La carne delle balene ha poco mercato e viene usata per preparare cibo per cani. Il Giappone ha i magazzini pieni di carne invenduta, il 95 per cento dei giapponesi non mangia mai o molto di rado carne di balena, mentre il 70 per cento è contro la caccia baleniera nell’Antartico
Nonostante la condanna di tutto il mondo, e lo scarso sostegno in Giappone, una flotta di sei baleniere è in partenza oggi dal porto di Shimonoseki, in Giappone, per andare a uccidere circa mille balene nel Santuario dell’Oceano Antartico. Greenpeace chiede al governo giapponese di tenere la flotta della vergogna in porto, fermare questo fasullo programma di ricerca e tutelare le specie protette invece di cacciarle.
Con quello che viene chiamato uno «studio di fattibilità» per allargare la «ricerca» sulle balene, la flotta giapponese intende arpionare 935 balenottere minori e 10 balenottere comuni, classificate come specie protetta. La flotta partirà domani per far ritorno in Giappone a marzo con la carne di balena già inscatolata per la vendita.
«Chiamare questo piano di caccia una ricerca scientifica è un insulto alla scienza, al popolo giapponese e alla comunità internazionale – ha dichiarato Alessandro Giannì, responsabile Campagna Mare di Greenpeace -. Il piano è solo una scusa per ricominciare la caccia baleniera, anche se la carne delle balene ha così poco mercato che viene usata per preparare cibo per cani». Che questa carne non abbia mercato lo ha confermato l’ambasciatore del Giappone in Islanda che all’offerta islandese, di esportare carne di balena in Giappone, ha risposto che il suo Paese ha i magazzini pieni di carne invenduta. Secondo un sondaggio Gallup di giugno 2006, il 95 per cento dei giapponesi non mangia mai o molto di rado carne di balena, mentre il 70 per cento è contro la caccia baleniera nell’Antartico.
Durante la scorsa stagione di caccia, la flotta della vergogna ha percorso migliaia di miglia nel Santuario dell’Oceano Antartico per completare la prima fase del nuovo «studio di fattibilità», cioè per vedere se potevano uccidere circa mille balene. Hanno capito che potevano farlo, tranne quando gli attivisti di Greenpeace si sono messi tra i loro arpioni e le balene.
La decisione di oggi arriva a cinque mesi dalla risoluzione della Commissione Baleniera Internazionale che giudicava «non più necessaria d’ora in avanti» la moratoria sulla caccia alla balena. Quella risoluzione è stata presa grazie alla compravendita di voti del Giappone che acquista il sostegno di paesi in via di sviluppo in cambio di sussidi. «I Paesi come l’Italia devono cercare alleati per fermare questa vergogna. In particolare, tutti gli Stati membri dell’Ue dovrebbero impegnarsi a partecipare alla prossima riunione della Commissione Baleniera e votare compatti a favore delle balene. Chiediamo al ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio, di lanciare un appello in questo senso ai suoi colleghi al prossimo Consiglio Ambiente dell’Unione Europea, a dicembre».
(Fonte Greenpeace)
(16 Novembre 2006)