Il limite dell’approccio appena citato si potrebbe esprimere con una metafora: «tanti strumenti musicali perfetti non fanno un concerto». Ciò che manca alla metodologia della «sostituzione efficiente» è una visione più sistemica, che permetta di valutare un insieme coordinato di nuove tecnologie di consumo e generazione locale di energia, armonizzato con le opportunità territoriali e le esigenze locali. Un esempio concreto è rappresentato dalla valutazione energetica degli edifici, dove l’applicazione asettica delle singole tecnologie «top class» (classe A su involucri ed impianti), progettate sul principio della soddisfazione delle richieste nel periodo di maggiore sollecitazione, può portare alla vanificazione dell’intervento stesso. In questo caso, la soluzione ottimale va individuata a livello complessivo, valutando per l’intero edificio gli indici relativi a prestazioni, efficienza, costo, CO2 dell’intero sistema edificio-impianto, sulla base di un modello di calcolo dinamico che includa le caratteristiche climatiche locali ed i comportamenti estate-inverno. Si può scoprire così che alcune tecnologie sono tra loro contrastanti, che le caratteristiche climatiche locali generano soluzioni differenti e che soltanto una progettazione ottimizzata può abbattere i costi e i tempi di ritorno dell’investimento.