In questo scenario la capacità globale di produzione nucleare all’orizzonte del 2050 usando due diversi scenari di crescita, che si indicano con il termine «alto» e «basso». Ecco i risultati in sintesi: La capacità di produzione di energia elettrica da fonte nucleare crescerà di un fattore compreso tra 1,5 e 3,8. Nello scenario «alto» la quota di produzione elettrica da fonte nucleare crescerà dal 16% di oggi al 22%. In entrambi i casi, la produzione elettrica da fonte nucleare rimane prevalentemente nei Paesi Ocse e, sebbene ci siano Paesi che non dispongono ora di energia nucleare e che pianificano di entrare nel club nucleare, il loro apporto rappresenta solo il 5%.
Queste previsioni sono in accordo sostanziale con le previsioni di altre organizzazioni internazionali; l’esperienza pregressa fa ritenere inoltre possibile costruire centrali nucleari ad un ritmo adeguato a soddisfare le proiezioni dello scenario «alto», di qui fino al 2050.
Le risorse conosciute di uranio sono sufficienti ad alimentare un’espansione della capacità di produzione elettrica nucleare, senza ricorrere ad altre tecnologie di cui parleremo, almeno fino al 2050. Le stime basate sui dati geologici regionali, valutano ad alcune centinaia di anni la disponibilità di uranio al fabbisogno corrente. L’energia nucleare offre un grado di sicurezza di rifornimenti superiore al petrolio e al gas perché il suo combustibile, l’uranio, proviene da una pluralità di Paesi e i principali fornitori operano in Paesi politicamente stabili. L’altissima densità di energia dell’uranio (1 tonnellata di uranio produce circa la stessa energia di 10.000?16.000 tonnellate di petrolio secondo le tecniche attuali) comporta che il trasporto del combustibile è meno vulnerabile alle interruzioni di fornitura e lo stoccaggio di grandi riserve di energia è assai più facile ed economico di quello dei combustibili fossili.
Analizziamo nel dettaglio gli elementi più importanti di queste nuove prospettive.