Cassiopea

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La cassiopea, grande medusa innocua dei nostri mari, è un organismo planctonico che passa gran parte della sua vita in balia delle correnti marine

Come tutte le meduse, Cothyloriza tubercolata possiede una grande ombrella a forma di disco depressa ai lati e convessa al centro. Il colore bruno verdastro dell’ombrella è dovuto ad alghe simbionti presenti nei tessuti della stessa. Le otto braccia orali sono fortemente ramificate e possiedono corti tentacoli che terminano con dischetti di colore bianco o blu-violaceo. È un organismo planctonico che passa gran parte della sua vita in balia delle correnti marine. Si ciba essenzialmente di invertebrati planctonici attraverso piccoli orifizi che si aprono sulle numerose escrescenze ramificate dei tentacoli.
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A differenza di altre specie fortemente urticanti, la cassiopea è innocua e per tale motivo è spesso circondata da piccoli pesci pelagici. Oltre che dai sugarelli (Trachurus trachurus), tra i tentacoli di questa medusa trovano riparo anche avannotti della ricciola (Seriola dumerilii) e, raramente, della comune salpa (Sarpa salpa). In caso di pericolo, i piccoli pesci si rifugiano e si riposano nelle tasche genitali della grande medusa, che viene praticamente utilizzata come substrato galleggiante. Di giorno si allontanano ma solo di qualche metro in cerca di cibo. Curiosamente se la medusa è troppo piccola, i piccoli pesci l’abbandonano scegliendone una più grande e «spaziosa».

Ormai alquanto frequenti sono le esplosioni demografiche di meduse che possono costituire banchi di centinaia e centinaia di individui. Questi eventi sono da sempre avvenuti nei nostri mari con una ciclicità ben definita (più frequenti nel periodo estivo-autunnale, meno nel periodo invernale).
Il «bloom» delle meduse è dovuto a vari fattori ambientali tra cui la temperatura del mare, la ricchezza di nutrienti nella massa d’acqua, le correnti, ed altri, alcuni dei quali ancora sconosciuti. Sicuramente l’innalzamento della temperatura superficiale del mare dovuto al surriscaldamento globale e anche l’eccesso di nutrienti scaricati nelle acque costiere o negli ambienti lagunari provoca condizioni che potrebbero essere favorevoli ad un aumento nella frequenza di questi eventi. Purtroppo è questo uno dei tanti sconvolgimenti nei cicli biologici dovuti all’impatto dell’uomo sul nostro pianeta.

Le foto sono di Rossella Baldacconi