Continuando ad esaminare i nuovi processi proposti durante la suddetta conferenza, diviene essenziale osservare l’importanza delle investigazioni di sistemi Pd-D costruiti a nanoparticelle in zeoliti [Zeolita-Y (Na)] o altre strutture (idradi, polveri ecc.) in atmosfera di deuterio.
In effetti, gli studi sperimentali e teorici hanno indicato che le nanoparticelle di palladio possono rendere più facile l’evento dell’Effetto Fleishmann & Pons. Il metodo consiste normalmente nel caricare un substrato complesso di palladio organico e quindi bruciare i costituenti organici del composto in modo da lasciare solo palladio empiricamente puro all’interno delle cavità del zeolita.
La presenza di palladio nel zeolita viene confermata usualmente con analisi che impiegano il microscopio elettronico e la spettroscopia a raggi X della dispersione dell’energia. I risultati sperimentali preliminari mostrano che dopo avere interrotto il flusso di gas di deuterio, la temperature della matrice di nanoparticelle di palladio aumenta di parecchi gradi al di sopra della temperatura ambiente. L’effetto è stato osservato due volte con gas di deuterio, mentre impiegando, come terzo caso sperimentale un flusso di gas d’idrogeno al posto del deuterio non si ottiene alcun aumento di temperatura. Questo tipo di zeolita presenta piccoli fori e pori con carica elettrostatica abbastanza forte (0,3 V/A) che gli consente di operare come un reattore quasi-nano.
Sono state sviluppate varianti anche consistenti del complesso matrice a nanoparticelle. Uno dei processi più interessanti è quello della deposizione elettrochimica di metalli da fase cristallina liquida liotropica esagonale. Molti altri progetti di verifica dell’Efp sono in fase di conduzione in tutto il mondo, ma la loro trattazione è molto lunga e non può essere affrontata in questa sede. Tuttavia, prima di passare alle conseguenze in campo italiano è il caso di accennare al problema della possibilità che la fisica nucleare classica, ossia le leggi fisiche fondamentali possano spiegare l’Effetto Fleishmann e Pons e più in generale la fusione nucleare fredda (Fnf) e la Lenr (Low Energy nucleare Reactions) le Reazioni Nucleare a Bassa Energia nella materia condensata. Dopo lunga ed attenta analisi rimangono ancora evidenze della impossibilità delle leggi classiche di spiegare l’accoppiamento fra deutoni e la mancanza di alcuni prodotti nucleari che dovrebbero, secondo le leggi classiche, svilupparsi dalla reazione stessa.
Il concetto che elettroni (fermioni e pseudo particelle) sono capaci di schermare i deutoni (Barriera di Coulomb) viene studiato in molte maniere poiché è il primo dei fenomeni che secondo la fisica nucleare classica pone il veto al verificarsi della fusione nucleare a temperatura ambiente. Esistono molte teorie che spiegano la possibilità di superamento della barriera di Coulomb da parte di deutoni, ma la maggior parte richiedono ed impongono alcune variazioni o generalizzazione di alcune leggi fondamentali (ad es. per la seconda la spiegazione della Meccanica Adronica bisogna aggiornare l’equazione di Fermi per la creazione del decadimento del neutrone e produzione del neutrino) per potere spiegare il fenomeno.
Senza spingere l’analisi fino a fondo ed in maniera più dettagliata dai risultati della 14ma Conferenza Iccf gestita dagli americani si evince un forte messaggio di alto livello
scientifico e strategico: la Fnf va considerata una branca della scienza con tutti i sacri crismi. Negli ultimi 20 anni, in Europa sono stati negati finanziamenti alla ricerca sulla Fusione nucleare fredda, preferendo a questa la classica e mai riuscita Fusione nucleare calda che viene eseguita da quasi cinquant’anni con enormi sforzi economici senza condurre ad alcun dato positivo.
Peraltro, è stato finanziato da un congruo numero di Paesi europei oltre a stati Uniti e Giappone il grande progetto Iter di fusione nucleare calda che deve essere realizzato nella Francia meridionale a Caradache entro i prossimi 50 anni. Il sogno di imbrigliare la energia termonucleare da fusione calda nasce con la invenzione da parte del grande fisico magiaro-americano Teller agli inizi degli anni 50 del secolo scorso. Nell’ambito del mondo scientifico filo fusione nucleare calda, il progetto della Fnf viene definito la «pulce».
In Italia, così, la visione corta e poco aperta degli addetti alla valutazione dei progetti scientifici ed energetici hanno da decenni bocciato la «pulce» solo e soltanto a favore del grande progetto Iter che, ad onor del vero, dovrebbe portare lavoro a oltre 10 persone.