriali ed ambientali, un rappresentante della Direzione Generale Diritto alla Salute e Politiche di Solidarietà, un rappresentante della Direzione Arpat (presso cui sarà costituita la segreteria) e da un rappresentante del Cspo. La direzione operativa del Progetto sarà della Direzione Arpat.
(Fonte Arpat)